Il film: Bones and All, 2022. Regia di: Luca Guadagnino. Cast: Taylor Russell, Timothée Chalamet, Mark Rylance, André Holland, Chloë Sevigny, Jessica Harper, David Gordon Green, Michael Stuhlbarg, Jake Horowitz.
Genere: sentimentale, orrore. durata: 130 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Mostra del Cinema di Venezia, in lingua originale.
Trama: Maren e Lee sono due adolescenti che vivono ai margini della società nel tentativo di nascondere uno spaventoso segreto: i ragazzi, infatti, si cibano di carne umana. Il loro incontro li porterà a compiere un viaggio alla scoperta di se stessi, mentre cercano di accettare la propria natura.
Per il suo settimo lungometraggio nonché primo film americano e adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Camille DeAngelis, Luca Guadagnino rinnova il sodalizio artistico con diversi nomi che hanno già collaborato con lui in passato: Timothée Chalamet e (un quasi irriconoscibile) Michael Stuhlbarg in Chiamami col tuo nome (2017), Jessica Harper in Suspiria (2018) e Francesca Scorsese e Chloë Sevigny (qui con una sola battuta) nella miniserie We Are Who We Are (2020). New entry nell’universo di Guadagnino è, invece, Taylor Russell, attrice canadese coprotagonista di Bones and All e rivelazione di questa Venezia79. Un film, quello presentato in concorso al Festival, che parla di fame: fame di vita, di identità e di carne. Sì perché, l’ultima opera del regista siciliano, è una storia d’amore e di cannibalismo.
Come vedremo nella nostra recensione di Bones and All, Guadagnino mette in scena una potente pellicola on the road nella quale i suoi giovani protagonisti intraprendono un viaggio ai margini della società che nasce come una fuga ma che si trasforma presto in un percorso di crescita e di accettazione. Fino alla conquista della libertà di essere se stessi.
Il film è stato presentato in anteprima a Milano il 12 novembre 2022, nel corso di un evento esclusivo che ha visto la partecipazione del regista e degli attori protagonisti, ed esce nelle sale italiane oggi 23 novembre. Bones and All è valso a Guadagnino il Leone d’Argento per la miglior regia e a Taylor Russell il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia.
La trama di Bones and All: accettare la propria natura
Maren (Taylor Russell) sembra un’adolescente come ce ne sono tante. In realtà, dietro la maschera di una liceale timida e riservata, si nasconde una ragazza dall’irrefrenabile fame. Di carne umana. Sì, perché Maren è inspiegabilmente nata con questo particolare appetito al quale è impossibile resistere e che l’ha costretta più volte a trasferirsi insieme al padre. Quando, però, anche quest’ultimo la abbandona al suo destino, sopraffatto dall’incapacità di gestire la peculiare natura della figlia, la ragazza si ritrova a dover sopravvivere contando solo sulle proprie forze. Almeno fino a che non incontra Lee (Timothéè Chalamet), un giovane vagabondo che condivide i suoi stessi bisogni alimentari. Uniti dalla possibilità di esprimere finalmente la propria natura, i due intraprenderanno un viaggio attraverso l’America degli anni Ottanta in direzione Minnesota, alla ricerca della madre biologica di Maren. Una strada che li condurrà alla scoperta del vero amore e di chi sono veramente.
Vivere ai margini
“C’è qualcosa nei diseredati, in coloro che vivono ai margini della società che mi attira e commuove.” Luca Guadagnino porta sullo schermo la storia d’amore tra due reietti, incontratisi per caso lungo la strada e subito riconosciutisi. Sono due anime smarrite, Maren e Lee. La prima in fuga – prima di tutto da se stessa – e alla disperata ricerca di quelle radici che possano dare un senso a una condizione che non è in grado di accettare, ma neanche di controllare. Il secondo, perso in un continuo vagabondare senza meta e diviso tra il suo bisogno di sfamarsi, da un lato, e l’amore per la sorella, dall’altro. Insieme, i ragazzi danno vita a un incontro tra due solitudini che si fondono l’una nell’altra, soddisfacendo quel bisogno disperato e del tutto umano di essere accettati e di trovare qualcuno che sia uguale a noi.
Cannibalismo come metafora di diversità
Da ciò che abbiamo detto finora, emerge come il cannibalismo, in Bones and All, non sia altro che una metafora della diversità. Il bisogno di cibarsi di carne umana, infatti, non porta con sé alcun simbolismo recondito ma rappresenta un’esigenza reale per Maren e Lee, che li porta a nascondersi per sfuggire al pregiudizio e alla vergogna. In questo senso, quella raccontata nel film potrebbe essere la storia di due persone qualsiasi soggette a una determinata condizione stigmatizzante – come può essere una dipendenza – impossibile da controllare. Per questo, lo spettatore, dopo un legittimo shock iniziale, comincia a provare per loro un profondo sentimento di empatia, vedendo i particolari bisogni dei due giovani non come una mostruosità ma semplicemente come un destino al quale non possono sottrarsi. Ad aiutare in questo processo di comprensione è, sicuramente, anche l’incredibile chimica tra i due attori protagonisti, capaci di dar vita a un potente mix di irrequietezza, passione e innocenza che incarna poi l’anima del lungometraggio.
America on the road
Il primo film americano di Luca Guadagnino rappresenta, per il regista, l’occasione di far viaggiare il suo pubblico attraverso le infinite strade e i paesaggi sconfinati del territorio statunitense. Un viaggio reale, alla scoperta di un Mid-West degli anni Ottanta ricco di contraddizioni, dove l’espansione economica va a braccetto con una realtà di profonda emarginazione sociale. Ma anche un viaggio inteso come metafora di quel senso di smarrimento che provano Maren e Lee, così come moltissimi giovani d’oggi. Il sogno dei protagonisti di Bones and All, infatti, è quello di trovare un posto che possano finalmente chiamare “casa” e in cui non dover temere più il rifiuto. Cercando di raggiungere questo obiettivo, i due compiranno un profondo processo di trasformazione, proprio come nella più genuina tradizione delle pellicole on the road.
La recensione in breve
Bones and All, ultima fatica di Luca Guadagnino con Timothée Chalamet, racconta una potentissima storia d'amore e cannibalismo, in cui due solitudini si incontrano e si riconoscono, legittimando per la prima volta la loro esistenza. Un viaggio on the road che passa attraverso l'accettazione della propria natura per arrivare alla scoperte di se stessi.
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