Il film: Saw X, 2023. Regia di: Kevin Greutnert. Cast: Tobin Bell, Shawnee Smith, Synnøve Macody Lund, Steven Brand, Renata Vaca, Michael Beach. Genere: Horror. Durata: 118 min Dove lo abbiamo visto: Al cinema, in anteprima.
Trama: Tra gli eventi di “Saw” e “Saw II”, un John Kramer malato e disperato si reca in Messico per una rischiosa procedura medica sperimentale nella speranza di una cura miracolosa per il suo cancro, solo per scoprire che l’intera operazione è una truffa che vuole mettere al tappeto i più vulnerabili. Armato di un nuovo scopo, il famigerato serial killer torna al suo lavoro, ribaltando le sorti dei truffatori nel suo caratteristico modo viscerale attraverso trappole subdole, squilibrate e ingegnose.
La saga di Saw ha trasformato Tobin Bell in un’icona dell’horror, nonostante il suo John Kramer sia morto nel terzo capitolo, una decisione di cui il franchise sembra essersi immediatamente pentito. Così, l’assassino di Jigsaw è tornato in quasi tutti gli altri film attraverso lunghi flashback, costruendo una mitologia da soap opera sempre più complessa e labirintica. Cronologicamente, Saw X – decimo capitolo della saga horror che arriva oggi nelle sale italiane – fa un salto indietro per raccontarci un episodio sconosciuto della vita di John Kramer e concentrare la nostra attenzione interamente su di lui in un momento molto delicato della sua vita. Ci troviamo tra il primo e il secondo film, quindi si tratta di un sequel diretto dell’originale, con il ritorno di altri personaggi familiari della saga, anche se il punto di interesse è, appunto, il personaggio principale. In questa recensione di Saw X, vi sveliamo perchè riteniamo questa nuova aggiunta al franchise davvero efficace, un mix di narrazione sorprendente, ottime interpretazioni e gore illimitato.
Saw X, la trama: pagare per un inganno
Ambientato tra gli eventi di Saw e Saw II, il decimo capitolo della serie Saw si svolge mentre sia Kramer che la sua apprendista originale, Amanda Young (Shawnee Smith), sono ancora vivi e sperano di trovare una cura per il cancro terminale al cervello di John. Il film, diretto dal veterano del franchise Kevin Greutert, segue John mentre si reca in Messico per sottoporsi a una procedura medica sperimentale pubblicizzata dalla dottoressa Cecilia Pederson (Synnøve Macody Lund) e dal suo team come un nuovo miracoloso trattamento per il cancro.
Tuttavia, dopo essersi sottoposto a quello che crede essere un intervento chirurgico salvavita, John scopre che l’esperimento non è altro che una farsa inscenata da abili truffatori – dall’autista del taxi che lo ha prelevato all’aeroporto al presunto neurochirurgo. Con l’aiuto di Amanda, John si mette al lavoro per rapire Cecilia e i suoi complici e sottoporli alla sua particolare giustizia nello stesso magazzino in cui hanno finto di eseguire l’intervento.
Malattia senza speranza
Jigsaw intrappola un gruppo di persone in un altro elaborato “gioco” in cui i partecipanti sono costretti a distruggere i propri corpi per imparare una preziosa lezione di vita. In questo caso, tutti hanno partecipato a un piano per fingere un trattamento sperimentale contro il cancro su Kramer, che non accetta di buon grado l’inganno. Forse il potere di Jigsaw si attiva quando alle persone non viene lasciata speranza. Il male ultimo della società è di non lasciare agli altri spazio per poter indirizzare la propria vita e fare semplicemente del proprio meglio: qualcosa che il sadismo di Jigsaw – anche se in maniera del tutto distorta – vuole attivare nell’uomo. Vengono messi alla gogna tutti, indipendentemente dalla portata del loro coinvolgimento. Tutti soffrono perché la colpa è del sistema, un sistema che ha tirato fuori il peggio di queste persone, a cui Tobin concedere un’ultima possibilità per redimersi. Non c’è tregua alcuna né mezza misura nello scendere a compromessi: c’è il sangue, la cupezza dei toni riflette quella dell’animo, c’è la sporcizia delle zone più malate e sudicie del Sudamerica, c’è la malattia. In questo senso, l’entrata in scena di un bambino sarà cruciale: per la prima volta, John Kramer si dovrà confrontare con quell’innocenza contro neanche il maleficio di Jigsaw si può scagliare, perché nei bambini non c’è il desiderio di fare del male o fare soffrire.
Ogni trappola è estremamente raccapricciante e gli appassionati di gag gore elaborate troveranno molto da apprezzare. Se siete venuti per il sangue, Saw X consegna quello che promette, e sfrutta a proprio favore la sensazione di artigianalità del lavoro di Jigsaw, rispetto alle trappole più elaborate e ridicole di altri film del tardo franchise. In realtà, questa scelta è perfettamente coerente con la linea narrativa di questo decimo capitolo: John Kramer non è a casa sua, è in Messico, non ha i suoi strumenti e deve ingegnarsi all’ultimo. Vi sono continui rimandi all’estetica del franchise, nei toni e nella fotografia, e gioca un ruolo fondamentale l’intervento del compositore Charlie Clouser: quando ci sono scene cruciali o rivelazioni, le terrificanti note musicali che conosciamo benissimo colpiscono e fanno riaffiorare i ricordi dei primi capitoli.
John Kramer: il racconto di un uomo
La vera star dello show è, in qualche modo per la prima volta, Tobin Bell. Ridotto ai margini della serie principale, e più che morto da Saw IV, ma lo spirito del suo John Kramer ha pervaso l’intero franchise come una debole maledizione, un brutto sogno che ha infettato i suoi discepoli apparentemente illimitati. Tobin Bell non ha mai raccontato la sua storia da così in primo piano. Riesce a incanalare anche una componente quasi tenera nella vulnerabilità, in un tentativo molto efficace di umanizzare il massacratore. Dopotutto, è un uomo che sta soffrendo e nella sofferenza siamo tutti uguali. Bell si mantiene all’interno della struttura precedentemente stabilita per il personaggio, ma è incredibilmente soddisfacente vederlo attivamente al lavoro, un uomo dedito al suo contorto senso di giustizia e pieno di piani di riserva.
I film più riusciti della serie “Saw” vanno al di là delle semplici mutilazioni e si immergono in tematiche più profonde. “Saw VI” esplora gli impatti devastanti di un sistema sanitario in crisi, mettendo in luce costi umani impensabili. “Saw III” affronta il tributo emotivo che la vendetta spietata può esigere. Nel caso di “Saw X”, concentrarsi su John Kramer solleva domande intriganti sulla sua motivazione e sulla genuinità delle sue convinzioni. La pellicola sfida la fede incrollabile di Kramer nella sua missione, portando a chiederci se creda veramente alle parole profonde e modulate che rivolge alle sue molteplici vittime. Qual è la risposta? Sì, John Kramer crede appieno nella sua missione, ma Saw X è un vero e proprio banco di prova per questa convinzione.
La recensione in breve
Saw X riesce a muoversi in perfetto equilibrio tra l'espressione del gore e riflessioni sulla moralità, in un contesto senza speranza, dove chiunque può tirare fuori il peggio di sé. La storia di un uomo non prima del mito ma durante, nel momento di massima motivazione personale, interpretato da un Tobin Bell assolutamente convincente.
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Voto CinemaSerieTv