Il film: Entergalactic, 2022. Regia: Scott Mescudi. Genere: Commedia romantica, animazione per adulti. Durata: 92 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Il rapper Kid Cudi firma il suo primo film, un album visuale dedicato alla storia d’amore di una giovane coppia newyorkese. Un film-progetto che racconta la città e le relazioni in una moderna fiaba urbana.
Sbuffi di fumo e colore aprono Entergalactic in un’allucinazione. Polvere di stelle e intonaco si disperdono nell’aria mentre il fade in della musica annuncia una storia inscritta in una partitura. Kid Cudi chiarisce subito: le vicende raccontate sono genuine, umane, ma ricomposte ad arte per accogliere lo spettatore in uno spazio protetto; assomiglia alla vita, ma è un po’ più bella. Entergalactic intercetta frequenze moderne, ma fluttua a due dita dal pavimento. Il mix convince. È vero, urbano, intenso, ma anche molto astuto e facile. Il film esordio di Cudi, rapper e artista tra i più noti della scena contemporanea, è un Netflix&Chill che tratta bene il suo spettatore. Un’antologia di suggestioni visive e immagini accomodanti – sempre conformi a una buona composizione d’insieme – tratteggiano una romcom placida e ottimista. Un film da joint in mano, ma con qualche ambizione da condividere.
Entergalactic doveva essere una serie tv, poi al Tudum di Netflix si è parlato di “special televisivo”. Arrivato sulla piattaforma il 30 settembre avvolto dal mistero, Entergalactic è in realtà un film senza grandi stranezze. Il progetto ha due accessi indipendenti ma intrecciati: da una parte il film, dall’altra l’omonimo album di Cudi. Come vedremo in questa recensione di Entergalactic, l’insieme vorrebbe raggiungere l’esperienza visuale, il concept album per immagini, riuscendo solo in parte a sembrare realmente ibrido o sperimentale. La divisione in capitoli è sia lo scarto del progetto seriale, sia lo specchio di un racconto che avanza per tracce musicali e cerca la fluidità di un pezzo Lo-Fi, senza inizio e senza fine, flusso di idee e relazioni.
La trama: Entergalactic
Ad abitare Entergalactic è in realtà una storia d’amore classica. Jabari (Scott Mescudi) è un writer assunto da una casa editoriale per trasformare Mr.Roger, un vigilante urbano disegnato sui muri della città senza censure, in una graphic novel da vetrina. Deciso a concentrarsi sul lavoro, Jabari si innamora della fotografa vicina di casa, Meadow (Jessica Williams). Danze di corteggiamento e incomprensioni sono elementi naturali di una storia che segue l’ecosistema dell’amore fiorito tra le fenditure del marciapiede, dove fortuna e casualità coltivano i fiori più belli di New York. Perché Entergalactic ha prima di tutto un interesse ambientale; viaggio nella giungla urbana contemporanea, dove è ancora possibile innamorarsi, lottare per le relazioni e vivere coerenti con se stessi e la propria arte. Entergalactic è ottimista, ma d’altronde i deliri di fumo che aprono il film chiedevano di sospendere il raffronto con la realtà. Tutto bello, (quasi) tutto facile, ma perché in parte immaginato, proiettato sulla nuvola di un joint.
Un film più classico del previsto
Il film pone scelte e rivede destini, benché non obblighi mai i protagonisti a scegliere tra percorsi opposti: avranno l’amore e il lavoro, la casa e lo spazio, gli amici e l’intimità. La vita di Entergalactic resiste alla tossicità del mondo presente; digitale, distante e freddo nell’immagine che il film propone a controcampo delle vicende. New York è nelle grinfie di Stush, app per incontri la cui pubblicità domina i palazzi. Jabari e Meadow sono un’alternativa, elementi imprevisti, resistenza di una struttura classica – la coppia innamorata nella grande città – in un contesto che ha preso invece altre strade.
Entergalactic non affronta ambiguità e sfumature del confronto accennato, e anzi sembra cedere alle avance della formula “white, light, bright” a cui il protagonista invece resiste quando un collega lo invita a semplificare Mr.Roger pulendolo della rudezza urbana a favore di un pubblico più ampio.
Ma la semplicità di Entergalactic, in cui si sbaglia ma mai davvero, ci si innamora e per sempre, si accompagna dell’estrema genuinità dei suoi personaggi, che interagiscono con un realismo del linguaggio in cui è facile ritrovarsi.
È un film sulle relazioni, tra persone, ma anche tra luoghi, scissione e sintesi di verità artistiche e ambizioni individuali. L’idea d’insieme premia la comunione degli elementi, con New York che si prostra, foresta di nidi e rifugi, piazza per il gruppo e dimora della coppia, abbecedario di un linguaggio urbano e vivido.
Quando Entergalactic è davvero visionario
In cosa Entergalactic è davvero album visuale ed esperienza? Nei lunghi passaggi senza dialoghi, nella musica che guida lo scorrere degli eventi, senza sostituircisi mai. Kid Cudi inscrive un sound nell’immagine, uno stile che è good vibe, lenzuolo e scudo dei protagonisti. La musica innesca le scene e ne è responsabile, metronomo delle battute.
Il film segue le forme del racconto vicine a Cudi, da tempo interessato a infondere una trama narrativa nelle partiture musicali. I suoi ultimi album sono concept policromi, soggetti narrativi sviluppati attorno alla sola traccia sonora. Entergalactic spinge oltre il richiamo visuale e cerca coesione tra le diverse forme vestite da Cudi. Ci riesce, trovando una forma urbana alla fascinazione spaziale che intesse da tempo la ricerca musicale del rapper.
A orchestrare il mash-up è Fletcher Moules, regista che esordisce in Entergalactic con un lavoro di identikit, disegnatore della scientifica impiegato per associare immagini a canzoni. Appare chiaro, in alcune sequenze che vorrebbero sintetizzare il film in una serie di linee emotive, come il viaggio proposto sia nell’insieme suggestionato da musica e immagini più che dai singoli momenti che compongono la trama.
Un avvolgente feel good movie
Entergalactic poteva essere un progetto più articolato. Lo stile dell’animazione si adagia sul trend iniziato nel 2018 da Spider-Man: Into the Spider-Verse, proseguito poi con maggior vigore da Arcane. Le immagini vivono di colori roboanti e urlano la propria unicità in un ricercato virtuosismo aesthetic. Non c’è alcuna novità reale, ma l’insieme si prende cura della propria meraviglia e le note di Cudi sono le giunture – visibili e perciò intriganti – di una storia a cui è molto bello poter credere.
La recensione in breve
Kid Cudi esordisce alla regia con un classico film d'amore che prova ad essere qualcosa di più. Ci riesce quando l'animazione, nel solco di Spider-Man: Into the Spiderverse, ha la meglio sul testo e trasforma la visione in un'esperienza musicale. Kid Cudi porta su schermo il suo immaginario sonoro. Funziona, coinvolge, commuove: una storia romantica e ottimista, persino troppo. Ma d'altronde, Entergalactic è un lungo sogno urbano, una proiezione della nostra mente.
- Voto CinemaSerieTv