Massimo Troisi e Roberto Benigni sono stati i mattatori di Non ci resta che piangere, il film del 1984 scritto e diretto dagli stessi protagonisti. Le ultime scene della pellicola hanno spiazzato chi sperava nel ritorno a casa dei due viaggiatori nel tempo. Non ci resta che piangere finisce con Mario e Saverio che scoprono di essere rimasti nel passato. Ecco cosa succede nel finale.
Nel film i due protagonisti, ritrovatisi per circostanze fortuite “nel 1400, quasi 1500” proveranno a cambiare la storia, incontrando Leonardo Da Vinci e cercando di impedire a Cristoforo Colombo di scoprire l’America. Gli ultimi minuti del film iniziano con Mario e Saverio che non riescono ad impedire alle tre caravelle di salpare. Il personaggio d Benigni chiede al suo amico di colpirlo in testa, rivelandogli che voleva impedire a Cristoforo Colombo di scoprire l’America per non far nascere il fidanzato statunitense di sua sorella Gabriellina: “Così quell’imbecille non sarebbe nato”.
I due cominciano a litigare, poi il bidello Mario promette a Saverio che, se riusciranno a tornare nel presente, sposerà Gabriella “Se dovessimo, Gabriellina la sposerei io!”, esclama Massimo Troisi. Mentre stanno discutendo vedono da lontano del fumo e sentono il rumore di un treno. I due iniziano a correre felici: “Te l’avevo detto. Torniamo a casa”, urla Benigni, avvolto dal fumo della Locomotiva. Mentre i due festeggiano l’agognato ritorno nel 1984, il fumo si dirada e dalla locomotiva si vede Leonardo Da Vinci. I nostri protagonisti lo avevano incontrato in precedenza e gli avevano spiegato, tra le altre cose, il funzionamento del treno.
La vista dello scienziato getta nello sconforto Mario e Saverio, ormai convinti di essere tornati nel Novecento. Leonardo fraintende il loro disappunto, li rassicura che i guadagni dell’affare li dividerà in parti uguali: “Per carità! Trentatré, trentatré e trentatré!”. Un finale aperto che, secondo Roberto Benigni, avrebbe potuto dare anche vita ad un sequel, mai realizzato.
Massimo Troisi e Roberto Benigni avevano scritto anche un libro omonimo, ripubblicato da Arnoldo Mondadori nel 1994, l’anno della morte dell’attore partenopeo. Nel libro, a differenza del film, nel finale alternativo Saverio svela a Mario di conoscere un modo per tornare nel Novecento. Prima di abbandonare il quindicesimo secolo, Benigni si fa promettere da Troisi che sposerà la sorella Gabriella. Solo quando Mario acconsente, Saverio gli rivela che “In fondo a questo viottolo c’è un posto da dove si torna”.
Non ci resta che piangere è l’unico film che ha visto Massimo Troisi e Roberto Benigni condividere lo stesso set. La pellicola, distribuita in Italia nel dicembre 1984, è stato il film che ha incassato di più nella stagione 1984-85. La trama è conosciutissima, il lungometraggio ha avuto numerosi passaggi televisivi. Mario e Saverio, restano in panne con l’auto in mezzo alla campagna. Si fa sera, piove. I due trovano alloggio in una locanda per la notte, in una stanza che ospita già un’altra persona. Il mattino, quando si svegliano, si accorgono di trovarsi nel quindicesimo secolo.