Il film: Inside Out 2, 2024. Diretto da: Kelsey Mann. Genere: Animazione, commedia. Cast: Sara Ciocca, Stella Musy, Pilar Fogliati, Deva Cassel, Federico Cesari (voci). Durata: 97 minuti. Dove l’abbiamo vista: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: Riley ha ormai 13 anni ed è arrivata la pubertà. Nella sua vita cambia tutto ed arrivano nuove emozioni.
A chi è consigliato? A tutti quelli che amano i film d’animazione: ai bambini, ai teenager, perché il film parla di loro, e ai genitori, per capire ai loro figli. Insomma, a tutti: è un film della Pixar!
I personaggi dei fumetti, dei cartoni animati e dei film d’animazione non crescono e non cambiano mai. Quasi sempre neanche d’abito. Pensateci: da Qui, Quo e Qua alle bambine di Cattivissimo Me ogni personaggio rimane fissato e iconico nella sua immagine e nella sua età. Riley, la protagonista di Inside Out e del suo sequel, che vi raccontiamo nella recensione di Inside Out 2, finalmente al cinema dal 19 giugno, è una piacevole eccezione. La bambina che avevamo conosciuto nel film di Pete Docter del 2015 ora è cresciuta. Ha 13 anni. E, sullo schermo, la vediamo finalmente cambiata: più alta, con il viso un po’ più adulto, una nuova luce negli occhi, i capelli più lunghi. E qualche brufolo, perché è arrivata la temuta pubertà. È anche da questi particolari che si giudica una casa di produzione e la Pixar, nel mondo dell’animazione, rimane la più grande proprio per questo. Per quella capacità di immaginare, di inventare, di rischiare che sembrava andata perduta, come gli amici immaginari una volta che i bambini crescono, e che invece è ancora qui.
Veder crescere i personaggi sullo schermo è cosa da cinema live action: lo hanno fatto Truffaut con il suo Antoine Doinel e Linklater con i personaggi di Prima dell’alba e Boyhood. Lo ha fatto già la Pixar, con l’Andy di Toy Story, che però non era un protagonista. Vedere cresciuto, cambiato notevolmente, un personaggio in un film d’animazione è curioso, intrigante, e apre nuovi scenari, di cui parleremo dopo. Prima di tutto ci preme dire quello che pensiamo del film: come la sua protagonista, Inside Out 2 rimane fedele a se stesso eppure è un film nuovo. È all’altezza del primo, ma dona un nuovo senso alla storia. È il miglior cinema d’animazione che si possa trovare oggi. È la Pixar che amiamo.
Arrivano Ansia, Noia, Invidia e Imbarazzo
Ma dove eravamo rimasti? Alla Riley (doppiata in italiano da Sara Ciocca) che si era integrata a San Francisco e aveva trovato nell’hockey una passione e una valvola di sfogo. Quell’hockey è una vera passione e Riley riceve l’invito a un campus estivo di una grande squadra in cerca di talenti. Riley ha 13 anni: nella sua sfera interiore l’isola delle amiche sembra essere più importante di quella della famiglia. E, con l’arrivo della pubertà, il “centro di controllo” dove operano le emozioni che conosciamo (Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto) viene smantellato e ricostruito per far posto… agli “altri”. Sono Ansia (che ha la voce di Pilar Fogliati), Ennui, cioè Noia (doppiata dalla figlia d’arte Deva Cassel), Invidia (Marta Filippi) e Imbarazzo (Federico Cesari, il protagonista di Tutto chiede salvezza). L’incontro tra le vecchie e le nuove emozioni non è facile. E non è facile neanche per Riley avere 13 anni.
La Pixar che ci dice qualcosa in più su di noi
Ricordate qual era uno dei reparti del mondo interiore di Riley nel primo Inside Out? Era la Cineproduzione Sogni, una sorta di studio cinematografico dove i fatti accaduti nella vita reale venivano interpretati per diventare i suoi sogni: erano le stesse cose, ma larger than life, più grandi, più colorate, più immaginifiche. La Cineproduzione Sogni altro non è che la Pixar, che da anni non fa altro che prendere la vita, colorarla, disegnarla in modo più accattivante, raccontarla in modo più immaginifico ma facendola rimanere vita, raccontandoci cioè molto di noi. Anche quello che non vediamo, quello che è invisibile agli occhi come le nostre emozioni o la nostra anima (Soul). La Pixar lo fa anche stavolta. Ci dice qualcosa di più sulle nostre emozioni.
Ci dice che l’ansia, che tanto ci condiziona, non è cattiva, è solo che vede nel futuro e si preoccupa di ciò che non è ancora accaduto. È protezione, è amore. Ci dice che l’invidia non è per forza negativa, è solo qualcuno che è più piccolo degli altri e ha degli occhi grandi per guardarli, e in fondo è ammirazione. Ci dice che tutti i nostri sentimenti, i ricordi, servono a darci le nostre convinzioni, a darci la coscienza di sé, il senso che abbiamo per noi stessi. E che non può essere un’emozione passeggera a cambiarlo.
Come cambia Immagilandia
La Cineproduzione Sogni stavolta non appare ma è come se ci fosse. Nel solito viaggio di Gioia alla ricerca del proprio posto e della vera Riley (che in fondo ricalca, con altre modalità, lo schema del primo film, e quello dell’Odissea, cioè del viaggio irto di ostacoli) c’è un viaggio nell’inconscio e nella produzione di immagini, chiamiamole previsioni, o sogni ad occhi aperti, in cui Ansia, preso il controllo, le usa contro di lei per metterla in guardia, finendo per levarle il sonno e farle fare cose sbagliate. La scena si conclude con un oggetto lanciato contro un grande schermo, come nel famoso spot del Macintosh 1984 girato da Ridley Scott. Ma, ancora una volta, la Pixar, parallelamente alla nostra interiorità riflette sulle immagini. Sulla manipolazione di esse a dei fini specifici, fino al nuovo immaginario che il mondo delle immagini (Immagilandia è cambiata dal primo film) regala soprattutto ai ragazzi: quello dei social, delle fake news, del gossip. Dov’è l’etica giornalistica? Se lo chiede un personaggio nel film.
La Pixar è ancora Immagilandia
Sì, Immagilandia è cambiata perché l’immaginario di una teenager è diverso da quello di una bambina. Ma con Inside Out 2 la Pixar dimostra di essere ancora Immagilandia, oggi più che mai. Perché le soluzioni narrative e visive, e questa è l’altra grande notizia, sono sempre il massimo. Ogni trovata è eccezionale. Dalle convinzioni che portano alla coscienza di sé, che sono come corde che, se toccate, risuonano, allo straordinario meltin pot di stili che è la stanza dei segreti, dove riaffiorano i personaggi che Riley non segue più (ma che ama ancora). Come quelli dei cartoni per bambini, buffi e rigorosamente bidimensionali, come vuole il linguaggio di quei prodotti. O come quelli dei vecchi videogiochi, fatti di pixel in bassa definizione e goffi tanto nei movimenti quanto nel linguaggio. E ancora, fate caso alla tempesta di idee, che diventa una grandinata, e al sarcasmo, che crea un’enorme distanza tra le persone, aprendo delle voragini.
Inside Out: diventerà una saga?
La Pixar che amiamo è questa: introspezione e immaginazione. E nuove regole. Quella che i personaggi delle opere di animazione siano immutabili nel tempo è ormai sfatata. E allora Inside Out 2 potrebbe essere parte di un ciclo, di una saga, che potrebbe seguire Riley a diverse età della sua vita: una cosa che, come dicevamo, è stata fatta nei film live action, ma mai nell’animazione. Niente è stato ancora deciso, ma i creatori del film, a Roma per presentare il film, hanno aperto all’idea, nel caso ci fosse una buona idea. Lo spazio per continuare a raccontare la storia di Riley c’è. Anche perché, nonostante il corto nell’edizione home video di Inside Out facesse pensare a una storia sentimentale della ragazza, qui non è stata raccontata. Potrebbe essere benissimo il prossimo capitolo della saga. Magari introducendo emozioni ancora più complesse, che qui non hanno trovato posto, come Gelosia e Schadenfreude, il sentimento di piacere nel veder fallire gli altri. Aspettiamo allora il terzo episodio e andiamo tutti a vedere questo. Viva Immagilandia, viva la Cineproduzione Sogni, viva la Pixar.
La recensione in breve
Nella recensione di Inside Out 2 vi abbiamo raccontato che, come la sua protagonista, il film rimane fedele a se stesso, cioè al primo episodio, eppure è un film nuovo. È all’altezza del primo, ma dona un nuovo senso alla storia. È il miglior cinema d’animazione che si possa trovare oggi. È la Pixar che amiamo.
Pro
- Un'introspezione ancora più profonda, grazie allo studio di nuove emozioni e altri concetti
- La straordinaria immaginazione visiva della Pixar
- I nuovi personaggi, e le nuove voci, funzionano
- Potrebbe essere il secondo capitolo di una saga destinata a continuare
Contro
- A livello narrativo, riprende lo schema del primo film
- Voto CinemaSerieTv