Il film: Sul più bello, 2020. Regia di: Alice Filippi. Cast: Ludovica Francesconi, Giuseppe Maggio, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Eleonora Gaggero. Genere: Commedia, dramma. Durata: 90 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Marta ha 19 anni e soffre di fibrosi cistica. La malattia, però, non le impedisce di vivere con estremo ottimismo e di desiderare una storia d’amore come tutte le altre ragazze.
Debutto alla regia di un lungometraggio di Alice Filippi, Sul più bello è la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo scritto da Eleonora Gaggero, che nel film interpreta il ruolo di Beatrice. Il film – disponibile dal 30 aprile nel catalogo Netflix – rappresenta anche l’esordio della giovane Ludovica Francesconi, qui nei panni della protagonista Marta, ragazza di 19 anni ironica e solare nonostante la malattia incurabile che la affligge: la fibrosi cistica.
Come vedremo nella nostra recensione di Sul più bello, questo teen dramedy tutto italiano punta a raccontare la malattia con leggerezza, senza però perdere mai di vista l’importanza di diffondere consapevolezza sulla condizione di cui soffre Marta. La ragazza sembra la protagonista di una favola moderna dai toni accesi e scanzonati, sebbene le sue controparti appaiano eccessivamente stereotipate.
La trama di Sul più bello: guardare alla vita con ottimismo
Marta (Ludovica Francesconi) è una ragazza di 19 anni che, da quando è nata, lotta quotidianamente contro la fibrosi cistica, una malattia degenerativa e invalidante che la obbliga a frequenti ricoveri in ospedale. Nonostante questo, grazie al suo carattere solare e a un atteggiamento naturalmente autoironico, Marta cerca di condurre una vita il più normale possibile, senza pensare a ciò che potrebbe riservarle il futuro. Convive con i suoi amici di sempre, Jacopo (Jozef Gjura) e Federica (Gaja Masciale), nella grande casa che ha ereditato dai genitori – morti quando lei aveva solo 5 anni -, legge gli annunci delle offerte al microfono di un supermercato e sogna il grande amore. L’incontro con Arturo (Eleonora Gaggero), un bellissimo ragazzo della Torino bene capace di andare oltre alle apparenze, spingerà Marta a guardare alla propria esistenza con più consapevolezza, facendole sperare, per la prima volta, di non non doversene andare proprio sul più bello.
Raccontare la malattia con leggerezza
Sul più bello si inquadra perfettamente in quel filone narrativo – tanto amato soprattutto in America – che racconta di adolescenti alle prese con la malattia, la cosiddetta sick-lit. Ne sono un esempio film come Colpa delle stelle o A un metro da te, ma anche l’italianissimo Bianca come il latte, rossa come il sangue, trasposizione del romanzo scritto da Alessandro D’Avenia. Storie che puntano soprattutto sulla commozione dello spettatore e sul dramma; in questo senso, però, la pellicola diretta da Alice Filippi rappresenta una novità all’interno del genere, sdrammatizzando i toni e facendo della leggerezza e dell’ironia i suoi punti di forza. Marta, infatti, nonostante la malattia incurabile che la affligge, appare sempre ottimista e autoironica – sia sulla fibrosi cistica sia sul suo aspetto fisico così deliziosamente anticonvenzionale – e diverte lo spettatore con i suoi modi impacciati e così genuini. Tutte caratteristiche, quelle della frizzante 19enne, che finiscono per diventare il registro stesso dell’intero film. In questo modo, oltre a diffondere consapevolezza su questa particolare malattia, Sul più bello riesce anche ad infondere speranza e sollievo nel cuore di chi lo guarda.
Un’italianissima Amélie
Impossibile guardare Ludovica Francesconi nei panni di Marta e non pensare a un’italianissima Amélie Poulain nel film Il favoloso mondo di Amélie. Dai capelli corti e scuri e il fisico longilineo alla sua attitudine da sognatrice, capace di guardare alla vita sempre in modo ottimista. Ma anche i colori e le atmosfere di Sul più bello ci riportano alla pellicola dell’ormai lontano 2001 diretta da Jean-Pierre Jeunet. Ciò che salta immediatamente agli occhi sono, infatti, le tinte vivaci che virano soprattutto verso l’azzurro e l’arancione nonché la forte saturazione dei colori che conferisce grande vitalità alla narrazione. L’impressione è quella di vedere il mondo dal punto di vista della protagonista, come se questa indossasse degli occhiali dalle lenti colorate che influenzano la sua percezione della realtà. Esattamente la medesima sensazione che proviamo quando osserviamo Amélie vorticare tra le strade di Parigi. E proprio come la dolce cameriera parigina, Marta conquista lo spettatore al primo sguardo.
Il cast di Sul più bello
Ludovica Francesconi nei panni di Marta è assolutamente perfetta. D’altra parte, un errore di casting per il ruolo del personaggio principale avrebbe compromesso l’intera riuscita del film, dal momento che quest’ultimo non è altro che una narrazione del mondo dal punto di vista della protagonista. Ludovica riesce a calarsi perfettamente nel ruolo di Marta, conferendole grande personalità e riuscendo a sprigionare bellezza da un volto che viene descritto come “bruttino” ma che invece emana grande sensualità. Un po’ meno azzeccata è, invece, la caratterizzazione di Federica e Jacopo, i due amici del cuore di Marta. Nonostante il discreto lavoro svolto da i due attori Gaja Masciale e Jozef Gjura, infatti, i personaggi emergono in modo troppo stereotipato: i due sembrano eccessivamente subordinati a quello che è il destino di Marta e il loro unico scopo nella vita sembra quello di dover supportare l’amica nella malattia. Va meglio, invece, per Giuseppe Maggio (già visto in film come Un fantastico via vai, Un amore così grande e nella serie tv Baby) nei panni di Arturo che, per un pelo, non scade nei classici cliché del belloccio dall’animo profondo, dimostrando invece anche caratteristiche e difetti più “umani”.
La recensione in breve
Sul più bello punta a raccontare la malattia con leggerezza, senza però perdere mai di vista l'importanza di diffondere consapevolezza sulla condizione di cui soffre Marta. Ludovica Francesconi è perfetta nel ruolo della protagonista di questa favola moderna dai toni accesi e scanzonati; peccato che i personaggi di contorno appaiano eccessivamente stereotipati.
-
Voto CinemaSerieTV