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Home » Film » Recensioni film » Non così vicino, la recensione del nuovo film con Tom Hanks

Non così vicino, la recensione del nuovo film con Tom Hanks

La recensione di Non così vicino: il nuovo film vede Tom Hanks in un ruolo inedito, che avrebbe meritato una candidatura all’Oscar.
Maurizio ErmisinoDi Maurizio Ermisino16 Febbraio 20236 min lettura
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Tom Hanks in una scena di Non così vicino
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Il film: Non così vicino, 2022. Regia: Marc Forster.
Cast: Tom Hanks, Mariana Treviño, Rachel Keller, Manuel Garcia-Rulfo. Genere: Drammatico. Durata: 126 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima.

Trama: Otto ha passato una vita a lavorare e a curare la casa dove vive, e il comprensorio residenziale dove è situata. Una volta messo da parte al lavoro, ha deciso di andare in pensione. Non vuole nessun festeggiamento. E pare che dalla vita, davvero, non voglia più nulla.


Esce oggi, il 16 febbraio, Non così vicino, il nuovo film con Tom Hanks. Esce a febbraio perché probabilmente si sperava che l’amato attore, ancora una volta, strappasse una candidatura all’Oscar (premio che ha vinto due volte) e che purtroppo non è arrivata. Ora, non avendo visto tutti i film degli attori candidati, non possiamo pronunciarci. Ma così, dopo aver visto il film, diciamo che una nomination ci sarebbe potuta stare. Come vi spiegheremo nella recensione di Non così vicino (è il titolo italiano, che allude a un altro film con Tom Hanks, di A Man Called Otto, tratto dal best seller A Man Called Ove e remake dell’omonimo film svedese) è uno di quei film che gli attori di solito vogliono fortemente fare. Li vogliono fare perché permettono loro di uscire dalla loro comfort zone, di recitare “contro ruolo”, di allontanarsi cioè dai loro personaggi tipici e toccare nuove corde. È proprio questa la cosa migliore di Non così vicino: vedere Tom Hanks in un ruolo inedito, o quasi, dove funziona alla perfezione. È la stella polare di un film costruito intorno a lui, fatto di buoni sentimenti, ma con una buona dose di ironia che non lo rende stucchevole. E la cui prevedibilità è in fondo funzionale al percorso del protagonista e alla riuscita del film.

La trama: Otto va in pensione

Tom Hanks in una scena di Non così vicino

Otto (Tom Hanks) è un signore anziano, che ha passato una vita a lavorare e a curare la casa dove vive, e il comprensorio residenziale dove è situata. Una volta messo da parte al lavoro, ha deciso di andare in pensione. Non vuole nessun festeggiamento. E pare che dalla vita, davvero, non voglia più nulla. La ragione la scopriamo presto, man mano che il film va avanti. Ma l’arrivo di una nuova famiglia nel comprensorio sembra dargli una nuova ragione di vita.

Tom Hanks misantropo: un inedito

Tom Hanks in una scena di Non così vicino

Il Tom Hanks che vediamo in scena rappresenta uno stacco notevole con tanti dei personaggi che abbiamo amato. Hanks è stato sempre il Candido, alla Forrest Gump, o il capitano che dà sicurezza, come il John Miller di Salvate il Soldato Ryan, l’uomo corretto e coraggioso di Castaway (e potremmo continuare a lungo…) Insomma, l’uomo solido e rassicurante alla James Stewart. Il Tom Hanks che mette in scena Otto invece è burbero, un misantropo, un asociale, un uomo scostante e antipatico. Decisamente antipatico. È evidente quanto un ruolo di questo tipo possa piacere ad un attore. Tanto che Hanks ha sposato il progetto anche come produttore.

Tom Hanks: labbra serrate

Tom Hanks in una scena di Non così vicino

E il carattere di Otto, di fatto, detta la linea di quella che è un’interpretazione da antologia, una di quelle in cui la mimica facciale di Hanks può dare il meglio. La sua recitazione è fatta di labbra serrate, chiuse in un ghigno perenne. Accigliato, con le sopracciglia continuamente aggrottate, il suo Otto è un uomo chiuso in se stesso. E ogni angolo del volto, e del corpo, lavora proprio per dirci questo. All’inizio non ci sembra quasi di riconoscere l’attore per quanto i suoi tratti somatici sono modificati dalla rigidità che il ruolo gli impone.

L’uomo che metteva in ordine il mondo

Tom Hanks in una scena di Non così vicino

Otto è una di quelle persone che, per la strada, sistemano ogni cosa fuori posto (non a caso, nella versione italiana, il romanzo di Fredrik Bakman si chiama L’uomo che metteva in ordine il mondo). Di quelli che, in un negozio, litigano anche per pochi centesimi se per loro è una questione di principio. Una di quelle persone di poche parole che, se possono evitare una conversazione, la evitano. Se possono evitare di incontrare qualcuno, lo evitano proprio. Certo, è così per un motivo ben preciso, e quando la scoperta deflagra nel film, cominciamo a capirlo (non che prima non lo capissimo, a dire il vero). Ma Otto ha in comune con tutti i personaggi di Hanks una caratteristica molto importante: la profonda umanità, un calore umano che è nascosto da qualche parte. E che non può non venire fuori.

Marc Forster: come toccare la morte

Tom Hanks in una scena di Non così vicino

A dirigere il film è Marc Forster, ed è un particolare non da poco. Il regista, che ultimamente abbiamo visto frequentare di meno la sala cinematografica, ha avuto sempre un dono molto particolare. Quello di arrivare sempre, con i suoi film, a toccare la morte, lambirla, sfiorare il confine tra la morte e la vita con una sensibilità per nulla banale. Dall’elaborazione del lutto di Monster’s Ball alla sua preparazione in Finding Neverland, fino alla lotta per sopravvivere di Stay – Nel labirinto della mente e Vero come la finzione, ogni sua opera è una riflessione su uno dei misteri più controversi dell’esistenza. Anche in Quantum Of Solace, film di 007 sfortunato e sottovalutato, la morte (quella di Vesper Lynd e quindi quella dei suoi responsabili) è punto di partenza e di arrivo di ogni azione del protagonista. Forster ci ha raccontato ogni volta la morte in modo diverso. E lo fa anche qui, con un personaggio che dalla morte è condizionato, e che accarezza l’idea di morire come via d’uscita.

Giornalista di social media: ma cosa cavolo significa!?

Tom Hanks in una scena di Non così vicino

Ma Non così vicino non è affatto un film cupo, o triste. È anzi un film vitale, che vola leggete su un’ironia sottile e tagliente, quella che gli sceneggiatori mettono nelle battute di Otto. “Ha avuto un milione di visualizzazioni” dice una che si definisce “una giornalista di social media”. “Perché la gente non si fa gli affari suoi” risponde Otto, dipingendo, con una battuta, anche un ritratto del mondo dell’informazione di oggi. Rincarando una dose con un “giornalista di social media: ma cosa cavolo significa!?”. Game, set, partita.

Un cuore troppo grande

Tom Hanks in una scena di Non così vicino

Un’ironia dolceamara, allora, ci aiuta ad affrontare una storia profondamente drammatica. La storia di un uomo che pensa alla morte perché crede di non avere più una vita. Ma capita che la vita si formi intorno a lui, lo avvolga, lo rianimi. Otto è un uomo che, per conformazione fisica, ha un cuore più grande della media, troppo grande. E allora non può che avere spazio per ospitare un po’ d’amore.

La recensione in breve

7.0 Inedito

Come vi abbiamo spiegato nella recensione di Non così vicino, il film è l'occasione per vedere Tom Hanks in un ruolo inedito. È la stella polare di un film costruito intorno a lui, fatto di buoni sentimenti, ma con una buona dose di ironia che non lo rende stucchevole. E la cui prevedibilità è in fondo funzionale al percorso del protagonista e alla riuscita del film.

  • Voto CinemaSerieTv 7
  • Voto utenti (2 voti) 9.6
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