Il film: Argylle – La super spia, 2023. Regia: Matthew Vaughn.
Cast: Bryce Dallas Howard, Sam Rockwell, Henry Cavill, Dua Lipa. Genere: Spionaggio, azione. Durata: 139 minuti.
Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima.
Trama: Due agenti segreti cercano di uccidersi l’un l’altro. Ma sono i personaggi un romanzo di spionaggio della scrittrice Elly Conway, che sta per finire la sua ultima opera, a cui però manca il finale adatto.
Che tipo di spia entra in una stanza e tutti conoscono il suo nome e cosa gli piace bere? È ridicolo. Diceva così di James Bond un certo Roger Moore, uno che Bond sul grande schermo lo è stato a lungo. Ed è da queste riflessioni sull’agente segreto più famoso del cinema che nasce Argylle – La super spia, il nuovo film di Matthew Vaughn, prodotto da Apple e in arrivo al cinema il 1 febbraio, distribuito da Universal. Come aveva fatto con la saga dei Kingsman, Vaughn continua ad avvicinarsi al mondo di 007 e suo modo a distruggere i vari cliché della saga e delle altre spy story. Come vi racconteremo nella recensione di Argylle – La super spia, questo è un film che gioca con il mito di James Bond e delle spy story, lo destruttura e lo ricostruisce in un immaginario nuovo: è un gioco intelligente e molto divertente.
La trama: Henry Cavill e Dua Lipa, agenti contro
Argylle (Henry Cavill) è un agente segreto in missione. In un locale notturno, incontra Lagrange (Dua Lipa). Dopo un vorticoso ballo insieme, i due scoprono di essere nemici: uno cerca di uccidere l’altro e la sfida continua in un inseguimento lungo le strade di un’isola della Grecia. Ma quella che stiamo seguendo è una storia di finzione. Nel senso che questi sono i personaggi un romanzo di spionaggio, il nuovo libro scrittrice Elly Conway (Bryce Dallas Howard). L’autrice sta per finire la sua ultima opera, ma non riesce a trovare un finale giusto alla storia.
Il senso di Matthew Vaughn per James Bond
Il legame tra Matthew Vaughn e il mondo di James Bond è stato sempre molto forte. Nella saga di Kingsman ci sono l’Inghilterra, i servizi segreti e un innato senso dell’eleganza. Il mito di James Bond lì è filtrato attraverso la visione della graphic novel di Mark Millar e Dave Gibbons (The Secret Service), è cinema che diventa fumetto e ritorna al cinema, uscendone stilizzato, più simbolico e più irreale, con la leggerezza e la libertà dei fumetti. In The King’s Man – Le origini, il gioco è leggermente diverso, eppure il senso di Vaughn per Bond era evidente in una scena a strapiombo nel vuoto, con un senso di vertigine che riportava chiaramente al finale di Solo per i tuoi occhi. Argylle – La super spia è ancora questo, virato in modo più ironico: è una presa in giro di questo mondo che in fondo lascia trasparire un grande amore e una grande ammirazione per chi l’ha creato, Ian Fleming.
Ian Fleming e i cliché sulle spie
Proprio Ian Fleming, insieme a John Le Carrè, viene citato in una scena del film, la presentazione del libro su Argylle dell’autrice Elly Conway. E proprio la citazione di Fleming suggerisce la direzione che prenderà il film. Pensando a Fleming, e a James Bond che era il suo alter ego, Matthew Vaughn comincia a demolire i cliché di cui stiamo parlando: Fleming e Bond sono uomini (e maschilisti), eleganti, appariscenti e donnaioli, bevono superalcolici e non hanno paura di niente. L’ Elly Conway di Bryce Dallas Howard è una donna, è modesta e poco appariscente (o, almeno, sembra così…), non ha intenzione di avere alcuna complicazione sessuale e sentimentale, al massimo si concede una birra (ma nei Paesi arabi niente alcolici), è impaurita e non ha alcuna idea di come entrare in azione.
La musica disco al posto di John Barry
La demolizione dei cliché – in un continuo e velocissimo montaggio tra realtà e finzione – continua nel momento in cui Vaughn si fa beffe dell’apparente facilità d’azione delle spie nei film. Avete presente quelle scene in cui gli agenti escono indenni e pettinati dalle imprese più ardue? Sì, era il Bond di Roger Moore, proprio lui che diceva che tutto questo era poco credibile e ridicolo. Lo è ancora di più per come queste scene d’azione sono coreografate e montate nel film, ancora di più se ad accompagnarle c’è una musica disco al posto delle musiche tonitruanti di John Barry.
Henry Cavill e Dua Lipa, perfetti corpi attoriali
E la demolizione dei cliché continua con un azzeccato lavoro sul corpo attoriale. Per interpretare Argylle, agente segreto al centro delle prime scene del film, è stato scelto Henry Cavill, il Bond che non è mai stato e mai sarà, già personaggio della saga di Mission: Impossible, oltre che Superman nei film DC della Warner. È il più aitante e appariscente degli agenti segreti che si possano immaginare, con tanto di taglio di capelli che lo faccia notare il più possibile. Accanto a lui c’è Dua Lipa, personaggio dall’innata avvenenza, resa ancora più evidente con la scelta dei capelli biondi, del vestito dorato, della scollatura profonda e degli spacchi. È il clichè della Bond Girl: un ruolo in cui spesso le interpreti sono state scelte per la bellezza prima che per le doti attoriali, e sempre con colpi ad effetto. È così anche qui, perché Dua Lipa non è un’attrice ma una cantante. Ma la genialità non è tanto nella loro scelta, quanto nel fatto che, dopo 15 minuti di azione mozzafiato, scopriamo che le due star non sono affatto i protagonisti della storia.
La versione mainstream di un film di Charlie Kaufman
Sì, aveva ragione Roger Moore: le spie sono quelle che non si notano. E così i protagonisti saranno quelli che non ci aspettiamo. Matthew Vaughn ribalta tutte le situazioni dei film di Bond e ribalta anche le nostre convinzioni. Argylle – La super spia è più film in uno. Per metà è una sorta di Vero come la finzione in versione spy story, o la versione mainstream di un film di Charlie Kaufman: ha a che fare con la creazione dell’opera d’arte, con la scrittura, con il rapporto tra autore e personaggio. Per metà è una rilettura di The Bourne Identity: ha a che fare con l’identità e la memoria. Ma il gioco di citazioni è infinito: come non pensare a Mission: Impossible ogni volta che l’azione è su un treno? E come non pensare a una citazione esplicita di Caccia al ladro di Alfred Hitchcock quando assistiamo a un bacio mentre sullo sfondo esplodono i fuochi d’artificio?
Matthew Vaughn, il primo fan di Ian Fleming e 007
Come avrete capito è un film consigliato a chi ama i film di spionaggio, a patto che non si voglia essere filologi e si pretenda che i miti non si possano toccare. In quanto spy game, il film ha una serie di colpi di scena e cambi di campo, un gioco in cui forse abusa un po’ troppo, ma che sono il sale di un film di spie. Detto dei protagonisti che non lo erano, un plauso va a Bryce Dallas Howard, la scrittrice solitaria e misantropa che, nel corso del film, dimostra di avere più di un volto, e a Sam Rockwell, attore versatile e sfaccettato. Da vedere lasciandosi andare al gioco e senza prendersela per lesa maestà verso James Bond. Matthew Vaugh è uno di noi, e il primo fan di Ian Fleming e 007 è lui.
La recensione in breve
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Argylle – La super spia, è un film che gioca con il mito di James Bond e delle spy story, lo destruttura e lo ricostruisce in un immaginario nuovo: è un gioco intelligente e molto divertente.
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