Il film: Goodnight Mommy del 2022. Regia di: Matt Sobel. Cast: Naomi Watts, Cameron Crovetti, Nicholas Crovetti. Genere: thriller, drammatico, horror. Durata 92 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Prime Video, in lingua originale.
Trama: Quando due fratelli gemelli fanno ritorno alla casa della madre, che non vedono da tanto tempo, la trovano con il volto coperto completamente da bende, dopo essersi sottoposta a un misterioso intervento chirurgico. I due ragazzi iniziano dunque a sospettare che la donna sotto le garze non sia chi dice di essere.
“Vedo, vedo” è la traduzione letterale di “Ich seh, Ich seh”, film horror psicologico austriaco del 2014, scritto e diretto da Veronika Frank e Severin Fiala, conosciuto ai più con il titolo inglese “Goodnight Mommy”. Come vedremo nella nostra recensione di Goodnight Mommy, il passaggio di significato dal titolo tedesco a quello inglese – ripreso dal remake del 2022 – mette in chiaro fin da subito i due nuclei tematici di uno degli horror di matrice europea che più hanno avuto successo lo scorso decennio: il vedere e la buonanotte. Un chiasmo narrativo che vedrà una coppia di gemelli lottare contro l’evidenza visiva, la concreta constatazione di un trauma nel nucleo famigliare e l’ardente desiderio di poter recuperare il bacio della buonanotte, ricongiungersi a un’idea di famiglia che è ormai molto lontana.
La trama di Goodnight Mommy: dov’è finita mamma?
I fratelli gemelli Elias e Lukas (Cameron e Nicholas Crovetti) vengono accompagnati dal padre (Peter Hermann) nella casa di campagna isolata della loro famosa madre (Watts), un’attrice che si sta riprendendo da un intervento chirurgico. I ragazzi sono un po’ spaventati quando lei li accoglie con il volto coperto da bende e completamente oscurato a parte gli occhi. Lei assicura loro che non c’è nulla di cui aver paura: “La mamma ha solo subito un piccolo intervento. Avevo solo bisogno di un cambiamento, di un nuovo inizio“, dice loro, ma le cose sono destinate a peggiorare.
Le rassicurazioni della mamma sono insignificanti per i due gemelli, nella cui mente inizia a instillarsi sempre di più il dubbio che la donna che si trovano di fronte non sia in realtà la loro vera madre. Piuttosto, hanno a che fare con una fredda disciplinatrice che stabilisce nuove regole per la casa: niente corse o urla, niente luce del sole, niente giochi pericolosi, la sua camera da letto e il suo ufficio sono off-limits, così come il fienile. Perché questa nuova mamma sembra non volergli più bene?
Paese che vai, mamma che trovi
A differenza dell’originale austriaco, in cui la sinergia tra un comparto scenografico austero e la rigidità morale della protagonista, “madre” e non “mamma”, della cui identità i gemelli continuano a dubitare, il remake di Goodnight Mommy del 2022 livella ogni palpito tensivo per arrivare a un ritratto quasi caricaturale della “mommy” di Naomi Watts. Il distacco tra l’attitudine quasi accomodante che le associamo all’inizio, quando si ricongiunge con i gemelli dopo una lunga assenza, viene ribaltato completamente da un montaggio dispersivo, che in pochi secondi fa gravare sulla figura della madre il peso di un passato troppo schiacciante per una storia che ha appena svelato le sue premesse.
Ogni espediente tecnico è utilizzato in maniera ridondante per segnalare l’alterità di questa figura materna, in modo fin troppo lampante, con un crescendo sonoro e una palette cromatica che vira sulle tonalità bluastre predilette dal thriller, distaccandosi incontrovertibilmente dalla luminosità abbacinante della villa austriaca in cui era ambientato il film del 2014 e che proprio nel paradossale confronto visivo tra luci e ombre – la pelle della madre non può essere esposta al sole ma l’arredamento minimalista della casa non fa che esaltarne la fisicità aliena – trovava il fulcro della sua narrazione psicologica.
Un remake non richiesto
Quella di Goodnight Mommy rimane una premessa intrigante, ma di certo non originale: lo sceneggiatore Kyle Warren si limita a srotolare la matassa di un racconto che non ha confezionato e che ricostruisce in funzione del colpo di scena finale, non della costruzione dialogica interdetta tra madre e figli; quella che, nel film del 2014, faceva interrogare continuamente lo spettatore sulle difficoltà di un rapporto da ricostruire man mano, lacerante nella sua faticosa accettazione di un trauma che non si vuole elaborare.
Il perché la mamma appaia diversa è il quesito determinate dei due gemelli nel corso di tutta la narrazione del film austriaco: forse non le piacciamo più? Chi è questo surrogato della nostra mamma, perchè ci parla in modo diverso? Il mancato riconoscimento della figura materna si ricollegava chiaramente a una fatica dell’accettazione del se che i gemelli provano sulla loro pelle, a una doverosa ma dolorosissima riconciliazione con l’individualismo, quando si è sempre stati abituati a riconoscersi nel proprio doppio. Se l’emotività del raccordo famigliare viene a mancare, cosa ci resta? Il soggetto rielaborato della versione del 2022 di Goodnight Mommy è piuttosto problematico perché lascia ai margini questa domanda cruciale, prediligendo un impostazione da thriller “da piattaforma”. Uno di quelli la cui visione serale, senza dubbio, non ci farebbe paura di addormentarci senza il bacio della buonanotte.
La recensione in breve
Il remake americano di Goodnight Mommy rimane ai margini dell'intricata sceneggiatura che aveva guidato l'originale favola nera del 2014 di produzione austriaca. Una cornice fin troppo patinata e una direzione attoriale tutt'altro che ottimale, confinano una drammatica storia famigliare nei meandri delle visioni "da piattaforma streaming".
- Voto ScreenWorld