Il film: Langue Étrangère, 2024. Regia: Claire Burger. Cast: Lilith Grasmug, Josefa Heinsius, Chiara Mastroianni. Genere: Commedia, Drammatico. Durata: 105 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Berlinale, in lingua originale
Trama: Due amiche di penna in Francia e in Germania esplorano differenze culturali e un rapporto difficile visitando una la città dell’altra.
La generazione Z è al centro di dibattiti ostaggio di voci che fanno parte di generazioni precedenti e faticano a empatizzare con i più giovani. Il grande merito di Langue Étrangère di Claire Burger è di funzionare come un manifesto emotivo dei giovanissimi, comprendendoli a fondo.
Attraverso l’amicizia a distanza di una giovane tedesca con una coetanea francese, il film intesse una storia d’amore toccante, intensa. La sua evoluzione rende chiaro quanto la preoccupazione politica e ambientale della generazione che si sente già al capolinea sia inscindibile dal suo processo di crescita. Nella nostra recensione di Langue Étrangère metteremo in luce anche come il cast giochi un ruolo fondamentale nel successo del film.
L’ultima generazione impara ad amare
Fanny e Léna sono amiche di penna che, per iniziativa materna, visitano una la casa dell’altra per due settimane. Fanny, francese, va a Lipsia, Léna le farà poi visita a Strasburgo. Inizialmente contrarie all’incontro voluto dalle due madri, le ragazze stringono un’amicizia affettuosa. Pian piano la relazione si trasforma in qualcosa di più, non senza attriti.
Le tensioni derivano innanzitutto dalle famiglie complicate, spaccate e alla ricerca di un equilibrio in cui vivono le due. Entrambe sono l’incarnazione delle esperienze della generazione Z, ma in chiave differente, talvolta opposta. Fanny ha un’immaginario convenzionale che però si scontra con una timidezza che l’ha resa bersaglio continuo di bullismo a scuola. L’ostilità dei coetanei l’ha portata a chiudersi in sé stessa. Léna invece è politicamente impegnata, ambientalista, tentata dalla strada radicale. Al contempo è protettiva, pronta a fare spesso da madre alla sua stessa mamma. La ricerca di Juliette, sorellastra “segreta” di Fanny e attivista black block, porterà il rapporto tra Léna e Fanny a sviluppi ancora più profondi, rivelando il vero carattere delle due ragazze.
Due cuori, due lingue, una generazione
Langue Étrangère segue l’onda di una certa produzione europea, sempre più poliglotta e restia a radiarsi in una sola nazione del continente. La regista Claire Burger confeziona un piccolo coming of age che riesce a sintetizzare al meglio l’indole delle cinematografie delle nazioni europee che racconta. Dalla Francia eredita la capacità di raccontare la crescita difficoltosa dei più giovani in maniera delicata, sensibile, acuta. Dalla Germania invece si lascia ispirare per raccontare l’impegno politico, la complessa realtà sociale di una gioventù europea unita nelle sensazioni e nelle lotte, ma divisa da stereotipi duri a morire. È un confronto di lingue e culture che racconta ciò che unisce e divide la gioventù europea, tra disagio mentale, ambientalismo, politica. È un’unione frammentaria, un terreno comune ma accidentato. Perino l’identità tedesca appare ancora divisa tra est e ovest.
Il film viene elevato da un cast ben scelto e credibile nei rispettivi ruoli, sia tra le figlie, sia tra le madri. Se il film funziona è perché trova nelle due protagoniste Lilith Grasmug e Josefa Heinsius la capacità di essere palpitanti nell’incarnare il sobbollire dell’adolescenza. Oltre a una tagliente Chiara Mastroianni, merita davvero una menzione una fantastica Nina Hoss. La sua capacità di far ridere l’intera platea con un singolo, esasperato sguardo laterale a commento dei discorsi dell’ex marito è impagabile. Il suo ritratto di una donna incapace di rassegnarsi ai suoi fallimenti di moglie e madre è memorabile.
La recensione in breve
Sospeso tra sensibilità francese e attitudine politica tedesca, Langue Étrangère è un delicato coming of age che riesce a tratteggiare alla perfezione sentimenti, paure, difficoltà della generazione Z.
- Voto CinemaSerieTV