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Home » Film » Recensioni film » Day Shift, la recensione: quel pomeriggio di un giorno da vampiri

Day Shift, la recensione: quel pomeriggio di un giorno da vampiri

La recensione di Day Shift, film di JJ Perry da oggi disponibile su Netflix, con Jamie Foxx, Dave Franco e Snoop Dogg protagonisti.
Agnese AlbertiniDi Agnese Albertini12 Agosto 20226 min lettura
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Jamie Foxx in Day Shift
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Il film: Day Shift -A Caccia di Vampiri del 2022. Regia di J. J. Perry Cast: Jamie Foxx, Dave Franco, Karla Souza, Snoop Dogg.
Genere: azione/fantastico/commedia, durata 114 minuti. Dove lo abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.

Trama: Un padre operaio che deve mantenere la figlia usa il suo lavoro di addetto alla pulizia delle piscine come copertura per il suo vero impiego: cacciare e uccidere vampiri.


Forse Day Shift ha completamente sbagliato epoca. Forse proviene direttamente dagli anni in cui questo tipo di cinema horror leggero e originale veniva preso sul serio: gli anni Ottanta. Anni in cui qualche produttore avrebbe investito in un progetto del genere, sia dal punto di vista creativo che finanziario; anni in cui non sarebbe stato riversato su Netflix per riempire il catalogo delle nuove aggiunte. Alla base di questa commedia vampiresca c’é una sincera e consapevole nostalgia, e lo dimostrano i non pochi riferimenti a uno dei punti culminanti del genere, Ragazzi Perduti (1987) di Joel Schumacher. Eppure, come vedremo nella nostra recensione di Day Shift, da oggi disponibile su Netflix, atmosfera nostalgica non significa qualità, soprattutto quando una sceneggiatura si muove su un terreno narrativo tanto labile quanto poco intrigante.

La trama: vampiri a Los Angeles

Karla Souza in Day Shift

La premessa di Day Shift è sicuramente abbastanza funzionale per un buddy movie intriso di sangue: un cacciatore di vampiri agguerrito (il Bud Jablonski di Jamie Foxx) è costretto a fare squadra con il suo collega pacifista (il Seth di Dave Franco) per ripristinare la sua reputazione tra l’élite degli sterminatori di succhiasangue. Quando non riesce a raccogliere i 5.000 dollari necessari per pagare la retta scolastica e l’apparecchio della figlia (Zion Broadnax), la sua ex moglie (Meagan Good) si trasferisce in men che non si dica in Florida, abbandonandolo al suo destino in California. Nella lotta contro i vampiri, che dovrebbe ripristinarne la reputazione e fargli ottenere i soldi che gli mancano, Bud Jablonski incontrerà Snoop Dogg, nei panni del pistolero Big John Elliott, e dovrà vedersela con la “vampira alfa” Audrey (Karla Souza) che minaccia di governare l’umanità con il sistema più malvagio possibile: lo sviluppo immobiliare.

J.J. Perry è uno stuntman, qui per la prima volta nei panni di regista, e collabora in Day Shift con il collega Chad Stahelski (John Wick) alla produzione. Spostiamoci dunque dalla trama del film – come abbiamo riportato, derivativa e fuori tempo massimo – e passiamo a quello che dovrebbe essere il punto di forza di questo sodalizio “tecnico”: l’azione. Sapere come coreografare un combattimento richiede infatti una serie di skills differenti dal riuscire a catturarlo su pellicola. L’opera di Perry è disseminata di idee interessanti – come lanciare un proiettile in modo che atterri perfettamente nella camera di un’altra pistola – ma sembra che la cinepresa sia nelle mani di un agente immobiliare, piuttosto che di un regista. Spesso e volentieri, siamo più attratti dalla planimetria delle ville in cui avvengono le uccisioni, che spaventati dai vampiri. Questo, molto probabilmente, è abbastanza per farci capire che i vampiri immobiliari di Karla Souza non riescono ad essere presi sul serio.

Il lavoro a turni (non) fa paura

Dave Franco in Day Shift

Proprio per quanto concerne il trattamento dei villain del film, la delusione è alle stelle. Sono infatti gli stessi contorsionisti e i performer del Cirque du Soleil ad interpretarli e a metterne in luce la flessibilità e le doti acrobatiche, che dovrebbero renderli quasi impossibili da annientare. L’introduzione della troupe circense in un film Netflix è incredibilmente affascinante, ma il loro operato viene ridicolizzato da una CGI scadente. L’asse indiscutibile della narrazione e unico vettore emotivo che dà al film un po’ più di profondità è il personaggio di Foxx, che vive una situazione famigliare e lavorativa precaria e che potrebbe perdere la sua famiglia da un momento all’altro. Eppure, manca anche l’eccentricità necessaria per far balzare fuori dallo schermo i suoi personaggi o il suo mondo. L’intero cast appare sottotono e soprattutto i due protagonisti Foxx e Franco, più che un duo comico male assortito – come dovrebbe essere a livello narrativo – sembrano semplicemente due individui leggermente irritati l’uno dall’altro. La collaborazione tra Bud e Seth è conforme a uno schema prevedibile: Bud è il cacciatore veterano e spregiudicato, mentre Seth è un topo da biblioteca (ha imparato a memoria il codice del sindacato) ma un ostacolo sul campo di battaglia.

Man mano che il film procede, l’amicizia tra Bud e Seth si sposta al centro della scena, mentre gli altri personaggi passano in secondo piano. Questo significa che anche i vampiri – che dovrebbero essere villain quanto meno ironici – vengono completamente spazzati via non solo dalle botte dei due ammazzavampiri ma anche da una sceneggiatura che perde progressivamente il tono imposto. Esteticamente e narrativamente, i vampiri di Day Shift non hanno forma ed è difficile seguire la politica del loro mondo: chi è considerato un buon vampiro? Chi è un cattivo? Perché esiste un’attività di caccia? E poi c’è Audrey, la vampira malvagia che trama per dominare il mondo, la cui storia sembra troppo piatta per alimentare l’ultima parte del film.

Una “piscina” di intuizioni sprecate

Snoop Dogg in Day Shift

Dal tramonto all’alba (1996) e Scuola di Mostri (1987) sono solo alcuni dei paragoni filmici e culturali che Day Shift mette in atto. Ma l’artificiosa frivolezza del film, il cui spettro fotografico è marcato da quella tonalità arancio-blu-verde che affligge tanti film d’azione Netflix, priva Day Shift della sensibilità di cui avrebbe avuto bisogno per funzionare come ritorno al passato. La verità è che Day Shift è un film che oscilla tra il semplice e l’elementare. La sceneggiatura di Tyler Tice e Shay Hatten (Army of the Dead) propone alcune intuizioni intriganti, soprattutto in relazione al sindacato di cacciatori di vampiri che fa impazzire il protagonista, ma lo sviluppo di queste viene buttato in piscina – letteralmente – e si riduce a un paio di battute dall’efficacia alquanto irregolare.
È così che con Day Shift una giornata di lavoro si trasforma in una tipica formula Netflix riconfezionata con creature che tanto fanno gola al genere horror ma che, ahimè, qui non fanno paura neanche a una bambina di sei anni. Eppure, come ogni buon film “da piattaforma” che si rispetti, un sequel sembra tanto inutile, quanto assicurato.

La recensione in breve

4.5 Innocuo

Day Shift è un film dall'identità incerta, tanto quanto quella dei suoi vampiri, sospesi tra le vittime di un "buddy movie" sanguinolento ma innocuo, che faticosamente porta a compimento una storia famigliare archetipica per le commedie losangeliane.

  • Voto ScreenWorld 4.5
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