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Home » Film » Recensioni film » Romantiche, la recensione del film diretto ed interpretato da Pilar Fogliati

Romantiche, la recensione del film diretto ed interpretato da Pilar Fogliati

La recensione di Romantiche: Pilar Fogliati ha scritto, diretto e interpretato un film in cui si divide in quattro personaggi diversi.
Maurizio ErmisinoDi Maurizio Ermisino23 Febbraio 20235 min lettura
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Romantiche, Pilar Fogliati in una scena del film.
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Il film: Romantiche, 2022. Regia: Pilar Fogliati. Cast: Pilar Fogliati, Barbora Bobulova, Vittorio Emanuele Propizio, Rodolfo Laganà. Genere: Commedia. Durata: 108 minuti.
Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.

Trama: Eugenia Praticò, aspirante sceneggiatrice, Uvetta Budini di Raso, giovane nobile chic, Michela Trezza, ragazza semplice e con la testa sulle spalle, Tazia De Tiberis, pariolina: quattro ragazze alla ricerca dell’amore e del proprio posto nel mondo.


Farsi in quattro per qualcuno o qualcosa è un’espressione figurata per dire che ce la stiamo mettendo tutta. Nel film che vi raccontiamo nella recensione di Romantiche, opera prima di Pilar Fogliati, in uscita al cinema il 24 febbraio, questa espressione va invece intesa nel vero senso della parola. La deliziosa attrice, che abbiamo amato in Corro da te e soprattutto nella serie Netflix Odio il Natale, ha scritto, diretto e interpretato un film in cui si divide in quattro, interpretando altrettante figure femminili, ognuna a modo suo in cerca dell’amore. Il risultato va letto in due sensi: da un lato la capacità, da autrice, tra Fleabag e Woody Allen, di raccontare diverse figure femminili con i loro tic e le loro nevrosi, dall’altra il talento attoriale di impersonare questi personaggi caratterizzandoli al meglio, senza farne mai delle caricature. Una vera sorpresa.

La trama: Eugenia, Uvetta, Michela e Tazia

Romantiche, Pilar Fogliati in una scena del film.

E così conosciamo Eugenia Praticò (Pilar Fogliati), aspirante sceneggiatrice siciliana sbarcata a Roma, al Pigneto, esuberante, logorroica e piuttosto incasinata, cercare al contempo l’amore e la prima sceneggiatura da farsi produrre. Neanche il tempo di affezionarci e passiamo a seguire le vicende di Uvetta Budini di Raso (ancora Pilar Fogliati), ovvero il fascino discreto dell’aristocrazia, giovane nobile chic che si innamora solo di lontani parenti, la testa costantemente tra le nuvole e il lavoro vissuto come “i cinque giorni più belli della mia vita”. E poi c’è Michela Trezza (indovinate? Pilar Fogliati!), il nostro fiore di provincia, che vive a Guidonia, ragazza semplice e con la testa sulle spalle, un po’ coatta e ingenua, ma con un cuore d’oro, disposta – ma solo per un attimo – a farsi turbare dal ritorno in paese di una vecchia conoscenza. E infine, non poteva mancare Tazia De Tiberis (Ça va sans dire, Pilar Fogliati!), il momento della propaganda pariolina: sicura di sé, fa tutto da sola, ha sempre la soluzione per tutto… tranne che quando le cose accadono a lei…

Trovare un po’ di se stessa in tutte loro

Romantiche, Pilar Fogliati in una scena del film.

A leggere la trama si capisce immediatamente come Romantiche sia stato per Pilar Fogliati una grande prova di sensibilità e bravura. I suoi ritratti di quattro donne molto diverse fra loro, probabilmente, sono anche quattro donne molto diverse da lei. E allora per l’interpretazione, e prima ancora la scrittura, la chiave è stata forse quella di trovare un po’ di se stessa in tutte loro. Magari l’afflato artistico e creativo di Eugenia, la grazia e l’eleganza di Uvetta, la bontà di Michela. E in Tazia, la donna che apparentemente ci sembra più lontana da lei, o almeno da come la immaginiamo, avrà trovato quella determinazione nel fare le cose che, per chi vuole fare l’artista, è qualcosa di fondamentale.

Pilar Fogliati, 4 ritratti di signora

Romantiche, Pilar Fogliati in una scena del film.

Così Pilar Fogliati, in ognuno dei quadri della sua galleria, riesce a trovare dei forti elementi per caratterizzare i suoi “ritratti di signora”. Per Eugenia è prima di tutto il marcato accento siciliano, unito al taglio di capelli corto e il piercing, da ragazza “alternativa”, come si diceva un tempo. Per Uvetta il tratto caratterizzante sono i capelli lunghi, quel modo di fare leggero, come se stesse fluttuando sull’aria, quei movimenti dei polsi e delle mani che denotano un nervosismo di fondo. E poi il lieve accento toscano che evoca un che di nobile e quell’indugiare sulle parole inglesi, come “guys”. Per Michela sono i vestiti più semplici e sportivi, gli occhiali da vista, e quell’accento da provincia romana che la rende perfetta per il prossimo film di Verdone (dalla cui scuola arriva anche il fidanzato di Michela, Vittorio Emanuele Propizio). In cui ci starebbe bene, e siamo certi che il Carlo nazionale se ne sarà accorto, anche Tazia, altra ottima caratterizzazione, fatta di abiti, parlata tipica di Roma Nord, attitudine.

Tra Woody Allen, Phoebe Waller Bridge e un tocco di Sex And The City

Romantiche, Pilar Fogliati in una scena del film.

Il trait d’union tra le quattro ragazze è la terapeuta che le ha in cura, una luminosa Barbora Bobulova, che osserva i ritratti di signora divertita e divertente. Quando c’è di mezzo l’analista viene subito in mente Woody Allen. E infatti c’è qualcosa della “leggerezza profonda” dell’autore in Romantiche. C’è molto della Phoebe Waller Bridge di Fleabag, e anche un tocco di Sex And The City nei rapporti tra la protagonista e le sue amiche, soprattutto nel primo e nel quarto episodio. I quattro quadri sono legati tra loro da uno smartphone, sui cui le prime scene di ogni episodio scorrono come se fossero storie di Instagram (un’altra buona idea a livello di regia). Per Pilar Fogliati è davvero un ottimo esordio alla regia, e allo stesso tempo la consacrazione come una delle attrici del momento. Scommettiamo che, dopo le piattaforme di streaming, e dopo Riccardo Milani, anche i grandi autori del nostro cinema si accorgeranno di lei. Anzi, siamo sicuri che l’hanno già fatto.

La recensione in breve

7.0 Poliedrico

Nella recensione di Romantiche abbiamo sottolineato da un lato la capacità di Pilar Fogliati, da autrice, di raccontare diverse figure femminili con i loro tic e le loro nevrosi, dall’altra il talento attoriale di impersonare questi personaggi caratterizzandoli al meglio, senza farne mai delle caricature. Una vera sorpresa.

  • Voto CinemaSerieTv 7.0
  • Voto utenti (1 voti) 5.6
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