Il film: Ofelia – Amore e morte, 2018. Regia: Claire McCarthy. Genere: Drammatico, sentimentale. Durata: 114 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix, in lingua originale.
Trama: Ofelia (Daisy Ridley) è una giovane e impetuosa adolescente che risiede al Castello di Elsinore come una delle più fidate confidenti della Regina Gertrude (Naomi Watts). La sua personalità non passa inosservata agli occhi del principe Amleto (George MacKay), che la conquista rapidamente. I due intraprendono un’appassionata relazione segreta mentre il loro regno è sull’orlo della guerra, afflitto da tradimenti e intrighi di palazzo.
Da oggi 12 dicembre è disponibile su Netflix Ofelia – Amore e Morte, per la regia di Claire McCarty e sceneggiato dalla candidata agli Emmy Award per Mad Men Semi Chellas. Si tratta di un adattamento per il grande schermo del dramma letterario a cura della scrittrice americana Lisa Klein, nota anche per il romanzo Lady Macbeth’s Daughter (2009), libri in cui ha scelto come protagoniste personaggi femminili dell’universo shakespeariano, raccontando le grandi opere dell’autore dal loro punto di vista inedito. In questa nostra recensione di Ofelia – Amore e Morte, vedremo come la trasposizione cinematografica dell’opera con Daisy Ridley protagonista riesca, pur nella sua complessità tematica, a configurarsi come un viaggio intrigante nella mente di un’outsider dell’epoca.
Ofelia – Amore e morte, la trama: un outsider alla corte di Danimarca
Lui è Amleto, principe di Danimarca; lei è semplicemente Ofelia. In questa reinvenzione della famosa tragedia di Shakespeare, è proprio Ofelia a essere al centro della scena. Ragazza esuberante e orfana di madre, cresce nel castello di Elsinore e diventa la dama di compagnia più fidata della regina. Ambiziosa di conoscenza, spiritosa e bella, impara le vie del potere in una corte dove nulla è come sembra. Quando la ragazza cattura l’attenzione dell’affascinante principe Amleto, il loro amore sboccia in segreto; tuttavia, azioni sanguinarie trasformano ben presto la Danimarca in un luogo di follia e la felicità della fanciulla va in frantumi. Alla fine, dovrà scegliere tra l’amore per Amleto e la sua stessa vita. Disperata, la giovane donna escogita un piano insidioso per fuggire per sempre da Elsinore… con un segreto molto pericoloso da portarsi dietro.
Una rielaborazione inedita
Come abbiamo detto, la rivisitazione di Amleto a cura di McCarthy sposta l’attenzione sull’interesse amoroso del principe danese. La rappresentazione classica di Ofelia è quella di una fragile donna malata di mente e priva di potere alcuno, impotente di fronte alle proprie angosce: nel film, Ridley la rifiuta in toto, infondendo alla caratterizzazione del personaggio forte dignità e senso di ribellione. Anche l’Amleto di MacKay si discosta dall’iconografia trazionale di Amleto, in quanto è più deciso e schietto, senza paura di passare all’azione e non troppo focalizzato sui suoi soliloqui. Addirittura la regina Gertrude viene resa un personaggio più complesso: la Watts le conferisce forza e affetto, in contrasto con le rappresentazioni più negative del passato. L’unica interpretazione inferiore è forse quella del Claudio di Owen, privo di fascino e dei tratti subdoli che lo rendevano un villain inquietante nell’opera shakesperiana.
La sceneggiatura di Semi Chellas fa un ottimo lavoro nel rendere giustizia al ruolo delle donne perfino in una trama basata su una delle opere più rinomate del Bardo. Momenti cruciali dell’Amleto, come il risposarsi della regina o il canto folle di Ofelia, non sono più misteri della mente femminile, ma passi importanti e guidati dalla logica per farsi spazio nel mondo degli uomini. Ofelia vede la follia nelle violente distrazioni degli uomini, mentre la Regina ne è anestetizzata: alla fine, entrambe raccolgono ciò che hanno seminato.
Sottotrame troppo “ingombranti”
Dove il film perde parte del suo vigore narrativo è, purtroppo, nelle sue sottotrame. Vediamo Ofelia doversi destreggiare tra un mistero di omicidio, una storia d’amore, un dramma di corte e relazioni familiari: a nessuna di queste sezioni drammaturgiche viene dato il giusto spazio per svilupparsi, tanto che la storia d’amore tra Ofelia e Amleto ci risulta affrettata, il dramma giudiziario non assume altro che la forma di un litigio e le relazioni familiari non ricevono quasi attenzione. Con poco più di cento minuti di minutaggio, Ofelia – Amore e Morte non riesce a dedicare sufficiente attenzione a tutti i punti della sua corposa trama. È un peccato che il progetto non sia stato sviluppato come miniserie, perché quel formato avrebbe permesso ai personaggi di mostrare davvero la complessità delle loro relazioni.
Tra gli altri punti di forza di Ophelia, citiamo la sua splendida fotografia e resa visiva: le scenografie e i costumi sontuosi, la messa in scena intrigante rendono questa rivisitazione al contempo antica e moderna, trattenendo l’eleganza delle corti e unendovi il sapore libertino che ogni tratto del percorso di Ofelia porta con sè.
L’efficacia narrativa e cinematografica di Ofelia dipende dalle aspettative del pubblico: come proposta, è un interessante stravolgimento dei ruoli tradizionali dell’Amleto, anche se spesso la sua trama si perde nel marasma di suggestioni visive che propone. In ogni caso, un mix di interpretazioni forti e di fotografia accuratissima, lo rende un adattamento degno di essere visto.
La recensione in breve
Ofelia - Amore e Morte è una rielaborazione inedita della tragedia di Amleto, in cui scenografia e accuratezza fotografica giocano un ruolo fondamentale per dare forma alla sensibilità femminile dell'epoca e di oggi.
- Voto CinemaSerieTv