Il film: Emancipation – Oltre la libertà, 2022. Regia: Antoine Fuqua. Cast: Will Smith, Ben Foster. Genere: Biografico, drammatico. Durata: 131 minuti. Dove l’abbiamo visto: in anteprima stampa su Apple Tv+.
Trama: La storia dello schiavo Peter, che dopo aver scoperto della liberazione dalla schiavitù emanata da Lincoln tenta la via della fuga dal suo campo di lavoro.
Avevamo lasciato Will Smith agli Oscar 2022 col suo schiaffo a Chris Rock. Per qualche giorno il teatrino mediatico si era concentrato sulla realtà o meno di quello che si pensava potesse essere uno sketch costruito a tavolino per ravvivare un po’ la serata, che francamente prima di quella sfuriata aveva avuto grandi difficoltà a ingranare. Il motivo era stata una battuta fuori luogo sui problemi di alopecia della moglie Jada Pinkett, che ha fatto infuriare l’attore a tal punto da dirigersi verso il palco e alzare le mani su uno dei suoi colleghi dello show business.
Sicuramente il gesto si legava molto alla figura da protettore di Richard Williams, personaggio reale e padre delle sorelle tenniste Williams con cui Will Smith andava a concorrere per la statuetta, quella raggiunta seppur poi contestata proprio a causa di quell’azione irrazionale. Un immedesimarsi forse eccessivo in questa parte da salvatore, che è poi l’aurea che l’attore sprigiona nel biopic di Una famiglia vincente – King Richard, lo stesso che gli ha fatto effettivamente vincere il premio per il miglior attore, ma bruciandosi probabilmente l’occasione di poter bissare con le sue prossime interpretazioni. Will Smith ritorna su AppleTV+ e, come vediamo nella recensione di Emancipation – Oltre la libertà, la pellicola di Antoine Fuqua avrebbe infatti forse potuto condurlo verso un’altra candidatura, cosa che ora però potrebbe non compiersi proprio per quanto accaduto.
La trama tratta da una storia vera
Traendo da fatti reali, Emancipation – Oltre la libertà è la storia di un uomo nell’America alle soglie dell’abbandono dello schiavismo, ancora troppo lontano per alcuni eppure imminente sotto il mandato di Abramo Lincoln. Sottratto alla propria famiglia, Peter (Will Smith) è stato portato in un campo di lavoro dove però a mantenuto la propria dignità, quella che lo spinge a battersi per sfuggire dalle costrizioni dei suoi padroni, non abbassando mai lo sguardo e cercando di far sentire sempre la sua voce.
Una condizione che lo ha messo al centro delle prevaricazioni dei suoi tiranni, è infatti stato preso di mira da quegli aguzzini che godono nel picchiarlo e sminuirlo. Uno spiraglio di speranza non si apre di fronte all’uomo. Una fuga che rappresenta la corsa verso l’indipendenza e il ritrovarsi con la propria famiglia, bussola ferma nella propria esistenza.
La spettacolarizzazione del dramma
Se la produzione di Fast and Loose di Netflix era stata rallentata dalla piattaforma dopo il gesto sconcertante di Will Smith, AppleTV+ non si è tirata indietro e con lei il regista Antoine Fuqua, che su sceneggiatura di William N. Collage riporta la storia vera dello schiavo Peter e la sua determinazione nell’affermarsi come uomo libero. Un progetto che avrebbe potuto ripristinare il buon nome dell’interprete, ma che guardando meglio problematizza ancor di più una figura ormai labile, che non ne esce affatto bene, trasformandosi nell’ennesimo tentativo di dimostrare qualcosa. Di affermare il suo essere un uomo di fede, un ottimo padre, un marito assertivo e una persona ligia nei confronti del propri ideali. Posizioni anche giuste se non fossero costantemente spettacolarizzate e messe in mostra, svuotando di sincerità Emancipation.
Una corsa verso l’Oscar?
Un altro ritratto degli obiettivi che Will Smith sembra essersi prefissato nella sua esistenza, ma di cui sente il bisogno di fare sfoggio, dando origine a una conseguente celebrazione: per questo l’attore non mostra nessuna sincerità nella sua intenzione di impersonare un uomo così tragico nel panorama di anime martoriate nella storia americana, se non semplicemente per un proprio tornaconto.
Dietro a ogni singolo fotogramma di Emancipation – Oltre la libertà sembra nascondersi il desiderio di generare un impatto e uno scuotimento nello spettatore, che non risulta però profondo e interiore, ma punta esclusivamente all’eccesso visivo e emotivo.
Un intrattenimento che cerca l’autorialità
Fuqua cerca una commistione tra il dramma e il genere action/thriller, inseguendo costantemente il protagonista nella sua rincorsa all’autodeterminazione, riservandogli una scena alla The Reverant (sostituendo l’orso con un alligatore), oppure cercando di scioccare e turbare lo spirito del pubblico mostrando la sua schiena nuda (anche questo si rifà ad un fatto reale, la cosiddetta The Scourged Back).
La pretenziosità della fotografia desaturata di Emancipation – Oltre la libertà priva il film dei propri colori, portandolo in una zona grigia dove non esistono più toni, ma solamente oscure sfumature.
Dio, padre e Will Smith
Un Will Smith che cerca una purificazione appellandosi nuovamente al trittico Dio-padre-famiglia, che diventa il suo leitmotiv dentro e fuori lo schermo, risultando solo una facciata (per l’award season e l’opinione pubblica), più che un effettivo atto di fede. Una storia che sembra essere stata sfruttata per fini sbagliati, proprio come avvenne con la vita dell’ex schiavo Peter.
La recensione in breve
Will Smith si impegna in una pellicola sulla schiavitù con cui sembra voler rientrare nelle grazie dell'Academy, non preoccupandosi però che la pellicola di cui si fa protagonista finisca per risultare pretenziosa e ricattatoria.
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