Il film: Old People, 2022. Regia: Andy Fetscher. Cast: Louie Betton, Melika Foroutan, Paul Faßnacht. Genere: Horror. Durata: 100 minuti. Dove lo abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Una donna torna nella sua città natale per partecipare al matrimonio della sorella. La celebrazione non sarà affatto un momento di gioia, quando faranno capolino degli anziani assetati di sangue.
Il catalogo Netflix dei film horror si sta progressivamente arricchendo in vista dell’arrivo di Halloween; se, da un lato, il ritorno di grandi maestri del genere si concretizzerà con serie quali Cabinet of Curiosities di Guillermo del Toro e Mercoledì di Tim Burton, dall’altro si stanno facendo strada sulla piattaforma altri titoli indipendenti, di stampo europeo, dopo il passaggio a Festival dedicati al genere, come il Fantasy Film Festival. Questo è anche il caso di Old People, horror del regista tedesco Andy Fetscher (Urban Explorer), che approda sulla piattaforma streaming da oggi 7 ottobre.
Purtroppo, come vedremo nella nostra recensione di Old People, la pellicola in questione non regge assolutamente il passo con la ricca programmazione che Netflix vorrebbe proporci nella stagione autunnale, dal momento che si configura come un racconto che va frantumando una tematica delicata e attuale come la solitudine delle persone anziane, non riuscendo a supportarne il fulcro tematico tramite una messa in scena e una regia degna di nota.
La trama di Old People: vendetta da chi non ti aspetti
Ella sta tornando al suo paese natale con i figli per il matrimonio della sorella, un villaggio remoto che è cambiato molto da quando se ne è andata: i giovani si sono trasferiti da tempo, e la fetta di popolazione prevalente è rimasta quella degli anziani, apparentemente dimenticati dal resto del mondo. Quando un enorme temporale si abbatte sulla cittadina la notte del matrimonio, i residenti di una casa di riposo in completo disfacimento iniziano a comportarsi in modo strano.
Guidati da uno di loro, che sembra particolarmente infastidio dal non essere stato invitato al matrimonio, gli anziani si radunano attaccando brutalmente i giovani custodi dell’ospizio. In seguito a un blackout, sfondano le porte di sicurezza e fuggono sotto la pioggia fredda. La musica li attira verso il matrimonio, dove presto Ella si troverà a lottare per la sopravvivenza della sua famiglia.
Premesse buone, esecuzione pessima
Old People pone lo spettatore di fronte a un problema socio-demografico ormai ben noto, ovvero il fatto che l’età media nazionale – in molti Paesi europei – si stia alzando drasticamente. A questo fenomeno, si aggiunge anche il fatto che, spesso e volentieri, gli anziani si ritrovino in case di riposo inospitali e che bisognerebbe intervenire con dei provvedimenti nel settore socio-sanitario per poter garantire a questa fragile categoria le cure di cui hanno bisogno. In questo senso, la premessa di Old People è piuttosto intrigante: la sceneggiatura muove le fila chiedendosi cosa succederebbe se un gruppo di anziani troppo spesso trascurati decidesse di incanalare il proprio dolore attraverso il genere horror, dando vita a una vera e propria missione di vendetta sanguinolenta.
Purtroppo, l’intento narrativo di Old People viene costantemente parodizzato da ogni reparto tecnico e linea di dialogo: si fa costantemente appello alla cattiva coscienza dei figli che abbandonando i genitori anziani, alla costernazione di quest’ultimi, e questa drammatizzazione eccessiva diventa ulteriormente ripugnante se ci soffermiamo sulle interazioni melense tra i personaggi, volte alla colpevolizzazione di ogni membro della famiglia per qualsiasi cosa venga da loro percepita come un incidente: dall’abbandono del padre, appunto, a un matrimonio andato a rotoli, passando per le prime cotte della figlia Laura, a cui Ella si approccia con la stessa cupezza con cui guarda alle condizioni di manutenzione disastrose del villaggio, atteggiamento completamente ingiustificato.
Un horror fuori tempo massimo
Quel poco di atmosfera horror che si viene a creare dal secondo atto in poi, quando la vera e propria rivalsa guidata dagli anziani prende piede, non riesce mai a farsi prendere sul serio, avviluppata a una fotografia che passa senza soluzione di continuità da una palette cromatica che fa propria ogni sfumatura dei colori della notte, al soft-focus e al seppia che contraddistinguono i personaggi principali, totalmente bidimensionali. Un tracollo disastroso, che infastidisce ulteriormente se si analizza che, all’interno della storia, ci sarebbe potuta essere una linea di trama molto più interessante su cui soffermarsi: la distanza che i figli hanno sempre percepito rispetto alla figura paterna, aumentata esponenzialmente da quando non gli è più stato possibile godersi il rapporto con il nonno.
Mancano plot twist, mancano sequenze scioccanti e, come se non fosse abbastanza, Fletscher cade nella continua tentazione di voler conferire a una storia assurdamente comica una cornice morale. Come può la famiglia simboleggiare il bene più grande di tutti se Old People è pregno, dall’inizio alla fine del film, di una supplica insistente e assolutamente mercificata verso questo concetto? In definitiva, possiamo riservare a Old People il trattamento di un film che avrebbe attratto nelle sale 10/15 anni fa i gruppi di adolescenti in cerca di un po’ di sano divertimento e di gore nel periodo di Halloween, nulla di più.
La recensione in breve
Old People si presenta come un'aggiunta non necessaria al catalogo dei film horror su Netflix che, pur partendo da una premessa potenzialmente interessante, non riesce a costruirsi una propria dimensione tematica e filmica, riducendosi a uno spettacolo gore ridicolizzato.
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