Il film: Dieci Minuti, 2024. Regia: Maria Sole Tognazzi. Cast: Barbara Ronchi, Fotinì Peluso, Margherita Buy, Alessandro Tedeschi. Genere: Drammatico. Durata: 102 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix, in lingua originale.
Trama: Bianca entra in una fase di piena crisi esistenziale decide di ricorrere ad una psicoterapeuta, che chiede alla sua paziente di dedicare dieci minuti del suo tempo ogni giorno a qualcosa che non ha mai fatto prima.
A chi è consigliato? A chi ha cerca storie femminili nel cinema italiano, personaggi sfaccettati che portino una ventata di aria fresca nel nostro cinema.
A dieci anni di distanza da Io e lei, la regista Maria Sole Tognazzi è ritornata al cinema a gennaio con Dieci Minuti, adattamento del romanzo di Chiara Gamberale Per dieci minuti, cosceneggiato assieme a Francesca Archibugi, e ora disponibile anche su Netflix per lo streaming. Come vedremo nella nostra recensione di Dieci Minuti, il film si pone come un ritratto intenso dell’esistenza femminile: Tognazzi sovverte i canoni tradizionali del cinema italiano mettendo al centro i personaggi femminili, raccontando una storia che parla di ricominciare da capo, uscendo dal dolore che ci fa rimanere chiusi nella nostra mente, e allargando lo sguardo agli altri, dandosi una seconda possibilità dopo l’abbandono.
Dieci minuti: una sfida come terapia
Bianca (Barbara Ronchi) è nel mezzo di una catastrofe di sfortune: non solo si è appena separata dal marito Niccolò (Alessandro Tedeschi), ma è stata anche licenziata dal direttore della rivista per cui scriveva rubriche al femminile. Dopo un incidente automobilistico e un tentato suicidio, è sprofondata in un esaurimento nervoso. La donna abita a Roma, ma ha tutta la famiglia lontana, a Palermo. Nella Capitale, ha solo due persone vicine: la sorella Jasmine (Fotinì Peluso), nata da una relazione extraconiugale del padre e la Dottoressa Brabanti (Margherita Buy), psicoterapeuta assegnatale dopo il ricovero, che diventerà una figura centrale nel percorso di rinascita della nostra protagonista, a cui affiderà una terapia peculiare. Ogni giorno, come compito, Bianca deve dedicare dieci minuti a se stessa, buttandosi in esperienze nuove e a cui non avrebbe mai pensato di dedicarsi, lasciando da parte ogni timore, per trasformare le sue debolezze in punti di forza.
Raccontare il femminile
L’intento principale di Dieci minuti è quello di rappresentare personaggi femminili autentici e sfaccettati, compito già affrontato egregiamente dal romanzo di Gamberale. Barbara Ronchi risulta la scelta perfetta per il personaggio di Bianca, con le cui necessità e tensioni emotive è facile immedesimarsi. Bianca è un’eroina moderna, laddove il diventare eroina significa dare un senso al proprio mondo interiore, lottare contro l’impertinenza dei pensieri che ci costringono a rimanere troppo dentro di noi. Proprio perchè il conflitto di Bianca è, soprattutto, interiorizzato, non sempre i vettori esterni di questa transizione riescono a ritagliarsi la giusta luce per emergere: Dieci minuti è sì un film di donne e sull’esistenza femminile, ma la sensazione che il personaggio di Bianca sia l’unico veramente a fuoco rimane imperante, nonostante le interpretazioni convincenti delle comprimarie.
Dieci Minuti esplora la rinascita di una donna attraverso la lente di un rituale quotidiano: come dicevamo, il cuore del film è l’idea di dedicare dieci minuti al giorno a fare qualcosa di nuovo per riscoprire sé stessi. Bianca, consigliata dalla sua psicologa, interpreta questi dieci minuti come un’opportunità per affrontare sfide mai tentate, come andare a un funerale, rubare in un grande magazzino, e ricucire il rapporto con la sorellastra. Questi piccoli atti quotidiani si propongono come rimedi alla sua disperazione e mancanza di fiducia.
Qualche inciampo di ritmo, ma uno scenario coinvolgente
Tra gli aspetti più intriganti di Dieci Minuti, troviamo soprattutto la direzione registica di Tognazzi, che riesce a inquadrare Roma da un’angolazione molto originale, lontana dai soliti clichè e che, soprattutto, si allinea con il percorso introspettivo della protagonista. Siamo abituati ad associare il cammino di queste psicologie in evoluzione con ben altre città, quelle dalla componente più romantica e nostalgica (Parigi), o quelle costruite sul movimento frenetico (New York), dunque, il fatto che anche una città italiana possa porsi sulla stessa linea è sicuramente interessante.
Soprattutto nella parte iniziale, la narrazione tende a confondersi e confondere più del dovuto, indugiando su una cronologia non chiara, mescolando dramma e commedia senza mettere veramente a fuoco il conflitto del personaggio principale. Tuttavia, man mano che il quadro clinico ed esistenziale di Bianca prende forma, Dieci Minuti trova la sua forza narrativa ed emotiva. Il ritratto di una donna che lotta per ritrovare il proprio centro di gravità emerge così con molta più energia e convinzione, offrendo uno sguardo penetrante sulla fragilità e la forza femminile.
La recensione in breve
Dieci Minuti indugia forse troppo nella ricerca di un ritmo e uno stile alternativi, ma è al suo meglio quando si tiene vicino alla sua protagonista, una splendida Barbara Ronchi nei panni di Bianca, un personaggio sfaccettato che fa bene vedere nel cinema italiano.
Pro
- La totale trasformazione di Barbara Ronchi in Bianca
- Lo studio di una psicologia femminile (e ce ne vogliono nel cinema italiano!)
Contro
- Comprimari che rimangono un po' nell'ombra
- Una narrazione che si complica, a tratti, senza motivo
- Voto CinemaSerieTv