Il film: Kajillionaire, 2024. Regia: Miranda July.Cast: Evan Rachel Wood, Gina Rodriguez, Richard Jenkins e Debra Winger. Genere: Commedia, crime, drammatico. Durata: 104 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Due truffatori hanno passato 26 anni ad addestrare la loro unica figlia a imbrogliare, truffare e rubare. Durante una rapina frettolosamente concepita, convincono uno sconosciuto a unirsi a loro..
A chi è consigliato? A chi ha voglia di entrare in un mondo stravagante ma non per questo meno umano.
Il cinema di Miranda July, artista multimediale e regista di tre lungometraggi, è pieno di esseri solitari alla ricerca di una qualche connessione emotiva, costruito intorno a personaggi ed eventi curiosi, stravaganti, fuori da ciò che potremmo definire convenzionale. Kajillionaire, forse ancora più eccentrico dei suoi due progetti precedenti, rispetta tutte queste caratteristiche raccontando la storia di bizzarra famiglia che si cimenta nelle più strane truffe per sopravvivere e, ancor prima, trovare un modo per esistere. Sia per i suoi personaggi che per alcune scelte di messa in scena e di umorismo visivo, la costruzione del mondo di Kajillionaire sembra sorella di un film di Jacques Tati e potrebbe aggiungersi alla lunga lista di storie di famiglie che per sopravvivere fanno appello ai più piccoli, patetici e talvolta ingegnosi inganni, trappole, truffe. Qualcosa che richiama influene internazionali, come il giapponese Un affare di famiglia di Hirokazu Kore-eda e persino il coreano Parasite di Bong Joon-ho ma, come vedremo nella nostra recensione di Kajillionaire, qui l’impronta e le dinamiche sono tipiche della società e del cinema indie americano.
Chi vuol essere millionario?
I protagonisti di Kajillionaire sono i tre membri di una curiosa famiglia di Los Angeles che cerca di fare soldi nei modi più strani. I Dynes cercano di ottenere un piccolo profitto con ogni tipo di trucco: restituendo merci acquistate, rubando buste dall’ufficio postale, utilizzando o rivendendo buoni regalo, chiedendo ricompense per merci che loro stessi rubano e truffe simili. Girano per la città in autobus, vestono sempre con gli stessi abiti, vivono in un ufficio semi-abbandonato e pieno zeppo di problemi di manutenzione, e tra loro intercorre un rapporto assolutamente professionale. “Nessun sentimento tenero“, si ripetono in continuazione.
Robert (Richard Jenkins) è il padre, un ossessivo che vede cospirazioni ovunque e aspetta il grande terremoto che metterà fine a tutto. Theresa (Debra Winger) è la madre, di poche parole e operativa. E c’è Old Dolio (Evan Rachel Wood), la figlia di 26 anni che funge da “forza lavoro” dei Dynes, utilizzando la sua fisicità per mettere a segno ogni trappola pensata dai genitori. Come dicevamo, il rapporto tra l’eccentrico trio è del tutto privo di affetto, affetti e persino emozioni. Tutto ciò che può essere convertito in denaro (anche una manciata di dollari) viene utilizzato per sbarcare il lunario, per coprire l’affitto che devono sempre pagare.
Tra le assurde truffe che tentano di mettere in atto c’è un viaggio vorticoso a New York con l’unico scopo di far smarrire una valigia e incassare così i 1.575 dollari di assicurazione che la compagnia aerea deve pagare loro. Ma su quel volo incontrano Melanie (Gina Rodriguez) e, da quel momento in poi, le dinamiche familiari saranno completamente sconvolte: meglio non svelare altro, ma possiamo anticiparvi che, dal secondo atto in poi, partirà una tragicommedia ricca di insospettabili derivazioni che si spingono fino al romantico.
Artisti e burattini della truffa
Melanie (Gina Rodríguez), una giovane donna simpatica ed estroversa che i Dynes incontrano in una delle loro truffe più elaborate, conquista così la fiducia dei genitori (non tanto quella di old Dolio, che ne è inizialmente gelosa) e decide di unirsi alle attività criminali della famiglia, offrendo non solo i suoi contatti ma anche altri modi – più empatici – di ottenere risultati. Dopo la comparsa di questo quarto e strano elemento nel suo gruppo familiare Old Dolio, cresciuta in questo particolare ambiente con molte usanze quantomeno suggestive, inizia a rendersi conto che esistono altri modi di vivere e di relazionarsi con le persone.
Il detto “ogni famiglia è diversa” si adatta perfettamente al film di July: i Dynes potrebbero sembrare eccessivi e stralunati, ma tutte le famiglie operano secondo regole proprie e con una logica che può risultare molto strana agli occhi degli altri. L’apparizione della carismatica Melanie crea per contrasto una rottura in questa struttura, ma il punto cruciale di Kajillionaire è il rapporto tra i personaggi e il mondo che li circonda. I Dynes lo affrontano come un nemico, come un problema ingestibile da combattere, ingannare e, se possibile, sconfiggere. Il viaggio di Old Dolio è quello di cominciare a vederlo in modo diverso: ci saranno terremoti che faranno male, ma potremo sopravvivere e imparare a relazionarci meglio gli uni con gli altri. In fondo, quella di Miranda July è un’altra storia con protagonista una famiglia disfunzionale, anche se con modalità di racconto molto diverse da quelle abituali.
Richard Jenkins e Debra Winger sono semplicemente perfetti nei panni dei genitori che non hanno fatto altro che costruire una prigione invisibile per la figlia, assolutamente convinti che questa sia la cosa migliore per lei. “È così che inizia El Grande“, dice papà Robert durante ogni minima scossa della terra, nell’indifferenza del resto degli abitanti della città, abituati a tali movimenti sismici. In realtà, la vera scossa, quella che cambia tutto, non proviene dalle viscere del pianeta. Ciò che finisce per modificare per sempre la configurazione di questo manipolo di vite è Melanie e le scintille che genera in Old Dolio; la scoperta che esistono altri modi di relazionarsi, strani e sconosciuti.
Benvenuta al mondo, Old Dolio
Kajillionaire è il primo film di Miranda July in cui la regista non è anche protagonista; tuttavia, nei gesti performativi della sua attrice protagonista, Evan Rachel Wood, si possono intravedere i gesti della stessa July, artista oltre che regista. In Kajillionaire, Wood si contorce, piroetta e striscia sul pavimento e per mano del suo personaggio, Old Dolio, il film costruisce il suo percorso emotivo. Se nella serie Westworld Wood interpreta freddamente un androide, in Kajillionaire incarna ancora una volta una giovane donna che non conosce affetto e che sopravvive con i suoi genitori grazie alla più eccentrica delle truffe. A fare da contrappunto a questo curioso clan è la luminosa Melanie, che prima diventa complice delle manovre della famiglia e poi trascina Old dolio nel mondo degli affetti.
Dal suo primo lungometraggio, You, Me and Everyone Else, i mondi di Miranda July sono tanto strani quanto profondamente americani. Alla fine, la regista continua a porsi le stesse domande del cinema indie-weird americano della fine degli anni ’90 e dell’inizio degli anni 2000, di film come Ghost World, Happiness o I Tenembaums: come combinare lo strano con il quotidiano, o come allontanarsi da una normalità in cui non si può né si vuole entrare.
La recensione in breve
Kajillionaire è una brillante commedia romantica in cui il romanticismo si manifesta solo verso la fine e l'umorismo non percorre mai i soliti binari.
Pro
- L'imprevedibile assurdità narrativa
- Un trio di attori assolutamente convincente
- Una storia d'amore inaspettata e tenerissima
Contro
- Il mondo di Kajillionaire potrebbe essere troppo stravagante per alcuni spettatori
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Voto CinemaSerieTv