Il film: The Equalizer 3 – Senza Tregua, 2023. Regia: Antoine Fuqua. Cast: Denzel Washington, Dakota Fanning, David Denman . Genere: Azione. Durata: 169 minuti.
Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima.
Trama: Robert McCall, sentendosi a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia..
Che cosa ci fa Robert McCall in Sicilia? Lo scopriremo solo alla fine del film e non ve lo racconteremo nella recensione di The Equalizer 3 – Senza Tregua, il nuovo film di Antoine Fuqua con Denzel Washington in uscita al cinema il 30 agosto. Ma vi parleremo piuttosto nel nuovo capitolo della collaborazione tra Washington e Fuqua, e della strana idea di portare una storia tipicamente urbana e americana come questa in un contesto completamente diverso, l’Italia del Sud e della criminalità organizzata, e mettere il protagonista al centro di una vicenda che per metà è intima e personale e per l’altra è un intrigo internazionale legato alla droga e al terrorismo. Storie diverse che mal si conciliano tra loro e mal si adattano, soprattutto, al personaggio del vendicatore solitario che avevamo conosciuto nel primo film. E che qui perde parte della sua natura e della sua ragione d’essere.
La trama: McCall contro la mafia…
Da quando ha abbandonato la sua vita di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.
Il genere Denzel Washington
Quello di The Equalizer (la saga è nata nel 2014) sembrava a tutti gli effetti un personaggio nato con e per Denzel Washington, che da un certo punto della sua carriera (che è proprio Training Day, il primo film girato con Fuqua) ha dato vita a un “genere Denzel Washington”, che ha visto l’attore protagonista sempre più di film d’azione (Man On Fire, Déjà vu, Pelham 1 2 3 – Ostaggi in metropolitana) in ruoli di uomini sempre al confine tra bene e male. Il protagonista di The Equalizer è uno di questi. È una sorta di supereroe senza maschera, un Batman senza mantello. Un po’ Jack Bauer, un po’ Rambo, un po’ i bounty killer solitari e senza nome di Sergio Leone, a cui Fuqua si è dichiaratamente ispirato. È un uomo fondamentalmente buono che sa trasformarsi in una fredda e spietata macchina da guerra. È un uomo laconico, solitario, che sa essere spietato ma che ha un profondo senso morale.
The Equalizer 3 è soprattutto Denzel Washington
E, come negli altri due film, anche The Equalizer 3 è soprattutto Denzel Washington, nel suo corpo, nel suo volto. Il cranio rasato, la bocca serrata in quell’inconfondibile smorfia, con il labbro inferiore rivolto verso il basso. E rari, sinceri, sorrisi. In personaggi come questo Denzel Washington ha quel modo unico, tutto suo, di essere espressivo senza essere espressivo. Questione di dettagli, di una recitazione di sottrazione. Del suo personaggio amiamo anche l’ironia, la freddezza, la sicurezza con cui affronta il nemico, la quiete prima della tempesta. Vestito di nero, senza nessun orpello, anzi con il bisogno di scomparire nel buip, McCall è una macchina di morte infallibile. Una macchina a orologeria, capace di calcolare distanze, tempi, posizioni.
McCall in Sicilia è un pesce fuor d’acqua
Un giustiziere come quello di Denzel Washington stava benissimo in un contesto urbano notturno e un po’ cupo come la Boston in cui lo abbiamo conosciuto. Visto in Sicilia, nell’immaginario paesino di Altomonte, “paese piccolo ma simpatico” (sic…), in una Sicilia bella, antica e un po’ folcloristica (inevitabile quando la ritraggono gli americani), sembra un po’ fuori luogo, fuori contesto, un pesce fuor d’acqua. È come una fusione a freddo tra due immaginari troppo diversi per coesistere. E così, per molto tempo, Robert sembra girare a vuoto. Poi, in qualche modo, la vicenda entra nel vivo: vengono toccate delle persone a cui si affeziona, e sappiamo come andrà a finire. Perché Robert McCall è come il cavaliere nero di Gigi Proietti: “non je devi…”
Mafia, camorra, ndrangheta e l’Isis…
Sì, dopo scorci siciliani, giornate al bar dove ordina tè e gli portano un cappuccino perché “il tè è per le persone anziane o gli inglesi” (sic…), pescatori e canzoni francesi (!), la vicenda entra nel vivo. Ma non è che la cosa sia convincente: i cattivi sono dei mafiosi che chiedono il pizzo agli abitanti del paesino siciliano, poi salgono in moto e di colpo li ritroviamo a Napoli (e allora sono camorristi?) come se i due posti distassero un battito d’ali, e poi a Roma, con gli scenari che cambiano senza che si capisca bene dove si svolge l’azione. Mentre nei discorsi si citano indistintamente mafia, camorra e ndrangheta. Per poi mescolarla con l’Isis. E un busto di Mussolini in una casa. Troppa carne al fuoco, troppi piani narrativi per una storia che sembra costruita a tavolino senza conoscere troppo.
Un piatto che mescola insieme troppi sapori diversi
Passi per una sceneggiatura incerta sia negli sviluppi che in alcuni dialoghi, ma che un film americano sia ambientato in Italia e citi un po’ a casaccio la criminalità italiana senza saperne molto, oltre che non riuscito, lo rende anche piuttosto fastidioso. The Equalizer 3 è un piatto che mescola insieme troppi sapori diversi, e il gusto ne risente. Per fortuna c’è Denzel Washington, attore che, in tutto questo, resta in parte ed è miracolosamente credibile e centrato dall’inizio alla fine dei film. Ma questo vuol dire essere dei grandi attori.
Andrea Dodero e Gaia Scodellaro, belle sorprese
A proposito, ce ne sono altri (la cosa migliore del film) accanto a lui. Se Collins, l’agente che lo aiuta nelle indagini, è una Dakota Fanning cresciuta e mimetica, quasi irriconoscibile, in cerca di una nuova carriera, dopo la sua vita da attrice bambina e teenager, le sorprese arrivano dall’Italia. Non è una sorpresa Remo Girone, che fa il medico del paese, capelli all’indietro, baffi d’ordinanza: il suo volto e la sua voce calda sono inconfondibili. Lo sono invece due altri attori: Andrea Dodero, al suo terzo “romanzo criminale” (dopo Blocco 181 e The Good Mothers) è ancora diverso, più tatuato, più cattivo, ancora più affascinante. E Gaia Scodellaro, attrice che vediamo troppo poco, porta un volto dolce e dolente alla sua Amina, cameriera del paese che stringe una tenera amicizia con il protagonista. Ecco, anche in un film non riuscito, abbiamo da che essere orgogliosi. Ecco che cosa ci fa, forse, Robert McCall in Sicilia.
La recensione in breve
Come vi abbiamo spiegato nella recensione di The Equalizer 3 - Senza tregua, il film è fatto di storie diverse che mal si conciliano tra loro e mal si adattano, soprattutto, al personaggio del vendicatore solitario che avevamo conosciuto nel primo film. E che qui perde parte della sua natura e della sua ragione d’essere.
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