Il film: About Dry Grasses (Kuru otlar üstüne) del 2023. Regia di: Nuri Bilge Ceylan. Cast: Deniz Celiloğlu, Merve Dizdar, Musab Ekici e Ece Bağci. Genere: drammatico. Durata 197 minuti. Dove lo abbiamo visto: anteprima stampa al Festival di Cannes, in lingua originale.
Trama: Samet è un giovane insegnante di Istanbul che da 4 anni insegna in un remoto paesino dell’Anatolia, in attesa del tanto agognato trasferimento. Negli ultimi mesi lì, però, verrà accusato di molestie da parte della sua alunna preferita e incontrerà un’affascinante insegnante.
Due Gran Prix della Giuria, un premio alla Regia e una Palma d’oro. Questo il palmarès del regista turco Nuri Bilge Ceylan che al festival di Cannes non solo è di casa, ma da sempre uno dei grandi favoriti. Se riuscirà col suo nuovo film a conquistare anche la giuria della 76esima edizione lo scopriremo più avanti, ma nel frattempo è indubbio come, anche questa volta, il suo straordinario e unico modo di far cinema abbia già conquistato la critica e tutti i presenti. Come vedremo in questa recensione di About Dry Grasses, la sensazione che oggi Ceylan sia uno dei più grandi autori europei in attività si fa sempre più forte, film dopo film.
C’era troppe volte l’Anatolia
Il film prende il via con il protagonista Samet (Deniz Celiloğlu), un insegnante di arte, che attraversa le steppe innevate per tornare nel villaggio dell’Anatolia in cui insegna da ormai 4 anni. L’uomo divide una casa con il collega Kenan (Musab Eki̇ci̇) ed è benvoluto da tutti, ma è evidente fin da subito la sua insofferenza per un luogo ed una dimensione troppo stretta. L’unica cosa che realmente interessa a Samet è l’imminente e tanto agognato trasferimento a Istanbul, ma nel frattempo si gode la sua popolarità presso gli studenti, in particolare quella della giovane e dolcissima Sevim (Ece Bağci), che lui stesso non si fa problemi a mostrare come la sua preferita.
Le cose cambiano quando un giorno a Sevim viene confiscata, da altri insegnanti, una lettera d’amore. Dal momento in cui Samet legge la lettera, il suo atteggiamento cambia: su esplicita richiesta della ragazza, si rifiuta di restituirle la lettera, anzi le mente spudoratamente dicendo di averla buttata. Nei giorni seguenti sia Samet che l’altro insegnante Kenan vengono accusati dalla giovane di molestie: la scuola avvia un’indagine ed entrambi vengono scagionati ma i rapporti non saranno più gli stessi, tra l’insegnante e la studentessa, ma anche tra i due colleghi e coinquilini.
Ragione e risentimento
Pur non avendo mai conferma di chi fosse realmente il destinatario della lettera, non è difficile immaginare che Samet provi gelosia e risentimento nei confronti dell’amico, a suo avviso non degno dell’attenzione della sua pupilla. Così come, a questo punto, non è più degno nemmeno dell’attenzione dell’affascinante Nuray (Merve Dizdar), un’insegnante disabile di un’altra scuola di una città vicina, che egli stesso aveva presentato a Kenan e di cui inizialmente non interessato.
Mentre nel frattempo i rapporti a scuola ma anche col resto del villaggio sono sempre più distanti e deteriorati, Samet prova a sedurre Nuray e a farla sua. Non per reale interesse, non perché speri di avere un qualche futuro con lei o perché voglia in alcun modo rimanere legato al villaggio. Lo fa per ragioni ben più meschine e grette: affinché possa sentirsi migliore e superiore agli altri. Tanto che, perfino il tentativo di seduzione stesso, non è altro che un (meraviglioso) botta e risposta in cui lo scopo finale non è tanto finire a letto con lei, ma una evidente prevaricazione intellettuale.
Ma ovviamente About Dry Grasses è molto più di tutto questo, e certamente più della somma delle sue parti. Perché di sequenze straordinarie ve ne sono tante, così come alcuni dialoghi particolarmente intensi e memorabili. Ma quello che colpisce di più è proprio quanto, anche solo con un singolo film della durata di poco più di tre ore, un autore come Ceylan riesca a restituirti di uno o più personaggi, di un villaggio intero. Della vita stessa. Esattamente come per i precedenti film, nel terminare la visione di un film di Ceylan rimane addosso la stessa sensazione che si ha al termine di un grande romanzo della letteratura russa: stupore, appagamento, accrescimento. La sensazione di aver vissuto un’altra vita, non necessariamente migliore della nostra, ma comunque ricca di sfumature, dubbi, conflitto. La sensazione di esserci trovati di fronte a un’opera d’arte che ci ha raccontato una piccola parte di mondo e che, forse, in qualche modo, ci ha saputo insegnare qualcosa in più anche di noi stessi.
La recensione in breve
About Dry Grass è l'ennesimo capolavoro di un regista che non ha ancora mai sbagliato un colpo. Ovviamente, come per tutti i suoi film, bisogna amare un certo tipo di cinema molto autoriale e poco "dinamico", ma non ci sono dubbi che il risultato finale valga ogni eventuale sforzo.
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