Il film: Prima di andare via, del 2023. Diretto da: Massimo Cappelli. Cast: Riccardo Maria Manera, Jenny De Nucci, Tiziana Foschi, Mirko Frezza, Marina Suma, Pino Quartullo, Loris Loddi. Genere: Teen Drama. Durata: 97 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video.
Trama: Luca Rossi è un giovane studente fuori sede che, a seguito di un banale incidente stradale in bicicletta, scopre di essere affetto da un male incurabile. Dopo aver conosciuto Giulia, anch’essa affetta dalla stessa malattia, Luca stravolgerà il suo approccio alla vita grazie alla vitalità della ragazza.
Da poco disponibile su Prime Video, questo dramma adolescenziale si immette nel flusso di film analoghi come Colpa delle Stelle, A un metro da te o Io prima di te, in cui il tema della malattia è il collante che lega le vite dei giovani protagonisti. La spensieratezza che di norma (e sbagliando) viene associata alla giovinezza viene compromessa dall’ingiustizia della malattia, e le narrazioni che ne derivano sono per ovvi motivi ad alto tasso emotivo. In questa recensione di Prima di andare via vediamo come il regista Massimo Cappelli ha voluto approcciarsi a un tema così delicato e come, secondo noi, è riuscito a farlo.
La trama: La malattia all’improvviso
È a causa di una banale incidente in bicicletta che Luca, studente di giurisprudenza fuori sede, scopre di essere affetto da un incurabile forma di tumore alla testa. La prognosi è definitiva, sei mesi di vita o qualcuno in più qualora decidesse di sottoporsi alle cure. Il mondo di Luca, comprensibilmente, crolla. Da una vita scandita dalle pene per i tira e molla con la fidanzata storica, da esami universitari apparentemente insormontabili e dai guai causati da un coinquilino/migliore amico, Samuel, che ha come obiettivo quello di non prendere niente sul serio, Luca si trova a fare i conti con una diagnosi terminale.
All’uscita dell’ospedale si imbatte in Giulia, giovane affetta da tempo dalla sua stessa malattia che ha reagito alla diagnosi con una vitalità incontenibile e spiazzante. Dopo una iniziale ritrosia, Luca viene travolto dalla irrefrenabile esuberanza della ragazza. Nel frattempo, l’amico Samuel viene a conoscenza di una importante verità che, per ragioni che onestamente risultano poco plausibili, decide di non condividere col diretto interessato. Luca sembra aver scoperto un piglio e un’attitudine fino ad allora estranei al suo carattere, e ogni occasione di incontro con Giulia rafforza un legame minato, però, dalla sotterranea consapevolezza della malattia.
Dopo un repentino peggioramento della salute di lei, i due decidono di tentare una cura in un centro medico all’avanguardia in Svizzera. Lì scopriranno una verità che sconvolgerà l’equilibrio del loro rapporto.
Un film che non trova il suo equilibrio
Nonostante i buoni intenti del regista, che cerca di confezionare un film dal forte impatto emotivo insufflandolo però della vitalità dei giovani protagonisti, il risultato risulta poco incisivo. Se è vero che il film è destinato chiaramente a un target molto giovane, è anche vero che la continua oscillazione dei registri (drammatico e comico) è spesso fuori luogo rispetto alle situazioni. La linea comica, portata avanti dal migliore amico del protagonista, Samuel, è un martellamento artificioso che ben presto inizia a stridere col resto del racconto.
È evidente che la rappresentazione dei giovani risulta filtrata da un occhio adulto che deforma certi atteggiamenti rendendoli a tratti insopportabili (il continuo apostrofarsi con “Bro” da parte dei due amici, per intendersi) e non giova alla credibilità dell’opera. Come certe scelte forzate che, per indirizzare la trama verso una specifica direzione, risultano poco plausibili se non inspiegabili; ci riferiamo ancora una volta all’amico Samuel, utilizzato (male) come espediente narrativo al servizio della trama. Se da un lato il film non si approfitta della carica drammatica del tema per puntare alla lacrima facile, non riesce neanche a trovare un suo equilibrio, né tantomeno una sua voce riconoscibile.
Un cast giovane che si impegna come può
I giovanissimi Riccardo Maria Manera e Jenny De Nucci (rispettivamente Luca e Giulia) funzionano abbastanza bene e sono senz’altro affiatati, ma fanno quello che possono, come il resto del cast, con una sceneggiatura che a tratti ha grossi problemi a risultare credibile. Peccato per alcuni personaggi secondari poco caratterizzati e solo abbozzati, che avrebbero invece potuto portare spunti di riflessione e che invece risultano quasi sempre macchiettistici e poco approfonditi.
La recensione in breve
Prima di andare via è un teen drama che affronta il delicato tema della malattia terminale, cercando di mantenere un tono leggero e senza spingere sulla lacrima facile. Il risultato però, è un film con diversi problemi di scrittura che spesso risulta implausibile e frettoloso.
- Voto CinemaSerieTV