Il film: I nostri segreti, 2023. Diretto da: André van Duren. Cast: Bracha van Doesburgh, Elise Schaap, Nasrdin Dchar, Gijis Naber, Hannah Hoekstra, Matteo Simoni, Sofie Decleir, Anna De Ceulaeur, Soufiane Chilah, Damiano Incani . Genere: thriller, giallo. Durata: 96 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Bodil e Isabel, due amiche all’apparenza felicemente sposate, si utilizzano a vicenda come alibi per trascorrere dei weekend lontane dai rispettivi mariti. Fino a quando una delle due scompare, e le tante verità nascoste dovranno venire a galla.
Il genere thriller, si sa, non perde mai di appeal fra i suoi numerosi estimatori. Se poi si tratta di produzioni nordeuropee, in cui le ambientazioni suggestive garantiscono un ulteriore elemento di richiamo, il successo è assicurato. Lo ha ben capito Netflix che, soprattutto nel campo della serialità, da diversi anni sta cavalcando e incentivando l’onda con risultati più o meno gradevoli. In questo articolo parleremo del nuovo film diretto dal regista olandese André van Duren e disponibile da oggi sulla piattaforma. Scopriamo quindi qualcosa di più a riguardo nella nostra recensione de I nostri segreti.
La trama: le bugie hanno gambe lunghissime
Bodil e Isabel sono due amiche che condividono un segreto. Periodicamente, si lasciano alle spalle lavoro e rispettivi mariti per concedersi un weekend al femminile, all’insegna di confidenze, relax e attività culturali. O almeno questo è quello che fanno credere ai coniugi, attraverso una rodata pianificazione fatta di selfie fasulli, finte conferenze e via dicendo. In realtà, ciascuna approfitta dell’alibi fornitole dall’altra per dare libero sfogo a divertimenti, eccessi e avventure sessuali; ciascuna a proprio modo, separandosi dall’altra per poi ritrovarsi a giochi conclusi. Fino a quando, però, il meccanismo non si inceppa. Durante uno dei weekend, Luuk, scrittore depresso e marito di Isabel, si rompe una caviglia e prova a contattare la moglie. È a questo punto che Bodil si accorge non solo che l’amica non risponde più al telefono, ma che il pavimento della casa dove alloggiano è pieno di sangue che, dalle analisi che verranno condotte, risulta compatibile con quello di Isabel.
Entrambi i mariti raggiungono Bodil, diventata nel frattempo una delle principali sospettate dalla polizia. La convivenza dei tre, e i continui interventi della polizia, renderanno a Bodil sempre più difficile il compito di mantenere credibile la copertura sua e dell’amica. Quello che la donna non si aspetta, però, è che non sia la sola, in casa, ad avere segreti. Comincia così un gioco di sospetti riflessi e un ribaltamento di prospettiva che ben rispecchia la frase di Bernard Shaw posta in esergo al film e che recita “La punizione del bugiardo non è affatto di non essere creduto, ma di non poter credere a nessun altro”. Bodil realizza che la vittima designata sarebbe dovuta essere lei, invece dell’amica, ma non verrà creduta dalla polizia…
Un thriller senza suspense

Sebbene sin dai primi fotogrammi sia evidente che il film di van Duren non abbia alcuna pretesa o risorsa per essere qualcosa in più di un piacevole passatempo, è però vero che neanche si sforza di mantenersi in linea con le premesse iniziali che, nonostante non siano delle più originali, sono comunque gradevoli e potenzialmente interessanti.
Quello che succede, però, è che regia e fotografia non riescono a restituire un’atmosfera e una suspense sufficientemente coinvolgenti, e già questa è una pecca difficilmente perdonabile per un film di genere.
Se poi ci aggiungiamo una sceneggiatura che si accontenta di dar voce a personaggi poco interessanti e privi di spessore psicologico (quando invece il tema della fiducia, delle menzogne coniugali contrapposta a una solida lealtà amicale ha in sé innumerevoli germi di sviluppo che non qui non vengono indagati), difficilmente il film riuscirà a garantirsi una soglia di attenzione, intensità e coinvolgimento sufficienti per uno spettatore minimamente esigente.
Quando le rivelazioni sono poco credibili
Poco può fare il cast, seppur sorretto dalla buona interpretazione della protagonista (l’attrice Bracha van Doesburgh), sufficientemente ambigua per intrigare, almeno inizialmente, lo spettatore. E lo sviluppo della storia, sfortunatamente, non aiuta, soprattutto in fase conclusiva: la frettolosa rivelazione finale, con spiegazioni poco convincenti e raffazzonate, consegnano una trama che risulta debole e piena di buchi, adatta forse a chi vuol concedersi un inframezzo di distrazione senza impegno, ma niente di più.
La recensione in breve
Il thriller olandese I miei segreti non convince e non coinvolge, e sembra sia lo stesso regista a non credere veramente nella pellicola, assestandosi su un livello piatto con svolte e rivelazioni al limite del credibile, soprattutto in fase conclusiva. Il risultato è un prodotto leggero e dimenticabile, non esattamente cosa ci si aspetterebbe da un thriller psicologico.
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Voto CinemaSerieTV