Il film: Per lanciarsi dalle stelle, 2022. Regia di: Andrea Jublin. Cast: Federica Torchetti, Cristiano Caccamo, Celeste Savino, Anna Ferruzzo, Valentina Carnelutti, Beatrice Modica, Erika Vannucci, Nicoletta Di Bisceglie, Fausto Maria Sciarappa, Lorenzo Richelmy. Genere: Commedia, sentimentale. durata: 88 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Una ragazza che soffre di un grave disturbo d’ansia, dopo un evento traumatico decide di cimentarsi nella sfida più impegnativa della propria vita: affrontare una lista di tutte le sue più grandi paure.
Sbarca su Netflix l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Chiara Parenti, Per lanciarsi dalle stelle, diretto da Andrea Jublin (Banana, 2015) che viene qui affiancato dalla sceneggiatrice di Skam Italia Alice Urciuolo. Un film che, attraverso il racconto del disturbo d’ansia di Sole, vuole esplorare il mondo dei giovani tra i 20 e i 30 anni, spesso pervasi da un profondo senso di inadeguatezza.
Come vedremo nella nostra recensione di Per lanciarsi dalle stelle, la pellicola di Jublin presenta un mix ben equilibrato di realismo, delicatezza e allegria e può contare sulla azzeccatissima interpretazione della sua attrice protagonista; peccato che, tutti gli elementi di contorno, non riescano ad assicurarle il giusto supporto.
La trama di Per lanciarsi dalle stelle: paralizzata dalla paura
Sole Santoro (Federica Torchetti) ha venticinque anni e da tutta la vita convive con un invalidante disturbo d’ansia che le impedisce di condurre un’esistenza serena. Qualsiasi azione, dal prendere un gelato a fare un bagno in mare, diventa per la ragazza un’impresa titanica, focalizzata com’è su quello che pensano gli altri o su ciò che di brutto potrebbe accaderle. Proprio a causa delle sue paure, abita da sempre nel paesino pugliese di Conversano, una sorta di gabbia dorata dalla quale Sole non ha mai avuto il coraggio di evadere, nonostante lo abbia sempre desiderato profondamente.
Stessa cosa non può dirsi della sua migliore amica nonché unica confidente Emma, trasferitasi a Parigi per inseguire l’amore e un’esistenza più appagante. Emma, però, da un paio d’anni non c’è più; a rimanerle di lei, solamente una lettera con una lista in cui, l’amica scomparsa, ha elencato tutte le angosce di Sole, con la speranza di poterle affrontare insieme. Nonostante qualche iniziale momento di esitazione, la nostra protagonista deciderà di prendere in mano la propria vita e di provare a spuntare, una alla volta, tutte le voci della lista, supportata anche da un nuovo gruppo di amici.
Ansia, non ti temo
Al film di Andrea Jublin va riconosciuto il merito di affrontare una tematica tanto importante come quella dell’ansia con il giusto equilibrio di realismo, profondità ma anche allegria, un perfetto mix che permette allo spettatore di avvicinarsi a un tema tanto delicato senza però mai avvertire pesantezza. La protagonista, dal canto suo, racconta la propria storia in prima persona, rompendo la quarta parete per rivolgersi direttamente al pubblico che ha, così, la possibilità di comprendere quali siano realmente i pensieri e le emozioni di Sole, finendo inevitabilmente per empatizzare con lei.
L’espediente narrativo di una lista delle paure è perfetto, poi, per entrare in punta di piedi nel mondo della ragazza e compiere insieme a lei un percorso coraggioso, che non necessariamente ha come meta finale la guarigione assoluta. L’ansia, infatti, fa parte del suo essere e non può svanire in un attimo; ciò che Sole può fare, però, è impedire che essa condizioni la sua vita. In questo fondamentale cammino non viene mai lasciata sola: da un lato ci sono i suoi nuovi amici, pronti a colmare quel vuoto lasciato da Emma, dall’altro il suo psicoterapeuta, la cui presenza è una testimonianza del fatto che l’obiettivo del film sia quello di normalizzare il disturbo d’ansia, che va sempre affrontato affiancati da un professionista.
L’imperfezione fa parte della vita
Per lanciarsi dalle stelle sfrutta il disturbo di Sole per esplorare quello che è il mondo dei giovani tra i 20 e 30 anni, un’età cruciale durante la quale molti ragazzi avvertono un profondo senso di inadeguatezza. Sì perché, esattamente come Sole deve combattere ogni giorno con le proprie paure, anche gli amici intorno a lei fanno i conti, chi più chi meno, con insicurezze e imperfezioni che non vanno demonizzate, in quanto fanno parte della vita. Il film evidenzia come, troppo spesso, si cerchi di apparire diversi da come si è, nascondendo i propri turbamenti e cercando di apparire perfetti agli occhi degli altri; ne è un esempio lampante la frase che viene rivolta a Sole: “Non sembri una che soffre d’ansia.”, a sottolineare il fatto che, anche se non se ne è consapevoli, al di fuori del proprio guscio esiste un mondo di persone che combattono con i proprio limiti. Un mondo che è possibile scoprire solo aprendosi e confrontandosi con gli altri.
Il cast: una buona protagonista in un contesto che non la supporta
Federica Torchetti rappresente sicuramente l’interprete ideale per un film come Per lanciarsi dalle stelle. La giovane attrice di Mondocane e La scuola cattolica, infatti, possiede la giusta delicatezza per il ruolo e dimostra una buona capacità di portare sullo schermo tutto il disagio – fisico e psicologico – che si prova a dover convivere con un disturbo d’ansia. Peccato che Federica non riceva il giusto supporto sul set, sia dai personaggi di contorno, sia dalla sceneggiatura.
Non è tanto l’interpretazione degli attori a essere insoddisfacente quanto la superficialità con la quale essi vengono presentati, tale da far apparire piuttosto forzate la maggior parte di dinamiche che si sviluppano nel corso della pellicola. Stessa cosa vale per la sceneggiatura, che troppo facilmente sorvola su quelli che sono i profondi cambiamenti che avvengono all’interno della nostra protagonista, mostrandoci un prima e dopo ma non il meraviglioso processo di trasformazione.
La recensione in breve
Attraverso il racconto del disturbo d'ansia di Sole, Per lanciarsi dalle stelle vuole esplorare il mondo dei giovani tra i 20 e i 30 anni, spesso pervasi da un profondo senso di inadeguatezza. Il film può contare su un mix ben equilibrato di realismo, delicatezza e allegria e sulla azzeccatissima interpretazione della sua attrice protagonista; peccato che, tutti gli elementi di contorno, non riescano ad assicurarle il giusto supporto.
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