Il film: M3gan, 2022. Regia: Gerard Johnstone. Cast: Allison Williams, Violet McGraw. Genere: Horror, thriller, fantascienza. Durata: 102 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: M3gan è un nuovo ritrovato in materia di Intelligenza Artificiale, una bambola davvero realistica, programmata per essere un’affidabile compagnia per i bambini. Quando Gemma improvvisamente deve prendersi cura della nipote di 8 anni divenuta orfana, Cady, pensa di affidarla al prototipo di M3gan.
Supertoys che durano tutta l’estate, in originale Supertoys Last All Summer Long, è un racconto di Brian W. Aldiss da cui Steven Spielberg trasse ispirazione per il suo A.I. – Intelligenza Artificiale. È un titolo che ci è venuto in mente per il film di cui vi parliamo nella recensione di M3gan, in uscita al cinema il 4 gennaio, per iniziare l’anno con un misto di riflessioni, brividi e divertimento. Il film, diretto da Gerard Johnstone e prodotto da James Wan e Jason Blum, ha poco a che fare per toni e atmosfere con il film di Spielberg, ma ci si avvicina per le tematiche. In fondo, M3gan, la creatura del film, è proprio un super giocattolo, una bambola governata da un’Intelligenza Artificiale in grado di interagire con i bambini, e di legarsi a doppia mandata con loro. Come vi potrete immaginare, i risultati saranno nefasti. M3gan è un film curioso e intelligente, che fa riflettere e intrattiene con un curioso mix di fantascienza, thriller, horror e commedia. È l’episodio di Black Mirror che aspettavamo da tanto.
La trama: M3gan, più di un giocattolo
“È più di un giocattolo. È parte della famiglia”. M3gan è un nuovo ritrovato in materia di Intelligenza Artificiale. È una bambola davvero realistica, programmata per essere un’affidabile compagnia per i bambini e una sicurezza per i genitori. L’ha progettata Gemma (Allison Williams). M3gan può ascoltare, guardare e imparare, può essere amica a insegnante, compagna di gioco e protettrice. Una volta stabilito il contatto con un bambino, si lega indissolubilmente a lui. Quando Gemma improvvisamente deve prendersi cura della nipote di 8 anni divenuta orfana, Cady (Violet McGraw), pensa di affidarla al prototipo di M3gan. All’inizio sembra una situazione ideale, ma…
C’era una volta HAL 9000
C’era una volta HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio. C’era semplicemente un enorme occhio rosso, diventato immediatamente iconico, cinematografico, indimenticabile. C’era una voce sintetica. C’erano, intorno a lui, enormi calcolatori. È con quel film che l’Intelligenza Artificiale è entrata tra i temi del cinema, dando inizio a una lunga riflessione che proprio il cinema è sembrato adatto a fare. Oggi l’Intelligenza Artificiale è antropomorfa, ed è diventata mercato di massa: non è solo appannaggio dei viaggi aerospaziali ma è prodotta dalle aziende di giocattoli. È proprio la quotidianità delle A.I. – d’altra parte ormai Alexa e Siri sono nelle nostre vite – a segnare il nuovo racconto su questo tema. E, dopo un periodo in cui le A.I. sono sembrate meno inquietanti (pensiamo all’assistente di Iron Man nei film Marvel), oggi, con M3gan, torna a fare paura.
Se ci sono di mezzo James Wan e Jason Blum farà paura
Quello che è interessante è che il tema Intelligenza Artificiale venga preso in carico non da autori di fantascienza, ma da un team che è fatto di specialisti del cinema horror: è infatti prodotto da James Wan, l’autore dietro alle saghe di Saw, Insidious e The Conjuring, e di Jason Blum e la sua Blumhouse, la società di produzione di Paranormal Activity, Halloween, The Black Phone e L’Uomo Invisibile – The Invisible Man. Il risultato è un film davvero particolare nei toni, che vira verso l’horror solo nella mezz’ora finale, e che per tutta la sua durata è un mix di fantascienza, thriller e commedia. I colori tenui degli inizi e una serie di battute e situazioni che stemperano la tensione sono create ad arte per farci rilassare e per colpirci meglio in seguito. È proprio questa commistione di toni a rendere M3gan un prodotto sorprendente, piacevole, spiazzante.
Quel volto di lattice ha qualcosa di così reale
A livello visivo, la forza di M3gan è tutta nella creazione di questa bambola. A.I. – Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg – ambientato in un futuro dove si immaginava fosse possibile – trattava il piccolo Mecha David come un giocattolo sostituibile a un vero bambino, con le sembianze di un figlio in tutto e per tutto (e infatti era interpretato da un attore, Haley Joel Osment). Qui la storia è ambientata ai giorni nostri, e mette al centro un essere meccanico, una bambola, mettendo in chiaro subito la sua natura artificiale. Ma, partendo da questo assunto, ci inquieta dando a questo personaggio una grande espressività. Quel corpo di titanio (e infatti, quando si tratta di cantare una ninna nanna a Cady le canta Titanium di David Guetta…) e quel volto di lattice hanno qualcosa di così reale da diventare inquietanti. La chiave sono quegli occhi, mobili, luminosi. In una parola: vivi. Il senso di meraviglia e di stupore, oltre alla costruzione del racconto, sta anche nella realizzazione di questa creatura.
La versione 3.0 di Chucky, La bambola assassina
M3gan, allora, oltre a un’ulteriore riflessione sul senso dell’Intelligenza Artificiale oggi, è intrattenimento intelligente e ironico, mai banale. M3gan è un personaggio che potrebbe andare al di là di questo film (l’ultima inquadratura è solo un finale beffardo, in linea con il film, o apre a un possibile sequel?) ed entrare nell’immaginario collettivo, nei meme, nella cultura pop. È una creatura inquietante come le figure del quadro Las Meninas di Diego Velázquez, una “Barbie agli steroidi”, come la definiscono nel film, una versione 3.0 di Chucky, La bambola assassina o di Annabelle, l’edizione Funko Pop di Terminator o della Sposa di Kil Bill. Il bello è che M3gan può essere davvero tutto questo. È dolce e inquietante, empatica e spaventosa, angelo e angelo sterminatore. È un soldato giocattolo. E infatti, ascoltate bene le note che suon al piano. Sono quelle di Toy Soldiers di Martika.
L’episodio di Black Mirror che aspettavamo da tanto
Se apparentemente il film non sposta molto in avanti la riflessione sulle Intelligenze Artificiali, la chiave in realtà è nella quotidianità e nella confidenza che oggi diamo ai macchinari di questo tipo, tenendoli nelle nostre case, mentre fino a qualche anno fa gli scenari erano legati alla fantascienza e alla straordinarietà. E c’è anche un monito a noi adulti, e a tutte quelle volte che ci facciamo aiutare da qualche tecnologia e qualche schermo per i nostri figli. È inutile dirlo qui, ma ancora una volta un film ci dice che della tecnologia non dobbiamo abusare. M3gan è l’episodio di Black Mirror che aspettavamo da tanto tempo.
La recensione in breve
Nella recensione di M3gan vi abbiamo parlato di un film curioso e intelligente, che fa riflettere e intrattiene con un curioso mix di fantascienza, thriller, horror e commedia. È l’episodio di Black Mirror che aspettavamo da tanto.
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