Il film: Linee parallele, 2022. Diretto da: Weanuri Kahiu. Cast: Lili Reinhart, Danny Ramirez, David Corenswet, Aisha Dee, Andrea Savage, Luke Wilson, Nia Long. Durata: 110 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Il film racconta una storia che si biforca in due universi paralleli: in uno, la protagonista Natalie persegue quelli che sono i suoi obiettivi di vita, trasferendosi a Los Angeles e intraprendendo una carriera nel campo dell’illustrazione; nell’altro, la ragazza è costretta a sconvolgere i propri piani a causa di una gravidanza inaspettata. Quale delle due strade la condurrà alla piena realizzazione di se stessa?
Chi ha visto Sliding Doors non potrà fare a meno di tornare con la mente al cult del 1998 diretto da Peter Howitt. Linee parallele, la nuova commedia romantica targata Netflix e disponibile sulla piattaforma dal 17 agosto, si muove infatti partendo dalle medesime premesse: può un singolo momento cambiare il corso della nostra vita? Ovviamente sì. Anche se, trattandosi di una produzione del politicamente corretto Netflix, entrambi i percorsi verranno celebrati come validi e gratificanti.
Come vedremo nella nostra recensione di Vite parallele, il film diretto da Weanuri Kahiu e con protagonista Lili Reinhart si rivela una commedia piacevole ma decisamente prevedibile, capace di regalare un paio d’ore di sano intrattenimento ma che dimenticherete non appena vi sarete disconnessi dalla piattaforma.
La trama di Linee parallele: quando un momento ti cambia la vita
Natalie (Lili Reinhart) è in procinto di laurearsi e di trasferirsi a Los Angeles insieme alla sua migliore amica Cara (Aisha Dee) per intraprendere una carriera da illustratrice. A solo un esame dalla laurea, la ragazza decide, però, di compiere una piccola follia in nome dei tempi del college che non torneranno più: andare a letto con il suo amico Gabe (Danny Ramirez), batterista in una band. Qualche settimana più tardi, durante la festa organizzata per i laureati, Nat si ritrova chiusa in bagno, piegata in due dalla nausea e con Cara a farle da sostegno emotivo. Sushi del distributore o gravidanza indesiderata? Un dubbio che solo un test di gravidanza può fugare. Ed è qui che gli eventi prendono due direzioni differenti: da un lato, il test negativo permetterà alla ragazza di mantenere inalterati i piani per il proprio futuro, trasferendosi a Los Angeles e perseguendo la carriera da artista. Dall’altro, un test positivo rivoluzionerà quelli che erano i progetti di vita di Nat, costretta a fare ritorno a casa dei genitori per potersi dedicare alla crescita della figlia. Due strade apparentemente parallele ma che sapranno trovare i propri punti di congiunzione.
Predeterminazione o libero arbitrio?
Quante volte ci siamo trovati a chiederci cosa sarebbe successo se avessimo fatto una scelta piuttosto che un’altra. Se un determinato evento abbia irrimediabilmente alterato il corso degli eventi oppure se le cose sarebbero comunque andate nel medesimo modo. In Linee parallele, proprio come nella vita, ogni decisione dà luogo a un universo differente, nel quale Natalie è costretta (o meno) a rielaborare quelli che erano i suoi piani per il futuro. Ma il film mostra anche come queste due strade, apparentemente così diverse, non smettano mai di trovare punti di congiunzione, in un continuo dialogo multidimensionale. Sia nel caso del test negativo, sia in quello del test positivo, infatti, gli eventi finiranno per non discostarsi poi così tanto dai binari che erano stati tracciati fin dall’inizio, portando lo spettatore a riflettere sul valore di una rigida pianificazione. Fare dei progetti è importante, ma difficilmente le cose potranno andare esattamente come abbiamo predisposto; per questo, si rivela necessaria una buona dose di elasticità per essere sempre pronti ad aggiustare il tiro in corso d’opera.
Madri e/o donne in carriera?
Perfettamente in linea con l’inclinazione di Netflix verso il politicamente corretto – soprattutto quando si tratta di commedie – Linee parallele celebra entrambi i differenti risvolti della storia come assolutamente validi e gratificanti, oltre che come diversi percorsi per arrivare comunque al medesimo lieto fine. Il film, infatti, superato lo sconforto iniziale di Nat, sembra porsi l’obiettivo di dimostrare come la maternità non precluda affatto ad una donna la possibilità di fare carriera. Cosa, purtroppo, non sempre vera o quantomeno scontata. Oltretutto, fallisce nel suo intento: il raggiungimento del successo professionale della ragazza nell’universo in cui cresce la figlia, infatti, sembra arrivare più grazie a un colpo di fortuna che per reali possibilità o disponibilità di tempo di Nat. Viene quindi da vedere il finale di Linee parallele più come qualcosa di utopistico che come un vero messaggio di empowerment femminile. Aspetto del tutto normale considerando il tipo di prodotto cui ci troviamo di fronte.
La recensione in breve
Linee parallele, in pieno stile Sliding Doors, mostra come un singolo momento possa cambiare per sempre la nostra vita. Lo fa narrando una storia che si biforca in due strade differenti che, però, non smettono mai di trovare punti di congiunzione verso un inevitabile lieto fine. Una commedia buonista e prevedibile capace di regalare un paio d'ore d'intrattenimento ma facilmente dimenticabile.
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