Il film: Annabelle 3, 2019. Regia: Gary Dauberman. Cast: McKenna Grace, Madison Iseman, Katie Sarife, Vera Farmiga, Patrick Wilson Genere: Horror. Durata: 107 minuti. Dove l’abbiamo visto: Prime Video.
Trama: I coniugi Ed e Lorraine Warren, investigatori del paranormale, affidano la loro unica figlia a una baby sitter, Mary Ellen. Alle due ragazze si unisce un’amica che è incuriosita dall’attività dei Warren e decide di intrufolarsi nel “museo” dove custodiscono la bambola Annabelle e altri oggetti maledetti.
A partire dal 2013 la saga di The Conjuring si è costruita un affezionato fanbase e si è diramata con diverse storie da brivido che a loro volta hanno trovato la propria strada . Tutte storie con personaggi e orrori diversi che mantengono una coerenza stilistica e narrativa con il ramo principale, creato da James Wan. Si tratta di film tratti da eventi realmente accaduti – o presunti tali – spesso ambientati tra gli anni ’70 e ’80, che ci riportano a quando eravamo bambini e che rievocano quelle storie che si raccontano in famiglia, magari davanti a un camino, nelle sere d’autunno. Un altro elemento che lega la maggior parte dei film della saga sono i coniugi Ed e Lorraine Warren, esperti di paranormale realmente esistiti, che a volte hanno un ruolo più centrale, altre volte più defilato, ma sono quasi sempre presenti per garantire maggior coinvolgimento e “familiarità” alla storia. Annabelle 3 è uno di quei film in cui i Warren sono più in disparte, anche se ci aprono le porte di casa loro per un tour nel museo di oggetti “stregati” che custodiscono con estrema cautela.
Come spiegheremo nella nostra recensione di Annabelle 3, il terzo film dedicato alla bambola è come un tour nella casa degli orrori del luna park, con jumpscare a volontà, qualche discreto brivido, un’atmosfera da racconto di fantasmi e qualche scena meno riuscita, ma soprattutto tanti potenziali personaggi che potrebbero arricchire il Conjuringverse.
La trama: una notte da incubo nella casa dei Warren, tra spiriti e oggetti posseduti
Annabelle 3 è ambientato nel 1968 e si collega direttamente al primo film dello spinoff di The Conjuring, pur essendo una storia a sé stante. Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga) spiegano a due ragazze, Debbie e Camilla, che la loro bambola Annabelle è un veicolo per gli spiriti maligni. Il termine bambola posseduta infatti è improprio: gli spiriti si servono degli oggetti per possedere le persone, anche se si tratta comunque di oggetti in grado di catalizzare energie soprannaturali, ragion per cui Ed e Lorraine porteranno via la bambola e la terranno nel loro museo, al sicuro.
Il viaggio di ritorno dei Warren in compagnia di Annabelle, nella nebbia più fitta, tra incidenti sfiorati per un pelo e apparizioni inquietanti, è solo una piccola anticipazione di ciò che potrebbe accadere se la bambola finisse in mani inesperte. Purtroppo è ciò che accadrà nel corso del film.
L’anno seguente, nel periodo di Halloween, i Warren affidano la loro bambina, Judy, a una giovane babysitter, Mary Ellen. Un’altra ragazza, Daniela, più sveglia e intraprendente (ma tormentata da un dolore privato che sarà svelato nel film) si unisce a loro e inevitabilmente entra a curiosare dove non dovrebbe, cioè nella stanza – museo dei Warren affollata di oggetti poco rassicuranti. Al centro della grande sala, in una teca speciale, è custodita Annabelle. Oltre a curiosare in giro, Daniela si azzarda anche a cercare un contatto con l’aldilà che non tarderà ad arrivare.
Le premesse della trama di Annabelle 3 ricordano un po’ quelle di Halloween – la notte delle streghe, solo che qui, invece di un serial killer fuggito da un istituto psichiatrico, c’è una moltitudine di entità che sfugge al controllo di tre ragazze e il sesso è praticamente assente. Anche i personaggi sembrano ricalcare quelli del film di Carpenter: c’è la baby sitter assennata e l’amica matta e imprevedibile, e ovviamente c’è anche una ragazzina che a scuola viene presa in giro a causa della strana e affascinante attività dei suoi genitori. Non c’è l’ombra della strega, ma ci sono loro, i fantasmi.
Il museo dei Warren prende vita
Come abbiamo spiegato, i Warren in questo film non hanno un ruolo centrale, anche se di fatto siamo invitati a casa loro. A dirla tutta, anche la bambola ha un ruolo un po’ più decentrato, mentre il vero protagonista di Annabelle 3 è il museo dei Warren, che è realmente esistito e che conteneva la più grande collezione di oggetti maledetti, un luogo talmente saturo energia negativa, che veniva fatto benedire una volta alla settimana e che nel film rivive in tutto il suo fascino sinistro.
Insieme ai protagonisti, ci aggiriamo in questa enorme stanza chiusa a chiave, tra vecchi strumenti musicali, libri, maschere inquietanti, abiti da sposa, armature. Sembra quasi di sentire l’odore di polvere e “cose vecchie” di certi mercatini dell’usato, ma soprattutto ci si sente osservati.
Annabelle e gli altri mostri da spinoff, tra licantropi in CGI e samurai fantasma
In tutti i film della saga di The Conjuring vengono introdotti dei “mostri”, o meglio delle figure spettrali secondarie che in alcuni casi danno vita ad uno spinoff. È capitato proprio con Annabelle, ma anche con The Nun e si è parlato anche di un possibile spinoff dedicato all’Uomo Storto di The Conjuring 2.
Con Annabelle 3, però, si fa il pieno di mostri e non tutti “bucano lo schermo”. Il licantropo che insegue il povero spasimante di Mary Ellen ad esempio, sembra avere una backstory intrigante (anche se appena accennata) ma la sua realizzazione in digitale non lo rende credibile. Allo stesso modo la sposa fantasma (che ricorda un po’ la Llorona) e il samurai non hanno lo stesso fear factor del personaggio più terrificante del film, il Traghettatore.
Quando però cala l’oscurità, la casa dei Warren si trasforma in una casa infestata e i mostri, nel loro insieme, funzionano bene. Le ragazze si aggirano per la casa aiutandosi con lanterne, torce elettriche e noi le seguiamo, terrorizzati da ciò che si muove alle loro spalle e in attesa degli inevitabili jumpscare.
Il traghettatore, la vera star del film
In un film senza troppe pretese e che regala qualche brivido, le scene più spaventose sono quelle in cui appare il Traghettatore, personaggio basato sulla figura mitologica di Caronte, con l’aspetto di un uomo dal volto scheletrico, con due monete poggiate sugli occhi. La sua entrata in scena, con le monete d’argento che scintillano nel buio e poi cadono sul pavimento vale tutto il film.
Il finale del film: basta un po’ di zucchero e l’orrore va giù
Sul finale del film tornano i Warren e magicamente torna anche il sereno. Questo purtroppo è un altro tratto distintivo dei film di The Conjuring, il fondo di melassa che inevitabilmente ci tocca nel finale. Non fraintendeteci, noi amiamo i Warren e i film di The Conjuring, ma Ed e Lorraine sono gli Albano e Romina dell’horror: il finale con loro è sempre un trionfo di amore, lacrime e buoni sentimenti, un po’ alla Ghost Whisperer.
E così accade anche in Annabelle 3: gli spiriti tornano a cuccia nella loro stanza, la protagonista si fidanza con un bravo ragazzo, l’amica riesce a sciogliere un opprimente senso di colpa e la piccola Judy non viene più bullizzata e ha finalmente degli amici. E i Warren si amano come prima, più di prima. A Lorraine, in particolare, è dedicato questo terzo capitolo di Annabelle. La donna infatti, che aveva fatto da consulente per The Conjuring (ed era apparsa nel primo film, in un cameo) è morta poco prima dell’uscita del film.
La recensione in breve
Annabelle 3 è un film in perfetto stile The Conjuring, ma con una storia molto più semplice, tanti jumpscare e tanti fantasmi e oggetti stregati. Un film che è come un giro notturno nella casa degli orrori di un luna park, perfetto per una serata da brivido o per una maratona televisiva di Halloween.
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