Il film: Cuckoo, 2024. Regia: Tilman Singer. Cast: Hunter Schafer, Dan Stevens, Jessica Henwick, Àstrid Bergès-Frisbey, Jessica Henwick, Marton Csokas e Greta Fernández. Genere: Horror. Dove l’abbiamo visto: in anteprima alla Berlinale.
Trama: Gretchen viene portata dal padre sulle montagne tedesche con la sua nuova famiglia, in un hotel in cui sta lavorando. Le cose si fanno subito molto strano per l’adolescente: strani individui che si aggirano nella hall e la presenza di una mortifica creatura femminile nella foresta circostante.
La casa di distribuzione NEON fa ormai concorrenza a A24 e Bloomhouse nel puntare su promettenti registi di genere. Fuori concorso alla Berlinale NEON presenta Cuckoo, un horror che conquista da subito fondendo il folklore teutonico a una certa dose di tagliente ironia nel raccontare gli idilli alpini europei, visti attraverso gli occhi di un’adolescente statunitense.
Il film ha anche il merito di aver scoperto prima di Hollywood Hunter Schafer, l’interprete di Euphoria e del prequel di Hunger Games, rivelandone l’attitudine da scream queen. La protagonista del film brilla anche quando la pellicola diventa vittima dell’inesperienza del suo realizzatore, sfuggendogli di mano. Vi spieghiamo perché questo fallimento è comunque un film promettente nella nostra recensione di Cuckoo.
Il re tedesco e l’adolescente americana
La diciassettenne Gretchen viene trascinata dal padre tra le montagne teutoniche insieme alla sua nuova famiglia. La madre è morta, il papà si è risposato. La ragazza si ritrova a vivere nella foresta tedesca insieme a una sorellina adottiva e a una neo-mamma che non vuole. I genitori di Gretchen stanno lavorando alla pianificazione di un nuovo resort tra le montagne per il signor König; un tipo sopra le righe e dall’approccio viscido, che propone all’adolescente di lavorare alla reception del suo hotel.
La giovane è da subito testimone di eventi bizzarri: alcune ospiti dei bungalow che circondano la struttura si aggirano per la reception in stato confusionale, vomitando per terra, mentre nottetempo una figura femminile misteriosa attacca chiunque si muova per la foresta. Gretchen vuole solo tornare negli Stati Uniti, ma lasciare il “nido per piccioncini” di König e dei suoi collaboratori è ben più difficile del previsto.
Cuckoo è vittima dell’inesperienza del suo regista
Cuckoo è il classico horror che sconta la scarsa esperienza del suo giovane sceneggiatore e regista. L’avvio è brillante, l’atmosfera simil bavarese del resort che s’intreccia alla celebre leggenda del pifferaio di Hamelin promette un film davvero stuzzicante. Tilman Singer però è vittima del suo stesso talento.
nell’avvio la pellicola conquista con un lavoro molto acuto a livello di movimenti di cinepresa, omaggiando nell’estetica gli horror vecchia scuola. Quando Gretchen va a sbattere contro una vetrata perde dalla fronte un copioso rivolo di sangue vischioso, impossibilmente brillante, che tanto ricorda Dario Argento e l’horror d’antan nostrano. Ottimo è anche l’impiego della colonna sonora, tra cui si segnala l’utilizzo geniale di una vecchia hit di Loretta Goggi. Perché venga usata in un certo punto del film lo potranno però capire solo gli spettatori italiani, in grado di capire il testo della canzone.
Quando però c’è da gestire l’ottima premessa del film e dare le spiegazioni del caso sul misterioso mostro primordiale che popola le foreste di Cuckoo, Singer perde il passo. La compattezza tonale del film si sfalda, le reazioni dei personaggi agli eventi si fanno sempre più inverosimili. Alcune scene che sulla carta potrebbero essere grandiose risultano forzate.
Cuckoo rimane comunque un fallimento promettente. Ha l’indubbio merito di aver scoperto e puntato sulla giovane Hunter Schafer, ben prima che Hollywood la notasse. Il suo volto spigoloso, l’atteggiamento da maschiaccio, la capacità di convogliare l’irritabilità e la goffa dolcezza di Gretchen. Questi elementi la rendono una promettente scream queen.
La recensione in breve
Cuckoo deraglia per via dell'inesperienza del suo regista, ma mostra sia il suo potenziale di crescita, sia la bravura della giovane Hunter Schafer: anche se non è riuscito pienamente, può valere la visione per gli appassionati del genere, in attesa di vedere cosa combinerà Singer in futuro.
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