Il film: Heart of Stone, 2023. Regia: Tom Harper. Genere: Azione. Cast: Gal Gadot, Yaron Varsano, David Ellison, Julie Lynn, Don Granger, Bonnie Curtis, Dana Goldberg. Durata: 125 minuti. Dove l’abbiamo visto: Netflix.
Trama: Rachel Stone è un’agente speciale che lavora nei servizi segreti britannici. Lei e la sua squadra sono costretti ad affrontare una serie di doppi giochi e intrighi legati a una misteriosa organizzazione segreta che opera senza il controllo dei governi.
La ricetta Netflix è chiara. Arriva l’estate, ed ecco atterrare sul catalogo un film action di punta. Gli ingredienti? Azione adrenalinica, storie capaci di girare il mondo e soprattutto grandi star per attirare il pubblico. Due anni fa era stato il turno dello spassoso Red Notice, con Gal Gadot, Ryan Reynolds e Dwayne Johnson a distruggere record di visualizzazioni con un film capace di meritarsi un sequel. L’anno scorso era toccato a The Gray Man portare avanti la roboante tradizione, trainata dal magico trio Ryan Gosling/Chris Evans/Ana De Armas. Nel 2023, invece, la missione è tutta per Gal Gadot, grande appassionata di action movie fin dai tempi di James Bond, che ha fortemente voluto un film di genere tutto al femminile.
Apriamo la nostra recensione di Heart of Stone, in arrivo su Netflix l’11 agosto, mettendo subito in chiaro la genesi del progetto. Forte dell’esperienza come Wonder Woman, Gadot ha prodotto assieme a Netflix un film di spionaggio ispirato alle gesta di Ethan Hunt. E lo ha fatto in maniera lampante, senza vergognarsene o nasconderlo. Anzi, la star israeliana ha dichiarato in molte interviste il suo amore per la saga di Mission Impossible e la sua stima nei confronti di Tom Cruise, il cui esempio di abnegazione l’ha spinta ad andare oltre i suoi limiti anche in questa nuova esperienza. L’allieva sarà riuscita a superare il maestro, o si è solo limitate a seguirne la scia? Ve lo raccontiamo subito.
La trama: alla ricerca di un Cuore
Parte tra le Alpi del Trentino Alto-Adige, per poi avventurarsi tra le sabbie del Senegal, i ghiacci d’Islanda e le stradine assolate di Lisbona. Come ogni film action che si rispetti, anche Heart of Stone se ne va in giro per il mondo perché è di minacce globali che stiamo parlando. Siamo tre le fila dei servizi segreti inglesi. È qui che Rachel Stone, agente con qualche segreto nella manica, tenta di fare il suo sporco lavoro nell’ombra. Almeno fino a quando entra in scena il fantomatico Charter, un’organizzazione composta da ex agenti delle intelligence mondiali che agisce super partes. Zero politica, niente governi a cui rispondere. Solo uomini e donne liberi di vegliare sul bene del mondo. Come ci riescono? Grazie a un prodigio tecnologico dal potere immenso, capace di controllare la rete digitale e di studiare i dati altrui con una precisione quasi infallibile. Un mezzo che, ovviamente, non può certo cadere nelle mani sbagliate.
Un’allieva diligente
Fin dalle premesse è chiaro che Heart of Stone non abbia voglia di strafare o stupire. No, perché il film diretto senza troppi guizzi da Tom Harper si accontenta di ripercorrere le classiche tappe del film action con grande diligenza. E così ecco intrighi, doppi giochi e la scelta di svelare poco per volta le carte dei protagonisti. Una strategia che, soprattutto nella prima metà del film, rende molto difficile individuare gli antagonisti della storia, con i personaggi che agiscono seguendo il loro istinto e la propria morale. È questa zona grigia a rendere Heart of Stone intrigante, perché paradossalmente è proprio l’azione vera e propria a deludere.
Colpa di una regia poco chiara nei combattimenti e negli inseguimenti, non aiutata da un montaggio a tratti pasticciato. Il tutto sostenuto, però, da un buon ritmo e da una sceneggiatura sempre chiara e dritta al punto, condito da alcune sequenza dal retrogusto quasi videoludico nella messa in scena. Insomma, la sensazione è che la Rachel Stone di Gal Gadot abbia studiato bene la lezione di Tom Ethan Hunt Cruise (una sequenza aerea è una citazione lampante di Mission: Impossible – Fallout), ma che sia ancora molto lontana dal toccare le vette del veterano collega. Di sicuro sono state gettate le basi di una nuova, possibile saga action che Netflix potrebbe coccolarsi come si deve.
Cosa scorre nell’azione
Pensandoci bene Heart of Stone è un ossimoro. Un titolo che nasconde un indizio, perché come fa una pietra ad avere un cuore? È questo, dopotutto, il grande tema di fondo di un film che prova a cercare l’imprevedibile (ovvero i sentimenti) in un contesto dominato dal freddo controllo, la razionalità estrema e i fini che giustificano i mezzi. Come di colpo una pedina provasse a immaginare una vita senza manipolazioni. Se il mondo è nelle mani di chi controlla i nostri dati, noi da cosa siamo controllati? Da cosa siamo mossi? In che modo si può essere eroi (o meglio, eroine) quando ogni mossa è stata calcolata al millimetro da un programma?
Sono dilemmi interessanti che Heart of Stone sfiora ogni tanto cercando di dare uno spessore umano ai suoi personaggi. Quasi tutti alla ricerca di una libertà difficile da trovare in mezzo a tanti schemi rigidi. Quello che ci ha sorpreso davvero, però, è la coralità di un film che sembrava cucito addosso a Gal Gadot, che non emerge di prepotenza come protagonista assoluta, puntando molto sul gioco di squadra e sull’importanza nel non bastare a se stessi. Nessuno si salva da solo, insomma. Nemmeno Wonder Woman. Il cuore, forse, è tutto lì.
La recensione in breve
Nella nostra recensione di Heart of Stone vi abbiamo raccontato il nuovo action movie di casa Netflix. Gal Gadot cita Ethan Hunt per creare il suo Mission: Impossible. Il risultato è un film canonico, con qualche buona idea e una messa in scena tutt'altro che memorabile.
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