Il film: Glass Onion-Knives Out. Regia: Rian Johnson. Cast: Daniel Craig, Edward Norton, Janelle Monáe, Kathryn Hahn, Kate Hudson.
Genere: commedia, giallo. Durata: 120 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Un ricco magnate invita i suoi vecchi amici nella sua lussuosa isola greca. Lo scopo? Divertirsi a risolvere un giallo, che nasce come un gioco, ma sfocia un delitto vero…
Dicono che sfogliare una cipolla faccia piangere. Però a Rian Johnson piace fregare le regole e prendersi gioco della tradizione. Quindi per questa volta la cipolla avrà un altro effetto collaterale: pioveranno risate sguaiate. Dimenticate il ghigno cinico del primo Cena con Delitto, perché a questo giro la saga investigativa targata Netflix (che ha già messo in cantiere un terzo film) cambia decisamente tono. E lo fa a partire dalla location, più solare e meno nebbiosa della magione immersa negli autunnali colori del New England tanto apprezzata nel primo film. Come vedremo nella nostra recensione di Glass Onion – Knives Out (su Netflix dal 23 dicembre) il turno del sole, del mare e di una lucentezza smagliante come la sceneggiatura brillante tirata a lucido da un Johnson divertito come non mai. Divertito come un Daniel Craig sempre più istrionico (e gigione) nei panni di un Benoit Blanc sempre eccentrico come non mai. Nasce così un giallo “color evidenziatore” in cui ogni cosa è sottolineata e lampante. Scopriamo insieme come nasce questa rivoluzione cromatica.
La trama: giochiamo a fare i ricchi
Siamo in pieno lockdown. Benoit Blanc è apatico come non mai. Il nostro soffre stare sempre in casa e tenere a mollo il suo spirito investigativo. Per fortuna un assurdo invito nascosto dentro una mystery box piena di rompicapi scuote la sua routine. La sua e quella di un vecchio gruppo di amici, tutti diventati “persone importanti” tra politica, spettacolo e imprenditoria. Gente “arricchita” più che ricca, messa insieme per vincere la noia. Organizzatore della rimpatriata? Miles Bron, ricco magnate che vuole riunire la sua comitiva per sfidarla a suon di intrighi e misteri da risolvere. Peccato che alla fine il delitto ci scappi per davvero.
Parte come un gioco questo Glass Onion, e come un gioco procede imperterrito, sostenuto da un gusto ludico molto (troppo?) compiaciuto. Senza mai affascinare davvero col mistero, Johnson questa volta preferisce divertire senza intrigare. E lo fa fin dalle premesse, dal suo modo di trattare la pandemia: normalizzandola, convivendoci senza patemi, per poi deriderne ogni isteria (distanziamento, saluti col gomito e mascherine). Un primo indizio sostenuto da altre prove lungo un film in cui tutto è portato all’esasperazione.
Qualcuno ha ucciso il mistero
Tre anni fa il bellissimo Cena con Delitto aveva fatto una cosa difficilissima. Ci era riuscito con una sceneggiatura cinica e intelligente, in perfetto equilibrio tra mistero e divertimento. Era come giocare a Risiko sul tabellone di Cluedo, ma al fianco del brillante humor si rispettava davvero il galateo del buon giallo. Glass Onion promette un altro film a più strati (come una cipolla), ma si ferma solo in superficie. Si ferma alla dimensione ludica, alla presa in giro del giallo stesso e al disprezzo delle regole. Lo fa con un’ironia dissacrante molto meno pungente, più grezza e caotica. Il tutto senza costruire davvero un mistero efficace, visto che del classico giallo si perdono lentamente le tracce. È dai tempi di Star Wars: Gli ultimi Jedi che Johnson ama distruggere la tradizione, ma sia Episodio VIII che il primo Cena con Delitto avevano anche costruito qualcosa.
Questa volta è come se il divertimento fosse tutto lì: prendere un martello e distruggere il meccanismo del giallo deridendolo dall’inizio alla fine. La grandezza di Cena con Delitto era il suo geniale paradosso: si prendeva gioco delle regole del giallo mentre le rispettava. Questa volta Glass Onion manda tutto all’aria, rendendo lo show più divertente, ma depotenziando un giallo decisamente meno raffinato. Il che non significa che il film non abbia dei momenti di puro genio, impreziositi da citazioni e ammiccamenti più velati che faranno la gioia del pubblico più cinefilo. Quello che spiazza è soprattutto il brusco cambio di registro. Eppure, davanti a un autore irrequieto come Johnson, il tradimento delle nostre aspettative forse fa parte del gioco.
Un cast alla luce del sole
Siamo passati dalle uggiose atmosfere nel New England alla solarità di una Grecia estiva senza nuvole. Un cambio di setting emblematico e significativo. Da una parte è una dichiarazione di intenti: tutto è più pacchiano, smaccato e meno ombroso di prima. Dall’altra c’è la voglia di rendere Knives Out una serie antologica sull’esempio dei romanzi di Agatha Christie. Come il suo Poirot, anche Blanc rimane l’unica costante di misteri sempre nuovi. Nuovi personaggi, nuove ambientazioni e nuovi misteri. Questa volta Johnson delinea un panorama umano molto meno british, ancora più miserabile, ipocrita e pacchiano.
Lo fa affidandosi a un cast dove Daniel Craig si diverte a tradire l’immagine ingessata di James Bond, mentre Kate Hudson, Kathryn Hahn e Dave Bautista alzano il volume esagerando ogni gesto ed espressione. Il tutto sugellato da un Edward Norton antipatico e borioso, proprio come viene dipinto a Hollywood. Sono loro le anime inquiete di un film in cui la commedia ammazza il mistero, la satira sociale è urlata e il sole brucia ogni traccia di giallo. La sensazione è quella di un film “molto meno british e più americano”, in cui Netflix ha messo tra le mani di Blanc un dossier meno sofisticato per poter piacere a più persone possibili. Un narcisismo a doppio taglio in cui ognuno deciderà se specchiarsi o meno.
La recensione in breve
Prendere le aspettative e distruggerle: questo ha fatto Rian Johnson con questo sequel anarchico del riuscito e amatissimo Cena con delitto. Meno misterioso e sofisticato del suo predecessore, Glass Onion preferisce servirsi di un'ironia dissacrante per svelare e deridere i soliti meccanismi del giallo trito e ritrito. Proprio come una cipolla.
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