Il film: Nerve, 2016. Regia di: Henry Joost, Ariel Schulman. Cast: Emma Roberts, Dave Franco, Emily Meade, Miles Heizer, Juliette Lewis, Kimiko Glenn. Genere: Thriller. Durata: 96 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Un’adolescente introversa desiderosa di dimostrare il proprio coraggio decide di prendere parte a Nerve ‘Nerve’, un gioco online i cui concorrenti sono chiamati ad affrontare delle sfide sempre più pericolose.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Jeanne Ryan, Nerve è una pellicola del 2016 co-diretto da Henry Joost e Ariel Schulman che, nel 2010, hanno realizzato il documentario “Catfish”, uno sguardo sul modo in cui le persone usano falsi alter ego online. Nel film – ora disponibile su Netflix – Emma Roberts interpreta un’adolescente che, dopo aver accettato di prendere parte a un gioco online, si ritrova ad affrontare sfide sempre più pericolose nella vita reale. Al suo fianco Dave Franco nei panni di un altro giocatore il cui destino si incrocerà con quello della protagonista.
Come vedremo nella nostra recensione di Nerve, la trama risulta, almeno fino a due terzi della narrazione, piuttosto avvincente, con una lampante critica al modo in cui la rete riesca ad avere sempre più presa sulla vita delle persone, in particolare dei giovani. Peccato che questi giovani siano talmente stereotipati da apparire solamente dei burattini per veicolare il messaggio desiderato dai registi.
La trama di Nerve: a caccia di adrenalina
Venus detta Vee (Emma Roberts) è una 17enne a poche settimane dal diploma di scuola superiore che e non sa se seguire le proprie passioni e frequentare una scuola d’arte in California o continuare a vivere a Staten Island insieme alla madre (Juliette Lewis). Un giorno, la sua migliore amica Sydney (Emily Meade) le parla di Nerve, una piattaforma online che lancia agli utenti iscritti come “giocatori” delle sfide da portare a termine nella vita reale, mentre gli “spettatori” stanno a guardare connessi attraverso i loro smartphone. I premi per chi porta a termine le sfide? Visibilità e bonifici sul conto corrente sempre più alti. Quando due litigano, perché Sydney considera Vee una persona troppo introversa e incapace di mettersi in gioco, quest’ultima decide di iscriversi a Nerve e affrontare la sua prima sfida: baciare uno sconosciuto. È così che conosce Ian (Dave Franco), un altro giocatore con il quale intraprenderà una notte folle a Manhattan.
Il lato oscuro della rete
Giocatore o spettatore?
Questa è la fondamentale dualità sulla quale si basa tutta la struttura del film. Sei un giocatore che vuole brillare come una stella portando a termine le sfide assegnate dalla piattaforma o sei un voyer che, sotto falsa identità, trova soddisfazione nello spiare dietro le quinte chi compie azioni sempre più estreme? Ciò che fa Nerve è cogliere (esacerbandola ma nemmeno troppo) questa deriva della società attuale in cui sempre più persone, spesso giovanissimi, hanno il sogno di diventare delle stelle del World Wide Web, mettendo la propria vita – magari non così accattivante nel mondo reale – all’interno di uno schermo perché venga guardata, a costo di mettere a rischio se stessi e gli altri. Un’attrattiva che – almeno all’inizio – sembra riuscire e sedurre anche l’introversa Vee, ammaliata dalla repentina crescita delle visualizzazioni durante le sfide e, ovviamente, dai cospicui bonifici sul conto corrente. Questo folle gioco immaginato da Henry Joost e Ariel Schulman riesce ad essere avvincente per diciamo due terzi del film, per poi però subire un rapido declino moralista e concludersi con un finale tanto utopistico quanto improbabile.
Un ritratto stereotipato
Il vero problema di Nerve è il modo in cui vengono rappresentati i suoi giovani protagonisti: niente di più lontano da come i veri adolescenti appaiono nel mondo reale. Il film è ricco di stereotipi che solo un pubblico adulto potrebbe – forse – ritenere verosimili; i dialoghi tra Vee e i suoi amici sono quanto di più implausibile si possa immaginare, con parole e frasi che probabilmente non uscirebbero mai dalla bocca di un teenager. Anche sul messaggio morale – di cui si fa portatrice la protagonista sul finale – sembra si sia un po’ troppo calcato la mano, soprattutto perché stona terribilmente con quanto mostrato fino a quel momento. Quando poi viene nominato il dark web, il film affronta il tema alla stregua delle leggende metropolitane, come se i due registi non fossero degli esperti delle insidie della rete.
Il cast di Nerve
Nonostante i loro personaggi siano entrambi piuttosto irrealistici, Emma Roberts e Dave Franco hanno una bella chimica sullo schermo e sono sicuramente piacevoli da guardare mentre – affascinanti e pieni di carisma – si muovono per le strade di una Manhattan al neon, tra panorami notturni metropolitani e colori vibranti. Certo, l’evoluzione di Vee appare quantomeno improbabile (da ragazza introversa e impacciata a star del web nel giro di un’ora), evidenziando una mancanza completa di struttura nei personaggi, ma in compenso Franco riesce a dare in qualche modo una certa profondità al ruolo di entrambi. Tutto sommato una coppia che funziona all’interno di un film che va preso come puro intrattenimento.
La recensione in breve
La trama di Nerve, almeno fino a due terzi della narrazione, risulta piuttosto avvincente, con una lampante critica del modo in cui la rete abbia sempre più presa sulla vita delle persone, in particolare dei giovani. Peccato che questi giovani siano talmente stereotipati da apparire solamente dei burattini per veicolare il messaggio desiderato dai registi.
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Voto CinemaSerieTV