Il film: Svaniti nella notte, 2024. Regia: Renato De Maria. Cast: Riccardo Scamarcio, Annabelle Wallis, Massimiliano Gallo, Gaia Coletti. Genere: Thriller. Durata: 90 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Un padre nel bel mezzo di un complicato processo di divorzio parte per una missione pericolosa quando i suoi figli scompaiono dalla casa di campagna isolata in cui vivono.
A chi è consigliato? A chi cerca un thriller senza troppe pretese con cui occupare il weekend.
Su Netflix è arrivata la rivisitazione tutta italiana del thriller argentino Séptimo, con un magnetico Ricardo Darìn protagonista. Stiamo parlando di Svaniti nella notte, per la regia di Renato De Maria, con protagonisti Riccardo Scamarcio e Annabelle Wallis, nel tentativo di conferire un sentore più internazionale alla produzione. I due interpretano Pietro ed Elena, una coppia in crisi che, dopo la sparizione misteriosa dei figli nel mezzo della notte da una masseria nella periferia di Bari, inizierà una disperata ricerca e non si fermeranno davanti a nulla per salvarli. Come vedremo in questa recensione di Svaniti nella notte, purtroppo il film non risulta altro che un thriller televisivo di genere, di quelli da vedere senza pensarci troppo e che si dimenticano altrettanto facilmente.
L’ultima notte di…Pietro La Torre

Pietro La Torre è un giocatore d’azzardo che vive in Italia, mentre Elena Walgren è una psicoterapeuta degli Stati Uniti d’America. Hanno due figli, Giovanni e Bianca. Quando Pietro va a casa di Elena per prendere i bambini per la loro gita alla fattoria di Pietro, si scusano per le azioni insensibili dei loro avvocati e parlano di tenersi reciprocamente aggiornati sulle attività dei bambini. Anche se i divorzi possono traumatizzare i bambini, Giovanni e Bianca sembrano cavarsela bene quando si dividono tra Pietro ed Elena. Ma una sera, Giovanni e Bianca svaniscono nel nulla mentre sono con Pietro alla masseria. Lui, disperato, è costretto ad avvertire Elena, con la quale è finito in causa per l’affidamento dei bambini. Arriva una telefonata: i figli sono stati rapiti, per riaverli dovranno pagare 150.000 euro in contanti entro 36 ore.
Per Elena sono gli strozzini con cui Pietro si è indebitato per provare inutilmente a restaurare la masseria, gente capace di tutto. Pietro è costretto a rivolgersi a Nicola che gli propone un affare: gli darà i soldi di cui ha bisogno, ma in cambio vuole che quella notte parta per un’isola tra la Puglia e la Grecia, prenda della droga da alcuni suoi “partner” commerciali e la riporti indietro. Ha sempre bisogno di barche “pulite” per i suoi traffici, e la sua casca a pennello. Pietro s’imbarca in una folle avventura in mezzo al mare dalla quale esce vivo per miracolo. Ma quando rientra a Bari trova una situazione totalmente diversa da quella che aveva lasciato solo poche ore prima: niente sembra più corrispondere alla realtà, le persone si comportano in modo assurdo, Elena in primis. A Pietro sembra di impazzire: cosa sta succedendo? Ma non ha tempo per pensare: il tempo passa e questo folle mistero deve essere risolto in fretta.
Un thriller “da top 10 Netflix” (e non per grandi meriti)

Con l’eccezione di un elemento significativo, che entra in scena solo dopo la prima ora, quella di Svaniti nella notte è una storia molto semplice, scandita da tappe ben definite: la scomparsa dei figli, la ricerca senza sosta di Pietro, la rivelazione di aspetti nebulosi dei personaggi. Se si trattasse di un film americano, piuttosto che di una produzione italiana, ci aspetteremmo un bel po’ di violenza nel film, probabilmente un Liam Neeson alla guida del cast, pronto a tutto pur di salvare la sua famiglia. Tuttavia, non è questo il caso, e il livello di azione è più o meno inesistente.
Svaniti nella notte ha tutte le potenzialità per essere un thriller davvero cupo, ma gioca in gran parte sul sicuro. Riccardo Scamarcio convince solo in parte nel ruolo di Pietro, mettendo in campo la necessaria grinta e ben incanalando la preoccupazione e, al contempo, la determinazione di questa figura paterna a cui è stato tolto tutto. Siamo, tuttavia, lontani dalla performance portante di Darìn, che andava ad arricchire la narrazione piuttosto basilare di un thriller che punta tutto su una suspence trainante. Anche in quel caso, siamo di fronte a un film che funziona per concept e approccio, piuttosto che nella risoluzione, ma la performance magnetica di Darìn è abbastanza per convincerci a guardarlo. Nel caso di Svaniti nella notte, tuttavia, la presenza di un nome noto dell’industria e di una spalla internazionale, non riesce ad accaparrarsi il titolo di storia quantomeno originale. D’altra parte, ha tutti i requisiti base per occupare le prime posizioni tra i film in tendenza su Netflix e, forse, tanto basta per questo tipo di produzione.
La recensione in breve
Apprezzabile il tentativo di dare uno slancio internazionale alla produzione, coinvolgendo Annabelle Wallis. Tuttavia, di Svaniti nella notte non restano le performance nè le modalità di adattamento (agli antipodi) di una trama che funzionava soprattutto per l'elemento claustrofobico e una grandiosa interpretazione centrale.
Pro
- Un progetto confezionato per andare in tendenza su Netflix
- Ha tutti i requisiti per essere il thriller del weekend
Contro
- Una storia fin troppo semplice
- Manca l'elemento claustrofobico dell'originale Séptimo
- Voto CinemaSerieTv