Il film: Holly, 2023. Regia di: Fien Troch. Cast: Cathalina Geraerts, Felix Heremans, Greet Verstraete, Serdi Faki Alici, Els Deceukelier. Genere: Drammatico. Durata: 102 minuti. Dove l’abbiamo visto: proiezione stampa alla Mostra del Cinema di Venezia, in versione originale.
La trama: La quindicenne Holly chiama contatta la scuola per avvertire che non si presenterà, scampando così al terribile incendio che scoppia nell’istituto proprio quel giorno.
Dopo aver vinto nel 2016 il premio alla miglior regia nella sezione Orizzonti con il suo Home, Fien Troch torna alla Mostra del Cinema di Venezia per raccontare la storia di una ragazzina speciale, che sembra possedere l’innato potere di lenire il dolore delle persone. Ma il condizionale è d’obbligo perché il confine tra il sovrannaturale e, invece, la spiccata sensibilità della ragazza si rivelerà estremamente labile.
La regista belga riabbraccia il genere coming of age che tanto ama, portando sullo schermo una storia che non è solo quella della sua giovane protagonista ma anche (e soprattutto) quella di una comunità in lutto che cerca a tutti i costi una spiegazione dietro una tragedia che, invece, è solamente frutto del caso. Delle premesse interessanti che, però, come vedremo nella nostra recensione di Holly, non bastano per dar vita a un film di sostanza; sembra infatti non riuscire ad ingranare, lasciando lo spettatore nell’eterna attesa di un climax che non arriverà mai.
La trama di Holly: una strana premonizione
Holly (Cathalina Geraerts) è una ragazza di quindici anni sensibile e introversa. A scuola viene bullizzata dalle sue compagne che la emarginano definendola una “strega”, mentre fuori dall’istituto può contare esclusivamente sulla compagnia della sorella e dell’amico Bert, un ragazzo con qualche problema comportamentale. Una mattina, la ragazza chiama la scuola per avvertire della sua assenza a causa di un brutto presentimento. Un presagio di sventura che si rivelerà poi corretto: quello stesso giorno, infatti, scoppia un terribile incendio che provoca la morte di dieci studenti. Affascinata dal modo in cui Holly fosse riuscita a scampare alla tragedia, Anna, un’insegnante della scuola, invita Holly ad unirsi al gruppo di volontariato che lei stessa gestisce. La presenza di Holly si rivela fin da subito benefica: la sua sola vicinanza, infatti, pare riuscire ad infondere tranquillità e speranza alle persone, in particolare ai familiari delle giovani vittime dell’incendio. La comunità inizia quindi a vederla come una sorta santa, bramando la sua presenza e chiedendole sempre di più.
L’elaborazione del lutto
Holly è ambientato all’interno di una comunità distrutta dalla tragedia, alla disperata ricerca di un modo per elaborare un lutto così enorme come solo la perdita dei propri figli può essere. Ed è proprio in mezzo al dolore e allo smarrimento che si profila all’orizzonte un barlume di speranza: è Holly, una giovane del posto che sembra possedere il potere benefico di lenire le sofferenze più profonde dell’animo umano. Il solo fatto di starle vicino, di toccarla o di abbracciarla, infatti, infonde serenità e calore nelle persone, convinte che la ragazza sia capace di veri e propri miracoli. Ma a prescindere dal fatto che possieda o meno queste capacità sovrannaturali, Holly, in fondo, non è altro che la personificazione di un bisogno della sua comunità, la necessità di trovare una spiegazione a un evento tragico frutto esclusivamente del caso. La ragazza diventa quindi la ragione che si oppone all’imprevedibilità dell’esistenza, un’ancora di salvezza alla quale potersi aggrappare in un momento di profondo smarrimento.
Realtà Vs. misticismo
Holly possiede davvero un dono speciale? O è solo una ragazzina particolarmente intuitiva e dalla spiccata sensibilità? Nel film diretto da Fien Troch, realtà ed elementi mistici si fondono, tanto che risulta impossibile fornire una riposta assolutamente certa a questo interrogativo. A fronte di alcuni presunti miracoli che la giovane protagonista sembra compiere – ma che potrebbero benissimo essere anch’essi solo frutto del caso – vi è il profondo disagio di un’adolescente che non si uniforma alla cosiddetta “normalità”, e che per questo viene emarginata ed etichettata come “strega”. Una dicotomia interessante, quella tra la parte più concreta e quella invece più spirituale del film, vanificata però da una narrazione che non riesce mai a raggiungere il suo culmine, lasciando lo spettatore nell’eterna attesa di qualcosa che non arriverà mai.
La recensione in breve
Nonostante le premesse interessanti, Holly si rivela un film privo di sostanza e con degli intenti poco chiari, che lascia lo spettatore nell'eterna attesa di un climax che non arriverà mai.
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Voto CinemaSerieTV