Il film: Memory, 2022. Regia di: Martin Campbell. Cast: Liam Neeson, Guy Pearce, Monica Bellucci, Taj Atwal, Ray Fearon, Harold Torres.
Genere: Thriller. Durata: 114 minuti. Dove l’abbiamo visto: anteprima stampa, in versione originale.
Trama: Alex Lewis è un killer vicino alla pensione, la sua ultima missione gli sconvolgerà la vita. Rifiutatosi di uccidere una bambina di 13 anni, l’uomo intraprenderà una violenta missione di vendetta.
Alex Lewis, il personaggio di Liam Neeson, si scrive degli appunti sul braccio con il pennarello. Lo fa per ricordarsi le cose, perché una malattia gli sta facendo lentamente perdere la memoria. E allora quelle scritte sul suo corpo sono lì per ricordare. Viene immediatamente in mente Memento, ma, come vi spieghiamo nella recensione di Memory, il nuovo film con Liam Neeson diretto da Martin Campbell, in uscita al cinema il 15 settembre distribuito da Bim, ha solo qualcosa in comune con il classico di Nolan. Come nel cinema di Campbell, Memory è un film teso, duro, violento, che riprende il classico personaggio di Liam Neeson di assassino freddo e senza scrupoli, ma riesce a rinnovarlo con notevoli sfumature. Ed è questa la vera novità che vale la visione.
Se un killer rifiuta l’incarico
Alex Lewis (Liam Neeson) è un killer su commissione, che sta pensando alla pensione. Quando viene chiamato per l’ultima missione gli viene detto che è una cosa facile. Ma certe cose facili non lo sono mai. Deve uccidere una ragazza di 13 anni, e la sua coscienza gli impedisce di farlo. Così non solo rifiuta l’incarico, ma decide di vendicare la ragazza. Si troverà contro un’affascinante magnate immobiliare di El Paso, Davana Sealman (Monica Bellucci) e suo figlio. Su di loro indaga anche l’FBI con l’agente Vincent Serra (Guy Pearce).
Ricordare o non ricordare, questo è il dilemma
Memory è una storia che arriva da lontano, nello spazio e nel tempo. È infatti il remake del thriller belga De Zaak Alzheimer (The Memory of a Killer) del 2003. E il tema al centro del film è sicuramente originale. Dopo qualche piccolo momento in cui Alex sembra perdersi per un attimo, tutto ci diventa più chiaro quando visita il fratello in una casa di riposo. L’uomo ha il morbo di Alzheimer, e Alex ci fa capire che anche lui ha ormai i primi sintomi. Ricordare o non ricordare, questo è il dilemma. Ed è un handicap non da poco per un killer, uno che deve tenere in mente tutto, volti, incarichi, fatti, nomi (e proprio un nome sarà la chiave) che non può dimenticare niente, che deve guardarsi le spalle da tutto e tutti. Non ricordare offusca le idee, complica le missioni, mette in pericolo la propria vita e quelle degli altri. Memory allora è una sorta di Memento senza la struttura labirintica di Christopher Nolan, ma con quella solida, muscolare, tipica di Martin Campbell.
Martin Campbell, il regista di Casino Royale
Memory, sin dai manifesti lanciati già da qualche mese nei cinema, vive su un doppio brand. Il primo, indiscusso, è quel Liam Neeson ormai sinonimo di film d’azione in serie. Il secondo è Martin Campbell, presentato, giustamente, come il regista di Casino Royale. Con quel film Campbell aveva contribuito a costruire il nuovo volto di James Bond, quello di Daniel Craig. Lo aveva fatto con quello che molti definiscono il film migliore della serie: teso, concreto, nitido nell’immagine e senza fronzoli. Anche della confezione di Memory potremmo dire tutto questo. Ancora una volta Campbell si mette al servizio della storia senza ambizioni autoriali ma valorizzando gli attori che sono in scena. Come Casino Royale anche questo Memory è un film su un duro che però prova dei sentimenti. E anche questo è un film che riparte quando ormai sembra arrivato alla conclusione.
Un Liam Neeson inedito
Il primo brand, come direbbe la pubblicità, vuol dire fiducia. Liam Neeson presta ancora una volta il suo volto spigoloso, rude, scolpito nella roccia al personaggio di un duro. Ma questa volta, pur nel solco delle sue classiche interpretazioni, è un Liam Neeson inedito. Stavolta è un cavaliere nero allo stesso tempo fragile e spietato, fallibile e integerrimo, fuori dalla legalità ma con un suo grande senso della giustizia. Sente che è ingiusto che delle donne siano state uccise, ma vede che le indagini sono in ritardo, che l’FBI è troppo lenta. Così si sostituisce a loro. Ma la sua debolezza lo rende imperfetto, costantemente in bilico, in grado di cadere da un momento all’altro.
Un cast con Guy Pearce e Monica Bellucci
Accanto a Liam Neeson si muove un cast interessante, in cui spiccano Guy Pierce (sì, proprio il protagonista di Memento) nei panni dell’agente dell’FBI, e Monica Bellucci, in quelli di una potente e pericolosa mandante. Il cast e la struttura corale, insieme alla costruzione piuttosto intricata per un film di questo genere, sono paradossalmente anche il limite di Memory. Perché colui che è la star, Liam Neeson, è in scena meno di quanto ci aspetteremmo, e quando in scena non c’è lui il film perde parte della sua carica. L’espediente della perdita della memoria, poi, non viene usato come potrebbe, e Memory rimane soprattutto un film d’azione. Ma quelle piccole nuove sfaccettature che Liam Neeson ha aggiunto al suo personaggio ormai classico, questa variazione sul tema del Neeson Movie, meritano una visione.
La recensione in breve
Memory è un film teso, duro, violento, che riprende il classico personaggio di Liam Neeson di assassino freddo e senza scrupoli, ma riesce a rinnovarlo attribuendogli nuove e notevoli sfumature.
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