Il film: Il primo Natale, 2019. Regia: Salvo Ficarra, Valentino Picone. Cast: Salvo Ficarra, Valentino Picone, Massimo Popolizio, Roberta Mattei, Giovanni Calcagno. Genere: Commedia, religioso. Durata: 99 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Salvo, un ladruncolo di icone religiose, ruba la statua del Bambin Gesù dalla chiesa di Valentino, parroco ingenuo che cerca figuranti per il suo fastoso presepe vivente. Durante la fuga che segue il furto, i due vengono magicamente trasportati nella Giudea del Nuovo Testamento, dove la nascita di Gesù deve ancora avvenire.
Natale, fra le altre cose, è un ottimo momento per andare al cinema. Tra le varie tradizioni vacanziere, quella della gita al multiplex sembra essere una delle più consolidate: l’industria, ovviamente, corre dietro alle esigenze del pubblico. Ma si sa, anche le tradizioni cambiano. La declinazione più classicamente nostrana del filone natalizio, il famigerato cinepanettone, ha ormai lasciato spazio a innocue commediole per famiglie, che hanno trovato un modo tutto loro per sfruttare la gallina dalle uova d’oro del periodo dicembrino.
C’hanno provato anche Ficarra e Picone, che nel 2019, con la loro commedia a tema Natale, avevano racimolato oltre 15 milioni al botteghino. Una prodotto costruito a tavolino per il grande pubblico, si è detto. Vero, ma come succede spesso le cose sono un pelo più complicate. Il duo di comici siciliani, d’altronde, ha sempre strizzato l’occhio ai gusti (e all’ironia) dell’audience generalista: un’operazione in salsa natalizia era per certi versi la naturale prosecuzione del loro percorso. In occasione dell’arrivo del film su Netflix, discutiamo anche di questo nella recensione de Il primo Natale.
La trama: un viaggio nell’anno zero
Ficarra e Picone, naturalmente, interpretano anche in questo caso sé stessi: i loro alter-ego ne Il primo Natale si chiamano Salvo e Valentino. Il primo è un ladruncolo imbranato, gretto oppositore dei valori natalizi e fedele alla concretezza tangibile del denaro sonante. Il secondo è un prete di provincia, ingenuo e fra le nuvole, convinto che l’unico modo di risolvere i problemi sia pregare fino allo sfinimento.
Lo Ying e lo Yang, uniti dal destino in un’avventura fuori dal tempo. Letteralmente: quando Salvo si infiltra nella parrocchia di Valentino per rubare una preziosa statua del Bambin Gesù, il prete si lancia all’inseguimento, e i due finiscono all’interno di un passaggio spazio-dimensionale. Riemergono nella Giudea del Nuovo Testamento, dove avranno modo di assistere alla rivolta di Betlemme contro i Romani e anche, guarda un po’, all’arrivo del Figlio di Dio.
Divertimento per il grande pubblico
L’idea di un film comico in chiave religiosa può suonare rischiosa, ma Ficarra e Picone – con l’aiuto di Nicola Guaglianone e del collaboratore storico Fabrizio Testini per la sceneggiatura – hanno comunque optato per un approccio di petto, limpido e trasparente. L’escamotage del viaggio nel tempo permette loro di fare due cose: da una parte giocare sul contrasto tra vecchio e nuovo, ironizzando sul conflitto eterno fra il buonismo delle tradizioni di Natale e l’arido materialismo dei nostri tempi; dall’altra ripescare l’iconografia religiosa per riproporla in versione attualizzata, magari anche più morbida e approcciabile.
Sono due linee che rientrano perfettamente nel target familiare a cui Il primo Natale aspira. Così i due comici scelgono di restare nell’ambito della narrazione ultrapopolare, ripercorrendo il Vangelo con ironia ma mai senza rispetto, scherzando sui valori religiosi ma restando fedeli agli stessi. Non potevano fare diversamente, nell’ottica di un prodotto così aperto al grande pubblico: il loro è quindi un film furbissimo, che vuole scatenare la risata ma anche rassicurare lo spettatore meno comune, farlo sentire accolto nella calda e commovente retorica della catechesi religiosa.
Una commedia da catechismo
Due aspirazioni distinte che è difficile far convivere: catechismo e ironia, si sa, non vanno sempre a braccetto – Brian di Nazareth insegna. Per raggiungere il grande pubblico, però, sono necessari dei compromessi. Ficarra e Picone decidono così di asservire la loro comicità buffonesca al moralismo del racconto evangelico, con un piglio ottimista che ricorda quello di una certa narrativa favolistica. Ma se è vero che i loro film sono tutti impregnati di buoni sentimenti, il discorso religioso di questo Primo Natale risulta inevitabilmente stucchevole, persino troppo rigido e serio rispetto al tono burlesco dei due comici.
Le trovate spiritose ci sono, così come i personaggi divertenti – primo fra tutti un delizioso Massimo Popolizio nel ruolo di Erode. L’amalgama tra commedia e fiaba spirituale risulta tuttavia altalenante, perché la struttura della seconda annacqua la simpatia della prima. Fa ridere spesso, Il primo Natale, ma la rilevanza morale dell’argomento di fondo prevale in definitiva sulle ambizioni comiche dei due protagonisti. Il loro film si assesta quindi sul circuito della programmazione domenicale, giocosa e poco memorabile, perfetta per il pubblico disimpegnato che affolla i cinema – e le piattaforme – nel periodo delle vacanze. Che, in fin dei conti, è quello a cui aspira ogni film di Natale.
La recensione in breve
Simpatico e innocente, Il primo Natale con Ficarra e Picone è una commedia studiata appositamente per il pubblico natalizio.
- Voto CinemaSerieTv