Il film: Atlas, 2024. Regia: Brad Peyton. Cast: Jennifer Lopez, Simu Liu, Sterling K. Brown, Mark Strong. Genere: sci-fi, azione, thriller. Durata: 118 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Un analista dei servizi segreti è bloccato su un pianeta lontano e deve imparare a usare un’armatura robotica di tipo militare per sopravvivere.
A chi è consigliato? A chi è interessato al genere sci-fi e non pretende storyline particolarmente innovative, con personaggi discreti e una superstar a guidare il tutto.
Questo venerdì, Netflix punta a un nuovo blockbuster con Jennifer Lopez, portando l’attrice in luoghi remoti per salvare l’umanità. Con l’intelligenza artificiale al centro di numerosi dibattiti, argomento su cui Hollywood sta cercando sempre più di capitalizzare, Netflix ha deciso di unire questo tema con una delle sue star più redditizie, Jennifer Lopez, nel film di fantascienza Atlas, da oggi disponibile nel catalogo.
Il progetto è diretto da Brad Peyton, regista esperto di blockbuster con grandi star come San Andreas e Project Rampage con Dwayne Johnson, o Frontier con Jason Momoa. Come vedremo in questa recensione di Atlas, se vi aspettate di trovarvi davanti a un film innovativo, resterete delusi: la trama ruota attorno a una guerra totale tra intelligenze artificiali ribelli e l’umanità. La sceneggiatura di Aron Eli Coleite (Daybreak) e Leo Sardarian (StartUp) non offre la storia più originale degli ultimi anni. Anzi, è estremamente convenzionale sotto quasi tutti i punti di vista: ma questo non è necessariamente un male, se state cercando un “comfort movie” senza troppe pretese.
Atlas, Jennifer Lopez in un incontro-scontro con l’IA
Jennifer Lopez si impegna a mostrare il suo lato grintoso in un ruolo inedito per lei. L’attrice interpreta un’analista che partecipa a una missione per catturare un’intelligenza artificiale che, 28 anni prima, si è ribellata agli esseri umani, causando milioni di morti. Questa IA rappresenta una minaccia terroristica e, per la protagonista, anche un dolore personale, poiché è stata creata da sua madre, una pioniera dello sviluppo tecnologico. La missione su un pianeta lontano si trasforma così in una trappola mortale. Con i suoi compagni ranger uccisi nell’attacco, la protagonista deve lottare per sopravvivere e affrontare l’intelligenza artificiale. Protetta all’interno di un mecha, l’unica via di uscita è superare la sua riluttanza verso le IA avanzate e collaborare con il programma informatico che guida questa macchina da guerra.
Atlas incorpora elementi dell’eterna battaglia tra umanità e intelligenza artificiale, simili a quelli visti in film iconici come Matrix e AI. Intelligenza Artificiale, arricchiti da riflessioni filosofiche, e la spettacolarità di The Creator, recentemente uscito al cinema. Il personaggio interpretato da Jennifer Lopez può risultare fastidioso, ma ciò è voluto: si definisce una misantropa e si impegna a rendersi antipatica agli altri. Il grande cattivo di Atlas, Harlan, interpretato da Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), è invece un po’ fuori tono rispetto ai ruoli più positivi a cui l’attore è abituato. Il film sfrutta bene le abilità marziali di Liu, ma a livello recitativo, il cattivo appare più come uno scagnozzo che come una mente criminale.
Un classico sci-fi, tra distruzione e speranza
Atlas è sia accattivante che divertente, anche se la narrazione e il comparto visivo non superano il suo status di spettacolo concepito per una piattaforma di streaming. Sebbene non offra molto in termini di innovazione, riflette le difficoltà attuali dell’industria cinematografica e della bolla dello streaming. Atlas si basa sui sospetti e le paure legate ai progressi tecnologici dell’intelligenza artificiale, un sentimento incarnato nel personaggio di Lopez e nella premessa stessa, costruendo il suo contesto sulla temuta ribellione delle macchine.
A questa idea si aggiungono elementi di sopravvivenza su un pianeta inospitale, il mecha (le tute ARC indossate dai ranger) e la sincronizzazione tra uomo e IA per raggiungere il massimo potenziale, con un sottotesto positivo sul controverso transumanesimo. Quando Atlas e Harlan, l’antagonista robotico interpretato da Simu Liu, si incontrano nuovamente, emerge il classico tema della distruzione totale per un nuovo inizio, con chiari riferimenti a Terminator nel momento culminante.
C’è qualche guizzo, ma non è mai determinante
Oltre alla componente tecnologica e fantascientifica, Atlas integra anche elementi classici nella struttura della storia. Questo emerge dal dolore e dalla rabbia della protagonista, dalle implicazioni emotive dietro la sua determinazione a eliminare Harlan, dal tema del legame familiare con il suo nemico e dalla relazione che si sviluppa tra Atlas e Smith, l’IA nella tuta che la mantiene in vita. La narrazione ruota attorno a questo processo di evoluzione, arricchito da momenti di umorismo, anche se le dinamiche possono risultare ripetitive riguardo alla sfiducia di Atlas e alle sue cause.
La spettacolarità visiva dei film di Brad Peyton tende a essere impersonale e Atlas non fa eccezione: mescola una moltitudine di elementi e riferimenti per ricreare il suo mondo, offrendo buone idee visive che alludono al tattile, agli schermi e alla realtà aumentata. Presenta anche aspetti ingegnosi come la modulazione degli interrogatori nella scena in cui Atlas accede alle informazioni di una testa robotica e il dettaglio del collegamento neurologico dietro l’orecchio per la connessione con la macchina. Nonostante manchi di un’impronta autoriale marcata, il film, diretto da Brad Peyton, riesce comunque a intrattenere grazie alla sua azione adrenalinica e al fascino generale che esercita sullo spettatore.
La recensione in breve
Come Jennifer Lopez viene spedita nello spazio per la sua missione, così il film di Brad Peyton rimane sospeso, tra il desiderio di capire cosa il film sarebbe potuto essere con una direzione più precisa e il puro abbandono a una visione di intrattenimento che non ha nè la voglia nè la pretesa di distinguersi nel catalogo Netflix.
Pro
- Jennifer Lopez in versione eroina action
- Una visione che funziona come puro intrattenimento
Contro
- Manca di un'idea e mano distinguibile
- Sia la narrazione che il world building non sono dei più affascinanti
- Voto CinemaSerieTv