Il film: Princess del 2022. Regia di Roberto De Paolis. Cast: Glory Kevin, Lino Musella, Maurizio Lombardo.
Genere: drammatico. Durata: 110 minuti. Dove lo abbiamo visto: al Festival di Venezia 2022.
Trama: Princess è una giovane prostituta che lavora ai bordi di un bosco. La sua vita si consuma tutta uguale cliente dopo cliente, finché non incontrerà un uomo buono e gentile che potrebbe cambiarle l’esistenza.
Di anni ne sono passati dall’ultimo lavoro di Roberto De Paolis. Ben cinque prima del suo ritorno, dopo un film che nel 2017 lo portò anche al Festival di Cannes partecipando alla sezione della Quinzaine des Réalisateurs. Era Cuori Puri l’opera che metteva assieme i giovani Simone Liberati e Selene Caramazza con il resto del cast composto da Stefano Fresi, Barbora Bobuľová e Edoardo Pesce. Una pellicola piccola, ma che esplorava approfonditamente un rapporto complesso nato da un’attrazione e trasformatosi in qualcosa di più. Un legame che univa i protagonisti ad un livello intimo e personale, così come faceva tra pubblico e film.
Un tipo di relazione che De Paolis riesce ad instaurare anche stavolta pur spostandosi completamente in un’altra dimensione come indaghiamo nella recensione di Princess, e che porta l’autore a confrontarsi con un altro evento cinematografico di risonanza mondiale.
Alla sua seconda pellicola il regista viene selezionato per segnare l’apertura della sezione Orizzonti della 79esima edizione della Mostra di Venezia. Un riconoscimento che conferma la grandezza insita in un’opera minuta, come una novella di quelle che si trovano su un libro sfogliato per caso. Un auspicio per un cineasta che torna alla delicatezza dopo il suo esordio, seppur con tutt’altra storia, rimettendo però i personaggi e la ricerca di contatto al centro del racconto.
La trama (e la favola) di Princess
A dare il nome di Princess al film di Roberto De Paolis è la sua vulcanica protagonista. Una prostituta nigeriana che lungo le strade per arrivare al mare di Ostia attende i suoi clienti per condurli poi nel mezzo della vegetazione.
È lì che la ragazza, appena maggiorenne, trova la maniera per sopravvivere, donando in prestito il proprio corpo in cambio di soldi. E sono proprio quest’ultimi l’oggetto principale della sua esistenza: perché Princess non vuole assolutamente essere usata, pur considerando la sua occupazione, e il venir pagata è lo scambio che accetta per non rimanere mai a mani vuote.
È un insieme di individui e di personalità diverse quelli con cui il personaggio si ritroverà ad avere a che fare nella pellicola e che riempiono le giornate della giovane. Fino all’arrivo di Corrado (Lino Musella), la cui gentilezza insospettisce e scalda il cuore della ragazza.
Princess: ti racconto una storia
Con dei titoli di testa che utilizzano i ghirigori e la calligrafia come di un libro d’altri tempi, quelli con cui potrebbe aprirsi un film animato e che richiamano la regalità e l’eleganza de La bella addormentata nel bosco, Princess sembra essere suddiviso anche al proprio interno per capitoli dando l’impressione di trovarsi davanti ad un romanzo.
Sezioni riservate ognuna ad un cliente incontrato dalla protagonista. C’è il timido e impreparato, quello che forse è la prima volta che decide di andare con una donna pagando. C’è il ricco e surreale uomo quasi in piena crisi di mezza età, che gira a velocità allucinante sulla propria Ferrari e che fa volare con il proprio bolide una ragazza che non era mai stata su di un auto simile. C’è l’anziano, il ragazzino arrogante, il cliente fisso con il completo e la cravatta.
E Princess li fa passare uno dopo l’altro, mentre ci svela sempre di più il carattere e la vita della sua protagonista, capace di staccare e porre una distanza tra la propria persona e la tipologia di mestiere che svolge, confessando di aver affidato il suo vero corpo ad un’altra povera ragazza nigeriana che in un’altra parte del mondo sente il dolore al posto suo.
Uno sfogliare le pagine di un racconto in cui lo sguardo tenero e comprensivo dell’autore si percepisce allo stesso modo di una libertà che scaturisce in primo luogo dall’esplosività incontenibile della sua interprete Glory Kevin e dalla sensazione di un’improvvisazione e di una realtà nate direttamente lì, proprio durante il riprendere delle scene.
Il bacio del per sempre felici e contenti
La pellicola vibra perciò dello scambio tra il personaggio principale e le singolarità che le gravitano attorno, che la conducono su di una strada che il film tratteggia pian piano e in cui Princess dovrà immettersi per trovare la propria autentica narrazione. Quella che dopo una panoramica sull’esistenza ai bordi di un’autostrada cercando di guadagnare dei soldi da spedire alla propria famiglia o con cui cercare di costruirsi un futuro diverso, conduce la protagonista fino a un presunto principe e ne mostra le affinità e le differenze.
La generosità di un uomo che da quella ragazza sembra volere solamente un bacio, che potrebbe effettivamente destarla da una realtà fatta di atti sempre uguali e meccanici, rendendola così la sua “fidanzata”.
Un impegno, e perciò un sigillo racchiuso in un bacio, che però Princess non dispensa con tanta leggerezza. In fondo lei, che con la sessualità ha a che vedere ogni giorno, sa bene quanta importanza può avere quel gesto e cosa rappresenterebbe per la propria vita. Lei che non porta i suoi clienti a “fare l’amore” e non parla mai esplicitamente di sesso, bensì invita gli uomini che l’abbordano a “lavorare” così da poter incassare e passare al rospo successivo.
Anche le principesse si svegliano da sole
Una narrazione che si forma gradualmente per dare prima una a una visione complessiva della monotonia in cui è prigioniera Princess e mostrare poi l’effetto scatenante di un mutamento che potrebbe rompere l’incantesimo della quotidianità.
Un film che nella mente e nelle abitudini di quella giovane ragazza entra per cercare di comprenderne il mondo da lei abitato, sperando davvero che la sua storia si trasformi fino a diventare quella di un personaggio delle fiabe. Pur rimanendo comunque coscienti che non tutte le principesse sono destinate a svegliarsi o a scendere dalla torre. E che il lieto fine spesso vuol dire soltanto continuare a farcela, molte volte dovendo svegliarsi da soli.
Conclusioni
Pur raccontando un lavoro carnale e fisico come quello della prostituzione, in Princess l'aria è quella rarefatta e sospesa della favola. Una fiaba con una protagonista esplosiva. Una principessa che dovrà scegliere tra l'amore o il dover contare solamente su se stessa.
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