Rain Man – l’uomo della pioggia è un film ispirato a una storia vera. Infatti, il personaggio di Raymond Babbit, interpretato da Dustin Hoffman, è modellato su una persona realmente esistita, Kim Peek, il quale era affetto dalla sindrome del savant, una rara condizione che oltre a creare ritardi cognitivi, è spesso accompagnata da alcune abilità straordinarie, come una memoria eccezionale. Scopriamo quindi qualcosa in più su chi è stato Kim Peek, il “vero Rain Man”. Questa è una delle differenze sostanziali tra Peek e il personaggio di Hoffman, che invece è nello spettro autistico.
Kim Peek è nato nel 1959 nello Utah, a Salt Lake City, con una macrocefalia che ha comportato un’alterazione del cervelletto; si è supposto che i suoi neuroni abbiamo compensato i danni cerebrali creando nuove connessioni responsabili della prodigiosa memoria di cui Peek ha dato prova fin da giovanissimo. Sembra infatti che conoscesse a memoria ben oltre 12.000 volumi, ed era in grado di leggere contemporaneamente le due pagine di un libro (una con l’occhio destro, l’altra con il sinistro) ricordandone anche l’impaginazione. Oltre a questo, era capace di formulare calcoli matematici estremamente complessi.
Nonostante i consigli dei medici, i genitori di Peek si sono sempre rifiutati di sottoporre il bambino a operazioni drastiche come la lobotomia, affidandolo invece al sostegno di tutor specializzati.
Lo sceneggiatore di Rain Man Barry Morrow, nel 1984, incontrò Kim PeeK in Texas; da quell’incontro nacque l’idea di modellare il personaggio di Raymond sulla sua figura, nonostante alcune sostanziali modifiche: il personaggio interpretato da Dustin Hoffman ha infatti una sindrome autistica. Anche l’attore (che per questo ruolo vinse un Oscar) volle conoscere Peek (e altre persone con la sindrome di savant) per conferire alla sua interpretazione maggiore aderenza alla realtà.
Grazie al successo di Rain Man – l’uomo della pioggia, Peek venne investito da un’ondata di popolarità e da innumerevoli richieste di apparizioni che aumentarono in modo esponenziale le occasioni di incontri con altre persone. Tutto ciò contribuì a rafforzare la sua autostima, migliorandone anche le capacità sociali. Il film si aggiudicò ben 4 premi Oscar. Uno di questi (quello dato a Barry Morrow per la miglior sceneggiatura) venne dato a Peek, che lo portò spesso in giro durante i suoi incontri sociali. La statuetta si è guadagnata il soprannome di “la più amata” proprio perché è stata il premio tenuto in mano dal maggior numero di persone. Grazie a Peek, ovviamente. Kim Peek è morto nel 2009 all’età di 58 anni per problemi cardiaci.