Durante le riprese di Notte al museo 3 – Il segreto del faraone, Robin Williams iniziò ad accusare i primi sintomi della malattia che lo porterà alla morte. Come dichiarò la truccatrice del film Cheri Minns, infatti, l’attore avrebbe terminato ogni giornata lavorativa singhiozzando tra le sue braccia, a causa del repentino peggioramento di quello che allora gli fu diagnosticato come Parkinson ma che, solo dopo la sua morte, si scoprì essere demenza da corpi di Lewy. Altre persone, tra cui il regista del film, raccontarono che Williams, di solito impeccabile nel ricordare le battute, aveva difficoltà a recitare.
Ma cos’è la demenza da corpi di Lewy? Si tratta di una malattia cerebrale incurabile e degenerativa, caratterizzata da un deterioramento cognitivo cronico con inclusioni cellulari chiamate corpi di Lewy situate nel citoplasma dei neuroni corticali. Una patologia di cui soffriva anche Robin Williams, ma che gli fu diagnosticata solo grazie all’autopsia al cervello dopo la sua morte, avvenuta per suicidio l’11 agosto 2014. Da quel momento, sua moglie Susan Schneider è diventata un’attivista per diffondere consapevolezza su questa malattia, erroneamente diagnosticata come Parkinson mesi prima della morte dell’attore. Come ha spesso raccontato la donna, alla demenza da corpi di Lewy vengono associati circa 40 sintomi e, i primi che Williams ha iniziato a manifestare nel 2012, sono stati paura e ansia implacabili; in seguito, si è fatta strada la paranoia. “Riguardava la regione del suo cervello che aveva una quantità enorme di corpi di Lewy. Quell’area riguarda la nostra capacità di regolare le emozioni, in particolare la paura e l’ansia. E quella di Robin era sostanzialmente rotta” ha dichiarati la Schneider in un’intervista. Col peggiorare della malattia, è poi iniziato il ciclo delirante: “Il tuo cervello inventa una storia di ciò che pensi sia la realtà. E le persone intorno a te non sono in grado di riportarti a ciò che è effettivamente reale“.
Gli ultimi giorni dell’attore e comico sono raccontati del documentario datato 2020 Essere Robin Williams (Robin’s Wish), che esplora la malattia neurodegenerativa contro la quale stava inconsapevolmente lottando e indaga l’impatto di questa sulla sua vita e sull’ultima parte della sua carriera.
Cheri Minns, truccatrice di Robin Williams per il film Notte al museo 3 – Il segreto del faraone ha raccontato di come l’attore sia drasticamente cambiato durante le riprese del film, quando ormai i sintomi della malattia stavano prendendo il sopravvento sul suo cervello. La donna ha descritto l’esperienza come “orribile“, aggiungendo che finiva ogni giornata singhiozzando tra le sue braccia e che, una volta, Robin avrebbe detto: “Non so più come essere divertente“. Nonostante questo, ha continuato a lavorare e a dare il meglio di sé, finendo di girare il film di Shawn Levy al fianco di Ben Stiller, Owen Wilson e al resto del cast. Un film che, purtroppo, non ha fatto in tempo a vedere completato.