Whoopi Goldberg, in un recente episodio del talk show ABC “The View“, di cui è co-conduttrice, ha respinto al mittente le ultime critiche social mosse a Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974), considerato da molti utenti di Twitter un film razzista.
I grew up in the 70s in the south, my whole family was racist to an extent, including myself until around age 20, that said, I tried watching Blazing Saddles this year and it’s the most racist and totally stupid movie I’ve ever seen. This wouldn’t of been made in the 90s.
— Jack Smith (@Jksmith269) December 6, 2022
“>Un tweet di protesta
In particolare, gli utenti in questione hanno appoggiato la riflessione portata avanti nei giorni scorsi da Mindy Kaling, showrunner di The Office; secondo Kaling, al giorno d’oggi The Office non potrebbe più essere scritta alla stessa maniera, per via della mutata sensibilità del pubblico nei confronti di certe battute o riguardo tematiche sensibili.
Mezzogiorno e mezzo di fuoco (in originale “Blazing Saddles”), uno dei capolavori del cinema demenziale americano, è una parodia del western classico, diretta da Mel Brooks, specialista dello spoof movie;
Bart (Cleavon Little), un’operaio di ferrovia afroamericano, viene nominato sceriffo di una piccola cittadina nel Sud degli Stati Uniti, col preciso scopo di suscitare sdegno nella popolazione (bianca) e spingerla ad evacuare la città, che un arrivista senza scrupoli vuole radere al suolo.
Goldberg, nominata all’Oscar nel 1987 per Il colore viola, manifesto dell’antirazzismo, ha rintuzzato tutte le accuse, con la consueta franchezza: “Lasciate in pace quel film, o vi vengo a cercare a casa!”, argomentando le ragioni della sua posizione:
“Blazing Saddles è un grande film comico, e avrebbe senso girarlo ancora oggi, allo stesso modo; parla di razzismo in maniera sincera, diretta, senza sconti, ti butta in faccia il problema così com’è, ma non solo; parla anche di tutto il resto, di tutti gli “ismi” che vi possono venire in mente.
Voglio essere sincera, in giro ci sono molti film comici mediocri, che non fanno ridere. Blazing Saddles fa morire dal ridere, invece, e funziona perché se la prende con tutto e tutti. Se non l’avete mai visto, fatevi un favore, correte subito a guardarlo, con un buon bicchiere di vino e i popcorn in mano. È un’opera meravigliosa.”
Il problema della cancel culture è ormai molto sentito in tutta Hollywood, e di recente anche Marlon Wayans ha detto la sua in merito. Il comico afroamericano è stato protagonista, insieme al fratello Shawn, di White Chicks (2004), commedia poliziesca in cui i due interpretano una coppia di detective in incognito che, per sventare un rapimento, si travestono da modelle di etnia caucasica.
“Quel film è una bella riflessione sul significato di identità sessuale, di etnia.. tutto fatto in modo innocuo e divertente per arrivare a tutti. Ma capisci di aver centrato l’obiettivo, quando le persone che vuoi prendere in giro, sono le prime a ridere delle tue gag.”
Wayans poi rincara la dose, allargando il discorso al suo rapporto con l’industria: “Ormai non si può ridere di niente, non so più in che mondo viviamo… alle persone è praticamente vietato ridere. Non mi va più di stare a sentire questa gente, di dare retta a questi produttori che se la fanno sotto per qualsiasi cosa… Io continuerò a fare battute come le ho sempre fatte, e se questi signori vogliono guadagnarci sopra,, sono i benvenuti, altrimenti troverò il modo di produrmi le cose da solo.
Io conosco il mio pubblico. Chi viene ai miei spettacoli, poi se ne va ridendo e di buonumore.”