Il film: Caccia all’eredità, 2024. Regia: Sylwester Jakimow. Cast: Maciej Stuhr, Gabriela Muskala, Franek Slominski, Józefina Karnkowska, Joanna Trzepiecinska, Piotr Pacek. Genere: Murder mystery, commedia. Durata: 94 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: I membri di una famiglia riunitasi dopo la scomparsa improvvisa di un eccentrico e ricchissimo zio devono risolvere un rompicapo per entrare ognuno in possesso dell’eredità.
A chi è consigliato? A chi è alla ricerca di un murder mystery senza alcuna pretesa, se non quella di ripetere a oltranza i clichè del genere.
L’ultima dimostrazione del fatto che i romanzi di Agatha Christie possano essere riletti e reimmaginati all’infinito è stata la saga imbastita da Rian Johnson con il suo Knives Out – Cena con Delitto. Il successo di questo esperimento ha portato al lucroso contratto di Johnson con Netflix e alle successive puntate delle avventure del detective Blanc, oltre ad aver aperto la porta ad altri discepoli dell’audiovisivo, come Tom George e il suo audace Omicidio nel West End, e le eccellenti serie Afterparty e Only Murders in the Building. Con il film polacco Caccia all’eredità, Netflix presenta l’ennesima variazione sul tema, un film che combina umorismo pungente e dramma, in cui una famiglia disfunzionale si riunisce nella villa di un ricchissimo parente per accaparrarsi la sua eredità.
Come vedremo in questa recensione di Caccia all’eredità, il film diretto da Sylwester Jakimow e sceneggiato da Łukasz Sychowicz, racconta l’esperienza all’ultimo sangue di una famiglia alle prese con una serie di enigmi per accedere alla fortuna del loro defunto ed eccentrico parente. Pur promettendo un’intrigante combinazione di dramma, mistero e commedia, Purtroppo, Caccia all’eredità dimostra con forza che non basta prendere un genere popolare – la commedia murder mystery – per avere successo in un contesto completamente agli antipodi: è necessario avere un’idea e saperla adattare e rileggerla alla luce del nuovo modo in cui si intende contesualizzarla.
Caccia all’eredità: la (solita) lotta feroce tra parenti
Un eccentrico milionario muore in seguito a un incidente improvviso: i parenti si riuniscono per ascoltare le ultime volontà del defunto, ma ognuno di loro ha un solo obiettivo: accaparrarsi la grossa eredità. Un insieme di eventi li conduce a una villa misteriosa, piena di stanze nascoste, corridoi e segreti del passato. Quello che i parenti in conflitto non sanno, però, è che lo zio ha preparato alcune sorprese appositamente per loro nella tenuta. Con grande sorpresa, il defunto, noto per il suo carattere stravagante, ha lasciato un’ultima sfida: una serie di indovinelli e compiti da risolvere per accedere alla fortuna.
Tutti cercano di raggiungere per primi la villa, credendo che chi arriva per primo otterrà la parte maggiore dell’eredità. Una volta giunti alla villa, il maggiordomo li informa che la lettura del testamento avverrà più tardi, durante la cena. Con grande sorpresa, lo zio appare dall’ombra, vivo e vegeto. Il giorno successivo, alla notizia della morte dello zio, iniziano le accuse reciproche tra i familiari, rivelando la tensione e la mancanza di fiducia. Arrivano gli agenti di polizia e l’identità di ciascuno diventa incerta. Durante gli interrogatori, tutti raccontano la propria versione dei fatti, nascondendo alcune verità.
A caccia di… originalità
Dalle premesse, l’omaggio di Yakimov alla narrativa poliziesca in stile whodunit prometteva di fondersi perfettamente con l’arguzia intertestuale. Tuttavia, ciò che doveva essere la chiave del successo si è rivelato un fallimento: Caccia all’eredità non è né divertente né ben recitato: la trama presenta lacune e non riesce a coinvolgere, la sceneggiatura è confusa, i dialoghi sono sommari e le battute stantie, mentre i personaggi mancano di profondità. Nonostante il talento degli attori, questi si perdono nel ritmo e nelle tonalità mutevoli del film: sembra, infatti, che il team creativo non avesse ben chiaro che tipo di storia si volesse raccontare, a parte l’uso del linguaggio di genere.
Che Caccia all’eredità sia un film comico è chiaro a tutti. Con una stanza piena di persone costantemente in contrasto tra loro, il film mostra come confusione, imbarazzo e gelosia siano le forze trainanti delle loro azioni. Questo giallo si presenta come una commedia divertente e leggera, senza pretese di essere altro, e per la maggior parte del tempo, funziona bene. Almeno nelle premesse, potrebbe ricordare Cena con Delitto – Knives Out, con un gruppo di persone che si scontra per un’eredità mentre i segreti di ognuno vengono lentamente rivelati. Tuttavia, questo film polacco del 2024 manca delle sfumature, dell’arguzia e del fascino del suo predecessore. Anche se presenta momenti divertenti e qualche battuta spiritosa, il film segue principalmente un percorso prevedibile e non aspira a essere altro, il che, in fondo, va bene. È chiaro che il regista Sylwester Jakimow vuole che il suo film sia un piacevole passatempo ma sta allo spettatore giudicare se riesca nell’intento.
La recensione in breve
A Caccia all'eredità manca il brio e l'arguzia del caposaldo del murder mystery a cui vorrebbe ispirarsi: Knives Out di Rian Johnson.
Pro
- Uno scenario innovativo per il pubblico occidentale
- La durata contenuta
Contro
- Una storia ai limiti del prevedibile e per nulla ispirata
- Personaggi che vogliono essere sopra le righe ma non rimangono
- Voto CinemaSerieTv