Il film: Lupi mannari, 2024. Regia: François Uzan. Cast: Franck Dubosc, Jean Reno, Suzanne Clément, Grégory Fitoussi, Bruno Gouery. Genere: Fantasy, commedia. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix..
Trama: Mentre è alle prese con un misterioso gioco da tavolo, una famiglia viene trasportata in una terra medievale assediata dai lupi mannari.
A chi è consigliato? A chi ama il genere fantasy in generale e ai fan del cult Jumanji.
Netflix ci catapulta in un’avventura fantasy in stile Jumanji con Lupi Mannari, pellicola francese diretta da François Uzan in grado di mescolare sapientemente umorismo, suspense ed elementi magici. Basato sul popolare gioco da tavolo Werewolves of Thiercelieux e con un cast stellare che include giganti della recitazione come Jean Reno e Franck Dubosc, Lupi Mannari rappresenta un’esperienza cinematografica, seppure leggera, avvincente, che promette al suo pubblico divertimento e adrenalina dall’inizio alla fine.
Un gioco che ti…prende
Una famiglia allargata con difficoltà di comunicazione decide di riunirsi per un’attività insolita: giocare a un vecchio gioco da tavolo ereditato dai loro avi. Quello che però inizialmente sembra un innocuo passatempo si trasforma presto in qualcosa di surreale quando, improvvisamente, l’intera famiglia viene trasportata in un misterioso villaggio medievale francese, infestato da lupi mannari. Qui, ogni notte, i licantropi seminano caos e terrore tra gli abitanti, che non riescono a identificare chi tra loro si nasconda sotto quelle bestiali sembianze. L’incapacità di distinguere i predatori dalle persone comuni alimenta così la paranoia, portando la comunità a condannare a morte anche degli innocenti. La famiglia dovrà quindi trovare il modo di capire chi tra loro è un lupo mannaro, e completare la partita prima che sia troppo tardi…
Un’ora e mezzo di divertimento
Lupi Mannari non si prefigge certo di ridefinire il genere fantasy, ma offre un’avventura leggera e spensierata adatta a un pubblico di tutte le età. Il film, infatti, ha la capacità di intrattenere il suo pubblico dall’inizio alla fine, grazie a un mix ben bilanciato di umorismo e azione all’interno di un’affascinante cornice medievale, popolata da licantropi e abitanti del villaggio paranoici. Sebbene ci siano alcuni piccoli buchi nella trama, questi non intaccano il fascino generale della storia, che si sviluppa come una caccia al mostro condita da momenti di tensione, ma soprattutto da situazioni spassose. L’intento del film, infatti, non è sicuramente quello di spaventare, ma piuttosto divertire, e in questo riesce perfettamente grazie alla sua leggerezza e al ritmo sostenuto, che rende Lupi Mannari una visione piacevole per chi cerca un’avventura senza troppe pretese.
Una sottotrama toccante
Oltre all’elemento fantasy e all’avventura che caratterizzano Lupi Mannari, il film affronta con delicatezza anche il tema della perdita della memoria attraverso la figura di Gilbert (Jean Reno), il padre di Jérôme (Franck Dubosc). Gilbert soffre di un progressivo deterioramento cognitivo, che si manifesta con la perdita dei ricordi e la confusione mentale. Questo porta a una frattura emotiva con suo figlio Jérôme, che fatica a vedere l’uomo che ha ammirato per anni svanire lentamente. Jérôme ricorda i bei momenti vissuti insieme, ma teme che il tempo stia per privarlo di qualsiasi legame con suo padre, il quale potrebbe presto dimenticare non solo quei ricordi, ma anche la sua famiglia. Questa sottotrama aggiunge una dimensione più intima e commovente alla narrazione, esplorando le difficoltà e le paure legate al deterioramento della memoria e alla distanza che può crearsi tra genitori e figli di fronte all’invecchiamento.
La recensione in breve
Un'esperienza cinematografica, seppure leggera, avvincente, che promette al suo pubblico divertimento e adrenalina dall'inizio alla fine.
Pro
- Un sapiente mix di azione, umorismo e avventura
- Un'ambientazione suggestiva
Contro
- Qualche piccolo buco di trama
- Voto CinemaSerieTV