Il film: Bassifondi, del 2022. Regia di: Trash Secco. Cast: Romano Talevi e Gabriele Silli.
Genere: Drammatico. Durata 95 minuti. Dove lo abbiamo visto: alla Festa del Cinema di Roma 2022.
La trama: La vita di due barboni viene ripresa mentre cercano di trovare il modo di sopravvivere per le strade di Roma.
I Fratelli D’Innocenzo continuano a offrire al cinema le loro sceneggiature. Mentre il duo si impegna sul set della sua prima serie televisiva, una grande produzione che segna uno dei titoli più attesi prossimamente nel panorama dell’offerta Sky, Bassifondi vede la luce passando in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, opera scritta dai gemelli e girata da Trash Secco. Un viaggio tragico in una Capitale sotterranea, che coperta dai ponti lungo le rive del Tevere cela la quotidianità sporca e lurida di una discarica a cielo aperto. Quella che i protagonisti considerano la loro casa, volendola decorare e arredare per svegliarsi in mezzo a qualcosa di bello che anche solamente aprendo gli occhi è possibile scrutare.
La vita di due clochard che, come vediamo nella recensione di Bassifondi, alternano alla loro ricerca di spicci una drammaticità che è quella di un’esistenza che può essere meravigliosa e sceglie invece di toglierti tutto. Di non farti più lavare, in cui non è più necessario pulirsi, che ti fa restare solo come un animale, a meno che la fortuna non ti benedica trovandoti un amico. Quello che sono l’uno per l’altro Callisto (Romano Talevi) e Romeo (Gabriele Silli), barboni di una Roma persa nei rifiuti, in cui i topi fanno da compagnia ricreando un senso lontano e sfaldato di famiglia.
La trama di Bassifondi
Il chiacchierone e il quieto, l’esuberante e il riflessivo. Uomini diventati di strada il cui passato è uno squarcio doloroso che trafigge quel velo che appartiene alla loro realtà, da cui non cercano neanche più di sfuggire. Allora cercano di coglierne ciò che può esistere di commovente, che osservano con attenzione fino alla prossima distrazione, un’altra via, l’ennesima richiesta di elemosina.
Due personaggi che si muovono all’unisono pur provenendo da background differenti. L’incontrarsi di un uomo che forse non ha mai avuto molto dalla vita e un altro a cui, invece, la sua è stata strappata. Ex marito, padre di famiglia, genitore abbandonato a cui nemmeno uno dei figli concede una parola, Romeo è la miseria imposta da fattori scatenanti che abbattono e devastano. Uno sguardo alla ricerca di una pìetas che è insieme assente eppure in tutte le cose. Un’immersione nella normalità di un’esistenza in cui muoversi in punta di piedi, sozzi e con i calzini bucati.
La sceneggiatura dei fratelli D’Innocenzo
Nell’usuale stile narrativo di Fabio e Damiano D’Innocenzo, i fratelli assettano un ambiente i cui i loro personaggi da prima gironzolano restituendo il contesto e l’animo di quei luoghi abitati dai protagonisti, i quali li formano e plasmano diventandone la diretta espressione.
Bassifondi agisce anche come palcoscenico umido e laido su cui Romeo e Callisto allestiscono il proprio show, preparandosi ogni mattina e andando in cerca di soldi per fare colazione, battendo le vie e derubando i bambini senza alcun rimorso pur di poter mangiare.
Una storia di quotidianità, vuoti e bellezze fugaci
È poi con la graduale prosa degli autori che la storia comincia a vertere su di un racconto in cui è pur sempre l’umano a rimanere centrale, mostrandone il tracollo che può trafiggerlo a livello emotivo, portando anche il corpo a risentirne. È la malattia dello spirito, dell’abbandono a se stessi, che pur quando si ha qualcuno accanto, non è possibile risanare. È una terapia che non ha effetto, è una mente ferma a ripensare a ciò che ha perso. È lo sprofondare di Romeo nel più tetro dei silenzi. È vagare ciecamente non avendo più niente da tentare e cadendo nella definitiva catalessi.
Un vuoto divorante, troppo espanso per essere ricoperto. È la semplicità degli affetti che potrebbe mandarci avanti e che invece è dispersa nel nulla, persa per sempre. È provare a sublimare le bellezze fugaci – il seno di una donna, una persona che si sta preparando -, e che va a marcire a sua volta nell’oblio. È la morte che arriva così “Prima uno respira, poi non respira più”, portandoci a una sofferenza che toglie qualsiasi cosa, anche l’ultima che poteva essere rimasta.
L’occhio alla regia di Trash Secco
Dall’iniziale utopia di poter vivere bene da senzatetto, raggiungendo anche un proprio equilibrio, ma non potendo che ritornare con la memoria a quando la vita era degna di essere chiamata tale, l’apporto di Trash Secco alla regia comprende punti di vista audaci che non si limitano allo strazio del film di venire fuori, ma lo esaltano con luci psichedeliche e frame isolati.
Vanno martoriandolo ancora di più, lo isolano nei dettagli di un formato già stretto sui personaggi, agendo con violenza. Assonanze poetiche e virulente per chi non ha scampo. Un afflato disperato quello di Bassifondi, a cui l’illusione di vita dei protagonisti non corrisponde alcuna presa con ciò che si può sopportare nella realtà.
La recensione in breve
In Bassifondi è racchiusa la prosa dei fratelli D'Innocenzo e la visionarietà del regista Trash Secco. Una storia su un tracollo che è difficile definire vita, mentre tenta di aggrapparsi a ciò che resta di bello.
- Voto CinemaSerietv