The Good Nurse è un nuovo Netflix con Jessica Chastain e Eddie Redmayne, tratto dall’omonimo libro di Charles Graeber, che narra la storia vera del serial killer statunitense chiamato Charles Cullen: un apparentemente normalissimo infermiere che è stato ritenuto responsabile di 29 omicidi, grazie ad una serie di prove schiaccianti, e di ben 400 totali anche se mai confermati.
Tratto dal libro omonimo di Graeber, diretto da Tobias Lindholm e sceneggiato da Krysty Wilson-Cairns, il film racconta la storia di Amy, un’infermiera e madre single alle prese con una malattia cardiaca potenzialmente letale. La sua vita estremamente complessa migliora nettamente quando conosce Charlie, un nuovo collega con cui sviluppa una splendida amicizia. Col passare del tempo però, una serie di strani decessi rende Charlie il principale sospettato della polizia e Amy si ritrova costretta a rischiare la vita e la sicurezza della figlia per scoprire la verità.
Charles Edmund Cullen, nato il 22 febbraio 1960, è un serial killer americano che ha inizialmente confessato di aver ucciso quaranta pazienti nel corso dei suoi sedici anni di carriera come infermiere presso il Cooperman Barnabas Medical Center in New Jersey. Tuttavia, durante una serie di interrogatori che hanno avuto luogo con la polizia, con gli psichiatri e con svariati giornalisti, si è presto scoperto che il numero delle vittime era nettamente maggiore.
Cullen ha affermato di non riuscire a ricordare in modo specifico i nomi dei pazienti uccisi, sebbene ricordasse spesso dei dettagli macabri degli omicidi. Gli esperti hanno stimato che Cullen potrebbe essere stato responsabile di oltre 400 omicidi: questo dato lo renderebbe il serial killer più prolifico nella storia degli Stati Uniti d’America e del mondo intero.
Charles Cullen ha dichiarato di aver mandato in overdose le sue vittime per evitare che andassero in arresto cardiaco o respiratorio, finendo per diventare un’emergenza ospedaliera. Il serial killer ha detto agli investigatori che non sopportava l’idea di assistere ai tentativi di salvare la vita di un paziente. Cullen ha anche affermato di aver somministrato iniezioni letali ai pazienti in modo da poter porre fine alle loro sofferenze e impedire al personale ospedaliero di disumanizzarli: tuttavia, non tutte le sue vittime erano pazienti terminali, alcuni si sarebbero ripresi se Cullen non li avesse uccisi.