Il film: I guerrieri del futuro, 2022. Regia: Ng Yuen-fai. Cast: Louis Koo, Sean Lau, Carina Lau, Philip Keung, Nick Cheung. Genere: Fantascienza, azione. Durata: 99 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Nel 2055 la tecnologia terrestre è aumentata a dismisura tuttavia è stata rivolta soprattutto ad invenzioni militari che hanno condotto a guerre su guerre. Come se non bastasse una pianta aliena rischia di disintegrare il pianeta. Una squadra militare speciale di B-16 (una Hong Kong futuristica) dovrà salvare la situazione.
I guerrieri del futuro, precedentemente noto come Virtus, è un film d’azione fantascientifico di Hong Kong del 2022 da pochissimo approdato in esclusiva su Netflix. Il lungometraggio è diretto dall’artista degli effetti visivi Ng Yuen-fai, al suo debutto alla regia, e interpretato da Louis Koo, Sean Lau e Carina Lau: tre leggende del cinema di Hong Kong. Koo è anche il produttore del film, finanziato e distribuito dalla sua società di produzione, la One Cool Group Limited.
Tra i film più costosi mai realizzati ad Hong Kong, come vedremo in questa recensione de I guerrieri del futuro l’opera è un tripudio nostalgico verso una certa fantascienza robotica americana degli anni duemila, filtrata da reminiscenze tipiche di un certo cinema giapponese degli anni Ottanta e Novanta il tutto confezionato con un personalissimo tocco hongkonghese.
La trama: tra robot letali e piante aliene
Nel 2055 la tecnologia terrestre è aumentata a dismisura tuttavia è stata utilizzata soprattutto per invenzioni militari. I robot da combattimento sono la prassi e hanno contribuito, e non poco, allo scoppio di numerose guerre che hanno devastato la Terra. Il nostro pianeta è stato letteralmente invaso da industrie pesanti che hanno danneggiato sensibilmente la vivibilità generale; il riscaldamento globale è ormai opprimente, seguito da numerosi disastri ambientali. L’aria è inquinata e l’acqua scarseggia.
Il film ad ogni modo è ambientato su B-16 (una Hong Kong futuristica), la quale come se non bastasse viene bombardata da una meteora durante la costruzione di Skynet (un dispositivo che dovrebbe purificare l’aria).
Dalla meteora emerge Pandora, una pianta aliena che provoca devastazioni e cresce rapidamente in caso di pioggia. Tuttavia anche questa pianta è in grado di purificare l’aria. Lo scienziato capo dell’ASU (una forza militare locale), il dottor Chan, trova un modo per sradicare Pandora e provare a purificare l’aria. Ed ecco che intervengono Tyler (Louis Koo) e il suo amico Johnson Cheng (Sean Lau), soldati che lavorano per l’ASU, incaricati di neutralizzare la minaccia Pandora cercando di salvare la città. A loro si aggiunge il colonnello Tam che viene inviato a supervisionare il B-16. Il colonello ha un piano segreto che prevede la distruzione totale di B-16, il che significherebbe morte certa per tutti i cittadini.
Tyler, Johnson Cheng ed un manipolo di valorosi soldati faranno di tutto per evitare l’attuazione del piano e salvare B-16. La squadra dovrà vedersela contro robot letali ed esseri alieni altrettanto minacciosi e pronti ad uccidere chiunque.
Tra meta-cinema ed omaggi sentiti
I guerrieri del futuro è innegabilmente un film altamente derivativo, il cui livello di originalità generale è davvero basso; tuttavia il regista è riuscito a creare un universo visivo di rilievo laddove i tantissimi richiami, sparsi in ogni frame della “pellicola”, riescono a trovare una certa posizione armonica nel tessuto narrativo.
Innanzitutto, il primo punto di riferimento primario è un certo cinema di Neill Blomkamp. La squadra incaricata a fermare Pandora dispone di esoscheletri militari che richiamano il design delle armature belliche presenti in Elysium. Invece i robot militari sono molto vicini alle unità di sorveglianza/combattimento viste in Humandroid; ed infine non mancano alcuni richiami a District 9. Ng Yuen-fai sembra poi strizzare l’occhio anche a Hayao Miyazaki, nel presentarci una natura danneggiata dall’uomo che improvvisamente si riprende tutto; natura che però potrebbe riportare il pianeta sulla retta via. Qui abbiamo due riferimenti precisi: Nausicaä della Valle del vento e On Your Mark.
Da Miyazaki ritorniamo ad Hollywood, laddove abbastanza esplicitamente vengono rievocati blockbuster colossali del calibro di Avatar passando per il franchise di Terminator. Cult movie amalgamanti ad una certa estetica cyberpunk giapponese degli anni Ottanta e Novanta, il tutto filtrato da una manciata di Kaiju-eiga. Come se non bastasse un personaggio del film cita poi espressamente un altro cult del passato: L’invasione degli ultracorpi del maestro Don Siegel. Richiami come già evidenziato ben inseriti. Lo stesso però non possiamo dire per la struttura narrativa laddove l’andamento risulta essere troppo frettoloso, stereotipato e con buchi narrativi ed incongruenze logiche assai evidenti. Anche il cast corale non è ben gestito, tuttavia quest’ultimo aspetto è coperto dalla magistrale presenza scenica di tre attori di serie a: Louis Koo, Sean Lau e Philip Keung. Sprecati invece altri due big del calibro di Carina Lau e Nick Cheung.
Amalgamare i generi
Un altro aspetto degno di nota è la buonissima amalgamazione dei generi. Senza ombra di dubbio il film si incanala, fin dai primi minuti, sul versate dello sci-fi a tema robotico. Genere robotico a tratti amalgamato con spruzzate orrorifiche degne di John McTiernan (Predator) unite a maestose battaglie fantascientifiche tipiche dei più chiassosi Kaiju-eiga nipponici. Non manca poi la commedia, stilema del cinema locale; commedia che in un battito di ciglia può essere splendidamente sostituita da flashback altamente drammatici.
I guerrieri del futuro presenta poi un altro tema iconico del cinema di Hong Kong e stiamo parlando del concetto di yichi: traducibile con il termine “fedeltà personale” e “fratellanza”. Una sorta di moralità non ufficiale, preoccupata verso responsabilità etiche nei confronti di amici non legati a contesti famigliari. Concetto fortemente presente nel cinema di John Woo e Johnnie To, qui magnificamente rievocati con tutti i protagonisti disposti a sacrificare la propria stessa vita, pur di salvare un compagno e amico. Infine è presente anche una certa critica sociale verso i piani alti del governo, più interessati ai soldi piuttosto che al benessere dei cittadini. Qui è possibile individuare una frecciatina alla madre patria Cina, peccato però che il tutto sia solamente accennato e poco approfondito e soprattutto liquidato troppo in fretta nel finale.
Regia sapiente eI guerrieri del futuro, una scena una CGI scintillante
L’esordio alla regia di Ng Yuen-fai è più che positivo. L’ex prodigio degli effetti speciali dimostra di sapere utilizzare molto bene la macchina presa, regalandoci adrenaliniche sequenze d’azione con un approccio a tratti semi-documentaristico. La camera spesso è molto vicina all’azione, abbondano i dettagli ravvicinati e diverse grandezze scalari atte ad inquadrare i soggetti in scena in modo diversificato: inquadrature frontali, semi-soggettive, inquadrature di profilo ed oblique la fanno da padrone, il tutto alternato ad ottimi campi lunghi o inquadrature a piombo. L’effetto sceninico/visivo è impattante.
Verso la parte finale segnaliamo poi un avvincente piano sequenza che mostra in simultanea due combattimenti: uno scontro all’interno di un veicolo e l’altro sopra il tetto, dello stesso mezzo. Sequenza distinta da buonissimi movimenti semi-circolari, zoomate estensive improvvise (all’indietro) e sapienti slow-motion. Ottima poi la CGI, abbondante ma perfettamente integrata ad una regia “tradizionale”.
La recensione in breve
I guerrieri del futuro è un film ricco di omaggi al genere fantascientifico-robotico. Un film visivamente ammaliante, pieno di sequenze al cardiopalma con una CGI perfetta e ben integrata ad una regia tradizionale di livello. Male invece sul versante narrativo laddove l’andamento risulta essere troppo frettoloso, stereotipato e con buchi narrativi ed incongruenze logiche assai evidenti.
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Voto cinemaSerieTV.it