Il film: Emilia Pérez, 2024. Regia: Jacques Audiard. Cast: Karla Sofía Gascón, Zoe Saldana, Selena Gomez, Édgar Ramírez. Genere: Musical, Drammatico. Durata: 130 minuti. Dove l’abbiamo visto: al Festival di Cannes, in lingua originale.
Trama: La storia di un giovane avvocato che aiuta potente e pericoloso capo del cartello a cambiare sesso per sfuggire al suo passato, intrecciando un percorso di trasformazione personale e identità.
A chi è consigliato?: A chi ama il cinema d’autore, le storie di trasformazione personale e i film che mescolano i generi in modo innovativo.
Emilia Pérez di Jacques Audiard, un nome ormai familiare a chi segue con attenzione il Festival di Cannes, si distingue per la sua audacia e originalità. In un panorama cinematografico, anche festivaliero, spesso fin troppo omologato, il regista francese sfida le convenzioni mescolando abilmente generi e lingue, creando un’opera che cattura l’attenzione sin dalle prime scene. Con un cast di talento guidato da Karla Sofía Gascón e Zoe Saldana, il film esplora temi profondi come l’identità e la redenzione, offrendo uno sguardo provocatorio sulle sfide della società contemporanea. Come vedremo in questa recensione di Emilia Pérez, questa nuova opera di Audiard, già Palma d’oro nel 2015 con Dheepan, si inserisce così come un’eccitante aggiunta ad una filmografia unica, confermandolo ancora una volta come uno dei registi più stimati e coraggiosi del cinema d’autore contemporaneo.
Una trama che parla di trasformazione e redenzione
Emilia Pérez racconta la storia avvincente e audace di un ex signore della droga messicano, Manitas del Monte, che decide di abbracciare la sua identità di genere come donna, Emilia. Con l’aiuto di Rita, una giovane e ambiziosa avvocatessa, Manitas intraprende un complesso piano per sottoporsi a un intervento chirurgico di conferma di genere e ricominciare la sua vita sotto la nuova identità. Tuttavia, i segreti del suo passato criminale e le complicate dinamiche familiari minacciano costantemente di emergere, mettendo in pericolo la sua nuova vita e i rapporti che ha costruito.
Attraverso una serie di eventi avvincenti e momenti toccanti, il film esplora temi profondi come l’identità di genere, l’accettazione di sé e il potere trasformativo dell’amore e della redenzione. Mentre Emilia cerca di ricostruire la sua vita sotto la sua nuova identità, lo spettatore viene condotto in un viaggio coinvolgente che abbraccia anche altri personaggi. L’avvocato Rita, con il suo coinvolgimento nel complesso piano di Emilia, si trova ad affrontare le sfide della sua stessa vita e a confrontarsi con le sue ambizioni, i suoi conflitti morali e la sua ricerca di significato. Così come le conseguenze delle scelte di Manitas/Emilia hanno un impatto profondo sulla sua famiglia, specialmente sulla moglie Jessi e i loro due figli.
Questo intreccio di personaggi e relazioni complesse aggiunge ulteriore profondità e tensione al racconto; in più Audiard si prende anche il rischio di affrontare una tematica molto delicata come quella dei desaparecidos: l’intreccio della trama porta Emilia a impegnarsi attivamente nel cercare di portare alla luce la verità sul destino delle persone scomparse, offrendo un ritratto toccante e riflessivo, sebbene necessariamente superficiale, dell’impatto devastante della violenza e della corruzione sulle comunità e sulle famiglie.
Un mix esplosivo (e instabile) di generi
L’audacia di Audiard nel trattare una vasta gamma di temi complessi e delicati nel film aggiunge un livello di difficoltà significativo alla sua realizzazione. Già di per sé, affrontare questioni come l’identità di genere, la redenzione personale e la violenza sociale richiede una sensibilità e una profondità narrative notevoli. Tuttavia, Audiard va oltre, introducendo l’elemento musicale e un mix esplosivo di generi cinematografici, che amplificano ulteriormente la complessità della narrazione.
L’inclusione di scene musicali aggiunge un nuovo strato emotivo e simbolico al film, permettendo ai personaggi di esprimere i loro sentimenti più profondi attraverso la musica e la coreografia. Tuttavia, integrare in modo organico le sequenze musicali con la trama principale richiede un equilibrio delicato e una sincronizzazione perfetta, che può rappresentare una sfida per qualsiasi regista. Ancor di più per chi, come Audiard, non è un veterano del musical.
La transizione fluida tra questi diversi stili e atmosfere può essere difficile da realizzare in modo coerente e convincente, specialmente quando si affrontano temi così complessi che richiederebbero profondità e approfondimento. Quindi se è vero che la decisione di Audiard di combinare tutti questi elementi rischiosi in un unico film evidenzia la sua ambizione artistica e la sua volontà di sfidare i limiti del cinema convenzionale, è altrettanto giusto segnalare come questa scelta possa portare a momenti di instabilità e confusione.
Anche perché non tutti i numeri musicali risultano all’altezza delle aspettative: alcune canzoni e numeri coreografici, invece di arricchire la narrazione, sembrano interrompere il flusso del film e distogliere l’attenzione dalla trama principale. Questo squilibrio può disorientare lo spettatore e compromettere l’immersione nell’esperienza cinematografica, togliendo parte della coesione e dell’impatto emotivo che il film potrebbe altrimenti offrire.
Interpretazioni di rilievo
In mezzo a questa mescolanza di temi e generi, emergono le interpretazioni di Karla Sofía Gascón e Zoe Saldana, che portano rispettivamente i personaggi di Emilia e Rita a vivere sullo schermo. Gascón offre una performance magistrale nel ruolo di Emilia, facendo emergere l’aspetto emotivo e vulnerabile del personaggio con una profondità e autenticità sorprendenti. La scena toccante della canzone con suo figlio è uno dei momenti più intensi e commoventi del film. D’altra parte, Saldana porta una profonda intensità al personaggio di Rita, sorprendendo gli spettatori con le sue abilità canore e di ballo, che aggiungono un livello di complessità e dinamismo al personaggio. La sua performance coraggiosa e carismatica contribuisce a creare un legame emotivo potente con il pubblico, trasmettendo la determinazione e la passione del personaggio.
Le interpretazioni di Selena Gomez ed Édgar Ramírez, sebbene più secondarie, aggiungono ulteriori sfumature alla storia. In particolare la Gomez dona vulnerabilità e forza al personaggio di Jessi, aggiungendo profondità alla storia familiare di Emilia.
Un viaggio eclettico
Esplorando una gamma così ampia di temi e generi cinematografici, Emilia Pérez diventa un viaggio eclettico attraverso territori inesplorati. Ogni scena offre una nuova sorpresa, una nuova emozione da scoprire. Ci troviamo catapultati in un mondo di crime drama, musical e dramma familiare, mescolando abilmente tensione, emozione e riflessione. Ogni momento ci spinge oltre i confini del cinema tradizionale, lasciandoci con la sensazione di aver vissuto qualcosa di eccentrico, ma anche di altrettanto memorabile. Che non sarà semplice replicare.
La recensione in breve
Quello di Audiard è un film che sicuramente non lascia indifferenti, sia per la sua originalità sia per il modo in cui certe tematiche vengono trattate. Il regista si prende tanti rischi, in gran parte ripagati, ben sapendo che il risultato finale non piacerà a tutti. Ma con due performance centrali potenti ed emozionanti, e una regia di grande personalità, Emilia Perez è una visione certamente consigliata a chiunque cerchi qualcosa di diverso nel panorama cinematografico attuale.
Pro
- Jacques Audiard dimostra grande abilità nel mescolare generi diversi in modo innovativo.
- Karla Sofía Gascón e Zoe Saldana offrono interpretazioni potenti e coinvolgenti.
- Il film affronta temi di identità e trasformazione in modo profondo e originale.
- La fotografia e la colonna sonora creano un'atmosfera ricca e coinvolgente...
Contro
- ... anche se non tutte le tracce musicali lasciano un'impressione duratura.
- Il mix di generi può risultare disorientante e poco coeso.
- Alcuni cambi di tono non sono gestiti in maniera impeccabile.
- Voto CinemaSerieTV