Il film: Bologna Brigante, 2024. Regia: Giuseppe Martone Junior. Cast: Elisabetta Cavallotti, Inoki, Franco Trentalance, Federico Poggipollini, Orfeo Orlando, Paolo Maria Veronica, Iris Berthoud, Alessandro Leo, Carmelo Macrì, Alessandro Mauthe, Daniele Messina, Mariema Faye, Valentina D’Andrea, Jessica Fraulo Ryder, Andrea Marozzo, Dario de Luca, Niccolò Sivieri, Dario De luca , Antonella Carbone, Alberto Gallucci, Antonio Landi, Laura Gigante. Genere: Black comedy. Durata: 118 minuti. Dove l’abbiamo visto: in anteprima al cinema.
Trama: Pietro Marino lascia la Calabria per Bologna in cerca di vendetta, ma si ritrova immerso nella vitalità di una città in cui le vite di studenti, borghesi in difficoltà e baristi si intrecciano come se fossero una sola.
A chi è consigliato? A chi ama Bologna, i racconti corali e i film che parlano di vita vera.
Con il suo debutto alla regia, Giuseppe Martone Junior ci regala una black comedy che mescola il sapore della Calabria con il fascino unico di Bologna, con l’intento ben preciso di divertire, emozionare e far riflettere il suo pubblico. Nato nel 1986 vicino Napoli, Martone è già noto come fotografo e regista di videoclip e corti (Giulia Lady Boy Mon Amour, #oddiorestoacasa), ma qui si misura con la sfida di un lungometraggio, supportato dalla Tiro Production, una giovane realtà che include lo stesso Martone, il montatore Niccolò Cinti e il cantautore Michele Maccaferri (in arte Malecherifarei), autore delle musiche originali.
Bologna Brigante debutta il 2 dicembre al Medica Palace di Bologna in anteprima e sarà poi in programmazione all’Arlecchino dal 12 al 31 dicembre grazie al Circuito Pop Up.
Tra la Calabria e Bologna
Pietro Marino, 26 anni, lascia il piccolo paese della Calabria nel quale è nato per una missione insolita: vendicare il nonno, un brigante morto prima di poter regolare i propri conti in sospeso. Non parte, quindi, per lavoro o per studio, ma per cercare il nipote del rivale di famiglia, un incontro che lo porterà nel cuore pulsante di Bologna. Qui, la sua missione si intreccerà con le vite di tre “famiglie” che vivono nella stessa palazzina: un gruppo di studenti coinquilini, una “Bologna bene” ormai decaduta e una cerchia di dipendenti di un bar con assurde storie da raccontare.
Originariamente concepito nel 2020 come una serie, il progetto ha trovato nella forma del lungometraggio la sua espressione ideale, offrendo una narrazione più strutturata e coesa.
Un’ode alla città felsinea
Bologna Brigante è un vero e proprio atto d’amore verso Bologna, una città che non si limita a fare da sfondo ma si erge a protagonista, plasmando le vite dei suoi abitanti e lasciandosi plasmare a sua volta. La Bologna di Martone è un luogo che cambia a ogni angolo di strada, dove dietro un portone si nasconde un mondo nuovo, sempre diverso, eppure intrinsecamente sempre fedele alla sua essenza. È una città che non si può ingabbiare in definizioni: è il fascino elegante dei suoi portici, ora riconosciuti come patrimonio UNESCO, ma anche l’umanità delle vite che si incrociano sotto di essi.
Il film cattura la complessità di una città che è insieme tradizione e modernità, quotidianità e straordinarietà. Dai palazzi storici – tra cui quello in via Fondazza, un tempo casa di Giorgio Morandi – ai suoi scorci più intimi e meno noti, Bologna emerge come un microcosmo che racconta non solo se stessa, ma anche la condizione umana. In questo senso, la macchina da presa è utilizzata sia per esplorare la bellezza visiva della città, sia la sua complessità sociale e culturale, svelandone al tempo stesso le contraddizioni e i legami.
Ma Bologna è qui anche un crocevia di storie: quelle di studenti che arrivano da lontano, di famiglie della “Bologna bene” che affrontano il declino, e di personaggi bizzarri che trovano nei bar o nei vicoli un palcoscenico per le loro vicende. È una città accogliente e spietata, capace di riflettere e amplificare le storie personali dei suoi protagonisti.
Lo sguardo dei fuorisede
Se la città felsinea è un caleidoscopio di storie e identità, in Bologna Brigante emerge soprattutto attraverso lo sguardo dei fuorisede, giovani protagonisti di un viaggio di scoperta personale e collettiva. Martone ci porta dentro l’universo complesso e vivace di chi lascia la propria città d’origine con una valigia piena di sogni, paure e speranze, per approdare in una realtà tanto affascinante quanto imprevedibile. Qui si parla di sfide quotidiane che diventano riti di passaggio: la disperata ricerca di una stanza a prezzi abbordabili, l’equilibrio precario tra esami universitari e lavoretti per mantenersi, e il desiderio irrefrenabile di vivere esperienze indimenticabili.
È un ritratto autentico, che non indulge in stereotipi, ma racconta con sincerità le mille sfaccettature della Bologna universitaria. C’è la libertà di reinventarsi, la bellezza di legami che nascono in una serata qualsiasi e diventano perenni, e quella strana alchimia per cui le difficoltà condivise cementano i rapporti. Chi arriva a Bologna spesso lo fa per un motivo preciso, come studiare o lavorare, ma la città ha il potere di stregare, trasformandosi da una tappa della vita in un punto di arrivo, un luogo da cui è impossibile separarsi.
Un cast autentico
Il cast di Bologna Brigante è uno dei suoi punti di forza, capace di unire freschezza e intensità emotiva. I giovani interpreti, sebbene spesso al debutto, portano in scena una genuinità che cattura lo spettatore. Grazie a una selezione accurata, ogni attore sembra nato per il proprio ruolo: i personaggi sono infatti costruiti su misura, con accenti e inflessioni che conservano l’autenticità delle loro radici, rendono il tutto ancora più credibile e coinvolgente. Questa scelta di non uniformare ma di abbracciare, invece, la diversità linguistica, conferisce al film una dimensione di realtà, dando vita a un microcosmo pulsante nel quale ogni voce trova il proprio spazio.
A impreziosire la pellicola ci sono poi i camei di personalità celebri: dal carisma di Inoki, all’iconico Franco Trentalance, fino al cantautore Federico Poggipollini. Questi brevi interventi non sono solo mere apparizioni, ma veri e propri siparietti che conferiscono alla trama ironia e leggerezza. Una menzione speciale va, infine, a Elisabetta Cavallotti, volto noto del cinema italiano, con partecipazioni a film come I laureati (1995), Guardami (1999), Cattive inclinazioni (2003) e il recente Si vive una volta sola (2021) per la regia di Carlo Verdone. Nei panni di Bianca, una borghese decaduta, l’attrice offre una performance sfaccettata, capace di oscillare tra dramma e comicità.
Un film per tutti?
Per quanto Bologna Brigante brilli per autenticità e affetto nei confronti della città che celebra, potrebbe non essere un film adatto a tutti i palati cinematografici. La scelta di Martone di privilegiare gli spaccati di vita quotidiana dei personaggi, con i loro dialoghi vivaci e spesso prolungati, riflette un approccio narrativo contemplativo che si allontana dalle convenzioni del cinema più dinamico. È una narrazione che richiede al pubblico di immergersi nel ritmo del film, assaporando ogni scena come un capitolo di un libro che si sfoglia lentamente, più che come un thriller avvincente.
Chi cerca emozioni forti, colpi di scena e un andamento serrato potrebbe percepire il film come eccessivamente statico, quasi introspettivo. Eppure, proprio questa caratteristica rappresenta la forza e la peculiarità di questo progetto: non è, infatti, un film che si limita a raccontare, ma uno che invita lo spettatore a vivere, a osservare, a riconoscersi nei frammenti di storie che si intrecciano sotto i portici di Bologna.
Una cosa è certa: chiunque abbia Bologna nel cuore, chi ha camminato almeno una volta tra le sue strade o si è lasciato cullare dal suo spirito, troverà in Bologna Brigante un omaggio sincero e irresistibile.
La recensione in breve
Bologna Brigante è un ritratto intimo e corale che celebra Bologna e i suoi mille volti, dal fascino storico alla vivacità giovanile. Con ironia e sensibilità, il film di Martone trasporta lo spettatore in un universo di personaggi autentici e storie intrecciate, offrendo un’esperienza che mescola nostalgia, risate e riflessione. Nonostante un ritmo che può sembrare contemplativo, l’opera si rivela un affresco umano che chi ama la città e le narrazioni genuine apprezzerà a fondo.
Pro:
- Ritratti autentici e spontanei dei personaggi.
- Ambientazioni suggestive che omaggiano Bologna.
Contro:
- Non adatto a chi ricerca l'azione
- Voto CinemaSerieTV