Il film: Backstage: dietro le quinte, del 2022. Regia di: Cosimo Alemà. Cast: Aurora Moroni, Geneme Tonini, Beatrice Dellacasa, Giuseppe Futia, Riccardo Suarez.
Genere: Musicale Durata: 105 min Dove lo abbiamo visto: in anteprima stampa.
La trama: Un gruppo di giovani ragazzi è pronto a realizzare il proprio sogno, lavorare per uno spettacolo di musica, canto e recitazione al Teatro Sistina. I posti disponibili però sono solo quattro.
Dalle serie TV come Saranno famosi alle produzioni teatrali diventate poi cult cinematografici, il mondo dello spettacolo, del canto e della danza sono sempre stati fonte di attrattiva visto il potenziale dei personaggi da poter mettere in scena, i quali tentano con tutte le loro forze di esprimere il proprio potenziale. Le tipiche opportunità che solo una volta la vita ti offre e che un gruppo di aspiranti performer deve saper cogliere, cercando di arrivare primi durante sfide e provini nel tipico scontro all’ultimo sangue in cui a raggiungere l’obiettivo sarà soltanto uno.
La spinta verso questa tipologia di storie, mossa da passioni incandescenti e malizie egoiste, è nettare per ideatori e inventori di racconti che possono unire un immaginario legato alle dinamiche dentro e fuori dal palcoscenico, potendo puntare sia sull’aspetto artistico che su quello umano dei personaggi. Nella recensione di Backstage: dietro le quinte, però, è impossibile non notare come l’opera scritta da Roberto Proia e orchestrata da Cosimo Alemà ecceda in un qualunquismo narrativo che destabilizza per la stesura di un film privo di qualsiasi talento. Quello che i suoi protagonisti, un gruppo di giovanissimi attori/cantanti/ballerini, sa dimostrare indipendentemente dalla riuscita della pellicola, priva delle qualità che vorrebbe trarre dai suoi personaggi per poi metterle al servizio dell’operazione cinematografica.
La trama di Backstage: dietro le quinte
Nella più incisiva delle tagline, Backstage: dietro le quinte ci informa fin da subito che il gruppo di ragazzi che vediamo alternarsi sullo schermo verrà presto dimezzato per portare solamente pochi eletti a poter lavorare col famoso (ex) ballerino James D’Onofrio. Da centoundici i provinati diventeranno nove, ma per coloro che sono stati scelti la lotta non finirà qui. Sono infatti soltanto quattro le persone che la compagnia potrà prendere per realizzare uno show che partirà dal Teatro Sistina di Roma per girare poi in tournée, venendo ospitato dai più grandi palchi del paese.
Un’occasione che rappresenta per ognuno dei giovani selezionati quel treno da non potersi permettere di perdere e che li porterà così al successo e alla notorietà. Ma, ancor più, confermerà loro che è sotto la luce dei riflettori che possono esprimere davvero se stessi, avendo finalmente trovato il proprio posto nel mondo.
Tutte le storyline del film
Nella più tipica delle dinamiche tra ciò che accade sopra a un palco e l’ambito privato di ognuno dei personaggi, a cui la pellicola riserva singolarmente il proprio spazio per permettere allo spettatore di sbirciare nell’intimità di coloro che si trova davanti, Backstage: dietro le quinte mostra le emozioni che i ragazzi inseriscono nel canto e nei passi di danza. Sentimenti che diventano esibizioni e possono fuoriuscire attraverso l’arte, manifestando la necessità di alcuni giovani provetti di mostrare e condividere con il pubblico il proprio dono.
Un tentativo che mescola l’umanità dei personaggi all’aspetto intrigante e vivace dello spettacolo, per un mix che se solitamente può funzionare, in Backstage: dietro le quinte rimane del tutto sterile e inutilizzato. Pur riconoscendo il difficile compito di saper gestire le storyline di ben nove ragazzi, nel film tutti protagonisti allo stesso modo, è impossibile non notare come questo sacrificarsi per concedere a ognuno il medesimo sviluppo conduce la pellicola a tratteggiare personalità e percorsi troncati prima ancora di nascere e che non permettono un attaccamento reale e emotivo nello spettatore.
Dalle prove in teatro alle atmosfere
Una scrittura incresciosa per un prodotto che non punta a voler diventare il prossimo modello di riferimento per le pellicole musicali, ma non è in grado comunque di offrire un intrattenimento decoroso con cui potersi anche solo svagare o divertire. Un’atmosfera aggravata dallo stile amatoriale che pervade messinscena e regia, assi portanti delle produzioni filmiche che si appiattiscono fino a scomparire in Backstage: dietro le quinte, tanto da far crollare ben presto tutta la struttura inutilmente complessa della pellicola.
Dalle selezioni iniziali alle prove a teatro, fino alla conquista finale per poter finalmente entrare a far parte di un mondo che i protagonisti agognano, l’opera è pervasa da una mancanza di estro e di pregi. Vorrebbe far credere in una compagnia e in uno show a cui i ragazzi puntano per cambiare la propria vita e dedicarsi a ciò che hanno sempre desiderato, ma non risulta affatto credibile dal punto di vista dello spettatore, il quale percepisce molto più l’animo dilettantesco che quello professionale. Conferma che arriva anche con una conclusione che mostra le lacune nella stesura di una narrazione che non sa bene come giustificare tante delle scelte improprie e discutibili – sia estetiche, che nel racconto – che ha riservato alla pellicola.
Backstage: dietro le quinte e il suo (non) vedere la ribalta
Quando Fame incontra dei maestranti acerbi che vanno a sgretolare i sogni di gloria di un insieme di fiduciosi giovani, ecco accendersi le luci della ribalta per Backstage: dietro le quinte. Un teen movie incastrato nei suoi stessi meccanismi inutilmente complicati, in cui vanno sbiadendo le vocazioni artistiche dei personaggi, per uno spettacolo su cui sarebbe meglio chiudere subito il sipario, prima ancora di cominciare.
La recensione in breve
Backstage: dietro le quinte è il teen movie che vorrebbe portare i suoi protagonisti alla ribalta, ma si rivela una pellicola acerba e amatoriale, nonostante il talento dei suoi giovani attori.
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