Il film: La parte della sposa, 2022. Regia: Cris D’Amato. Cast: Thati Lopes, Caio Castro, Patricya Travassos, Danielle Winits, Mariana Xavier. Genere: commedia romantica. Durata: 115 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Luiz deve mettere la testa a posto dopo che la madre, affetta da una grave malattia, esprime il desiderio di vederlo sistemato con una brava ragazza. Il giovane, poco disposto a cambiare vita, decide di rivolgersi a Lina, un’attrice teatrale che interpreterà la parte della sua fidanzata. Ovviamente ci metteranno presto lo zampino i sentimenti, avvicinando i due più di quanto avrebbero mai immaginato.
Immaginate di tornare indietro nel tempo. Undici anni fa il burlone Adam Sandler e la biondissima Jennifer Aniston diventavano marito e moglie nella celeberrima commedia sentimentale Mia moglie per finta (2011). Finzione che diventa un lento innamorarsi, che diventa amore, che diventa matrimonio. Tutto è bene quel che finisce bene.
Undici anni dopo quel luccichio da vis comica di Dennis Dugan si teletrasporta in Brasile, tra case da sogno, lusso sfrenato e banalità del caso. Dimenticate la favola da cuori e fiori e lasciate spazio all’assurda romantic comedy La parte della sposa (titolo originale Esposa de Aluguel).
Come vedremo in questa recensione de La parte della sposa, il film di Cris D’Amato è un’indefinibile storia di colore rosso vista e rivista, che si prende in giro dall’inizio alla fine tra figli di papà ‒ o meglio di mamma ‒ e mezze vane verità e che si affatica nel sudore del lavoro più duro che possa esistere: oziare. E Netflix distribuisce un film che fa dell’otium la sua ragione di vita, un passatempo da guardare comodi su un sofà in una serata come tante altre.
Ed è difficile abbandonarsi completamente al racconto di una coppia che vive di menzogne e di nullafacenza solo per beneficiare di una parte del testamento della madre che sta per morire. Sempre ammesso che sia vero.
Trama: un amore per finta
Luiz (Caio Castro) è l’affascinate scapolo trentenne invaghito solo delle sue tre regole in amore che tassativamente deve rispettare. Un latin lover bello, moro, alto, con i capelli neri raccolti in una coda e un sorriso seducente che conquista ogni donna. Si gode ogni piacere della vita fino a quando la madre non rivela alla famiglia che le restano sei mesi di vita.
Il suo ultimo desiderio è quello di vedere il suo unico figlio maschio sposato con una donna che lo ami. In preda a qualche momento di riflessione, Luiz accetta di sposarsi per non rinunciare alla sua parte nel testamento dopo la morte della madre. La vera impresa è trovare una moglie. Finirà con l’assumere full time, dietro pagamento, un’attrice di teatro, Lina (Thati Lopes), per compiacere la madre morente.
Benvenuti nel vizioso mondo dei capricci
Quanti film esistono con una trama simile a questa? Il panorama cinematografico ne è pieno. E La parte della sposa del brasiliano Cris D’Amato ‒ famoso per il suo precedente Doppio papà (2021) ‒ non aggiunge nulla di nuovo. Né colpi di scena, né climax, né aspettative. Solo una caricaturale prevedibilità. Una commedia d’amore costruita secondo le classiche regole del genere con un bel pizzico di bizzarra stravaganza nella messinscena (audio)visiva. L’intreccio de La parte della sposa assomiglia più a un gioco infantile per bambini: vince chi fa più capricci. Tra Luiz, Lina, la sorella Maria Inez (Marianna Xavier) e la madre Dona Carlota (Patricya Travassos) diventa arduo consegnare il premio al vincitore di tanto baratro filmico.
Un barlume di speranza ‒ e nemmeno con tanta certezza ‒ lo illumina Thati Lopes (Niente di sospetto) nella sua interpretazione da umile donna autoironica che non si prende tanto sul serio. Per tutto il resto La parte della sposa è uno sfracello continuo nel sottosuolo dell’ignoto. Si salvano solo la locandina del film Casablanca appesa nella stanza di Lina, qualche citazione di Humphrey Bogart e la profonda e letteraria citazione “l’amore sono due solitudini che si proteggono e si accolgono” del poeta boemo Rainer Maria Rilke.
Che grande paradosso sapere che La parte della sposa rimarrà immerso nella solitudine del cinema per un bel po’ di tempo.
La recensione in breve
La parte della sposa è un una commedia d’amore che non aggiunge nulla di nuovo alle classiche romantic comedy che esistono già nel panorama cinematografico. È una pellicola Netflix senza una trama innovativa, edulcorata con un pizzico di bizzarra stravaganza nella caricaturale messinscena audiovisiva. Solo Thati Lopes, in piccola parte, riesce a illuminare la scena, insieme a qualche riferimento cinematografico e una citazione letteraria degna di nota.
- Voto CinemaSerieTV