Incoming – I nuovi arrivati, la recensione: no party, no party

Diretto dai fratelli Dave e John Chernin, già noti per il loro lavoro sulla sitcom cult It’s Always Sunny in Philadelphia, la teen comedy targata Netflix Incoming – I nuovi arrivati è un film che si propone di offrire uno sguardo fresco e dinamico sulle sfide quotidiane che i giovani devono affrontare durante gli anni delle scuole superiori. Lo fa affrontando tematiche quali la ricerca dell’identità e l’importanza dell’amicizia ma anche quella della pressione sociale alla quale spesso i ragazzi sono sottoposti. Tuttavia, a volte perde la bussola, finendo per non riuscire a mantenere il giusto equilibrio tra la commedia e le riflessioni più serie.

La festa dell’anno

Benj, Connor, Eddie e Koosh, sono quattro adolescenti intenti ad affrontare il loro primo giorno di liceo, un nuovo capitolo che promette di essere ricco di opportunità ma anche di sfide e incertezze; in un ambiente dove le dinamiche sociali sono importantissime, infatti, i ragazzi dovranno fin da subito destreggiarsi tra gerarchie scolastiche e gruppetti ben consolidati, cercando disperatamente di trovare il proprio posto posto nell’universo scolastico. Quando poi Koosh scopre che suo fratello maggiore sta pianificando una festa leggendaria nella villa di famiglia, i quattro vedono l’imperdibile occasione di stringere amicizia con i ragazzi più grandi, farsi una reputazione e, per Benj, finalmente tentare di conquistare la ragazza di cui è innamorato, Bailey. Tuttavia, ben presto i ragazzi si rendono conto che la vita al liceo è più complessa di quanto avessero immaginato e che le pressioni più insidiose non provengono solo dagli altri, ma soprattutto dalle loro stesse aspettative.

La pressione sociale in ambiente scolastico

Il film si pone l’obiettivo di esplorare temi quali la ricerca dell’identità e l’importanza dell’amicizia: ogni personaggio è infatti alle prese con la difficile sfida di scoprire chi è veramente, al di là delle maschere che indossa per adattarsi alle aspettative degli altri. Questo processo di auto-scoperta viene rappresentato in modo piuttosto realistico e coinvolgente, mostrando come i giovani spesso si sentano obbligati a comportarsi in modi che non riflettono la loro vera natura. Anche il tema della pressione sociale, infatti, risulta centrale nella narrazione, evidenziando come il desiderio di appartenenza possa spesso spingere gli adolescenti a prendere decisioni che tradiscono i loro veri desideri e valori.

Tuttavia, nonostante la capacità del film di toccare temi importanti, Incoming non sempre riesce a mantenere un equilibrio perfetto tra la commedia e le riflessioni più serie. In alcuni momenti, la narrazione tende a scivolare verso l’assurdo, perdendo l’opportunità di approfondire ulteriormente le sue critiche sociali. Questo approccio, se da un lato aggiunge un tono fresco e inaspettato, dall’altro rischia di disperdere la coerenza e l’incisività del messaggio, limitando l’impatto complessivo della pellicola.

Il cast di Incoming

Mason Thames, nel ruolo di Benj, offre una performance convincente, incarnando perfettamente quell’ansia e quell’entusiasmo tipici di un adolescente che partecipa alla sua prima grande festa. Il cast di supporto, che include attori come Bobby Cannavale e Kaitlin Olson, aggiunge sicuramente un tocco di umorismo al film, anche se alcuni personaggi secondari avrebbero potuto essere sviluppati meglio. La chimica tra i giovani attori è palpabile, rendendo credibili le loro interazioni e contribuendo a mantenere il pubblico coinvolto nonostante alcuni difetti già citati della sceneggiatura.