Il film: Joika – A un passo dal sogno, 2023. Regia: James Napier Robertson. Cast: Talia Ryder, Diane Kruger. Genere: Drammatico, biopic. Durata: 110 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima.
Trama: Joy Womack balla da quando è bambina. A quindici anni si trasferisce dal Texas a Mosca, quando viene ammessa all’Accademia del Balletto del Bolshoi. L’Accademia è l’anticamera, la durissima anticamera che porta al corpo di ballo del Bolshoi, dove pochissime ballerine riescono ad arrivare.
“Una ballerina conosce il dolore, è il suo compagno. Il giorno che vi sveglierete senza dolore è il giorno in cui non sarete più delle ballerine”. È un insegnante di danza classica, interpretata da Diane Kruger, a dire queste parole, con la durezza che potrebbe essere quella di un sergente dei marines. È qui che sta tutto il senso della storia che vi raccontiamo nella recensione di Joika – A un passo dal sogno, il film di James Napier Robertson, in uscita al cinema il 2 novembre, che racconta la storia vera di Joy Womack, ballerina americana che ha accarezzato il sogno di entrare nel prestigioso balletto del Bolshoi di Mosca. È una storia vera, ed è questo che rende particolare un film che, da qualche parte, abbiamo già visto, in alcune storie di Damien Chazelle e di Darren Aronofsky, in particolare ne Il cigno nero. Ma alcune svolte narrative rendono un film che ci sembrava prevedibile qualcosa di sorprendente. Che, unita alla prova di attrici e ballerine, ne vale la visione.
Una su mille ce la fa
Joy Womack (Talia Ryder) balla da quando è bambina. A quindici anni si trasferisce dal Texas a Mosca, quando viene ammessa all’Accademia del Balletto del Bolshoi. L’Accademia è l’anticamera, la durissima anticamera che porta al corpo di ballo del Bolshoi, dove pochissime ballerine riescono ad arrivare. Una su mille ce la fa, come diceva quella canzone. Così Joy, che a Mosca diventa Joika, si prepara sotto l’egida della leggendaria insegnante Tatiyana Volkova (Diane Kruger), arrivando a sacrifici sempre più estremi. E a scelte sempre più estreme. Il suo sogno è entrare al Bolshoi, e diventare la prima ballerina. E alcune volte della sua vita saranno sorprendenti.
Sembra un film di Damien Chazelle…
Ed è sorprendente, in qualche modo, anche Joika, un film che inizia quando sembrava essere già finito, e deraglia due o tre volte quando sembra viaggiare su binari sicuri. Joika, ammantato da una luce blu fredda e invernale, all’inizio sembra un film di Damien Chazelle: un Whiplash ambientato nel mondo della danza. Il sangue, i lividi, i piedi tumefatti, immersi nel ghiaccio per avere un attimo di requie, sembrano arrivare dal cinema del cineasta canadese, dove ogni sogno si conquista con sangue e sudore, con enorme sacrificio, rinunciando a tante, troppe cose.
…ma poi diventa quasi un film di Darren Aronofsky
Ma poi Joika diventa quasi un film di Darren Aronofsky. In una storia dove la vita, i sogni, i nostri traguardi sono vissuti come una lunga, sfiancante maratona. Tutto questo c’è anche in Chazelle. Ma in Aronofsky, vedi proprio Il cigno nero, c’è anche un’ossessione che porta a una metamorfosi, a una profonda trasformazione, a un passaggio al Lato Oscuro che ci fa quasi rinnegare noi stessi, la nostra famiglia, i nostri valori. Morire per rinascere altro da sé, diversi. Forse il nostro opposto, la nostra nemesi.
Tratto da una storia vera
Ecco, la forza, e allo stesso tempo, il problema, di Joika sta tutto qui. Nel fatto che questo film è stato già fatto, lo abbiamo già visto. È proprio Il cigno nero di Darren Aronofsky. Che questa storia – non vera ma scritta – l’ha raccontata con un piglio di horror dell’anima, tra doppi, fantasmi e visioni spaventose. E con due attrici come Natalie Portman e Mila Kunis. Se, quindi, agli appassionati di Aronofski e a chi ha seguito quel film potrà sembrare una storia già vista, niente toglie a chi vuole vedere questo film di apprezzarne la storia e le interpretazioni. Il fatto che sia una storia vera, e poco nota ai più, dà comunque un senso a questo film. Così come lo avrà per tutti gli appassionati di danza classica.
Grandi interpretazioni: Talia Ryder e Diane Kruger
E allora diciamolo, che Joika è un film di grandi interpretazioni. Talia Ryder, che interpreta Joy Womack, ha il volto pulito, dolce e fiero, di una ragazza che ha grazia e sogni. + un volto d’altri tempi, con gli occhi blu che la fanno sembrare una giovane Jennifer Connelly (un altro legame con il cinema di Aronofsky). È capace di cambiare, di mutare, grazie al trucco e alla sua bravura, e a diventare un’altra nel corso del film. La sua nemesi, prima nemica poi alleata, sempre comunque interessata, è la Tatiyana di Diane Kruger. Colei che era stata Elena, la donna più bella del mondo, in Troy, e l’attrice tedesca in Bastardi senza gloria, è invecchiata, ma lo ha fatto benissimo. È dimagrita, anche per la parte, il suo volto si è indurito, e il corpo statuario è ancora bellissimo e perfetto per il ruolo. Con quei capelli raccolti, con i tratti spigolosi, Diane Kruger è una bellezza altera, severa. Ed è una delle cose migliori del film.
Le vere Joy Womack e Natalia Ospova
Un film che una regia classica rende comunque particolare per alcuni dettagli, come tutti i primi piani sul corpo, le gambe, i piedi massacrati dalla fatica. E con quella sveglia, che sarà una delle chiavi di una delle svolte del film, su cui la macchina da presa indugia come faceva quella di Hitchcock con il famoso bicchiere di latte ne Il sospetto. Joika, inoltre, è un film impreziosito dalle performance artistiche. La vera Joy Womack ha ballato nelle sequenze di danza (è stata lei la controfigura dell’attrice) e Natalia Ospova appare nei panni di se stessa.
La recensione in breve
Nella recensione di Joika - A un passo dal sogno vi abbiamo parlato di un film tratto da una storia vera; è questo che rende particolare un film che, da qualche parte, abbiamo già visto, in alcune storie di Damien Chazelle e di Darren Aronofsky, in particolare ne Il cigno nero. Ma alcune svolte narrative rendono un film che ci sembrava prevedibile qualcosa di sorprendente. Che, unita alla prova di attrici e ballerine, ne vale la visione.
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