Il film: The Greatest Hits, 2024. Regia: Ned Benson. Cast: Lucy Boynton, Justin H. Min, David Corenswet, Austin Crute. Genere: Romantico, fantastico. Durata: 87 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Disney+, in lingua originale.
Trama: Harriet scopre che certe melodie hanno il potere unico di trasportarla indietro nel tempo, rivivendo momenti incantevoli con il suo ex amore. Tuttavia, questo viaggio nella memoria viene messo alla prova dall’emergere di un nuovo amore nel presente.
A chi è consigliato? A chi non pretende coerenza e originalità nelle storie d’amore ed è pronto a un accenno di fantastico inspiegabile.
The Greatest Hits, ora disponibile per lo streaming su Disney+, è un ibrido tra dramma/commedia romantica con sfumature fantascientifiche, condito da un concept legato alla musica che, purtroppo, solo a tratti il regista Ned Benson riesce a far funzionare. Trascurando una base di partenza che sulla carta è piuttosto forte (il viaggio nel tempo attraverso la musica), The Greatest Hits si vende come una commedia drammatica per adulti, ma risulta l’ennesimo romance young adult, ridondante nel suo approccio al genere, che infesta i cataloghi delle piattaforme.
Se da un lato evoca con sincerità la necessità di non isolarsi nel dolore e nei ricordi, attraverso un concept intelligente (il viaggio nel tempo, in cui i ricordi diventano linee temporali che si aggirano l’una intorno all’altra come per racchiudere meglio la sua eroina e impedirle di andare avanti), dall’altro ciò che manca a The Greatest Hits è innanzitutto quello che dovrebbe essere il suo fondamento indistruttibile: la leggerezza. Come vedremo in questa recensione di The Greatest Hits, il film non riesce a nascondere tutte le sue incongruenze, chiedendo allo spettatore di sorvolare su fin troppe cose.
The Greatest Hits: il viaggio multidimensionale di Harriet
![Frame tratto dal film The Greatest Hits](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/greatest-hits-film-1024x576.jpg)
The Greatest Hits racconta la storia di Harriet, una giovane donna in lutto da due anni per la morte del suo ragazzo. Questo dolore le ha fatto sviluppare una strana condizione: ricorda ogni singola canzone che ascoltava con il suo compagno; non solo, quando coglie una di queste melodie, viaggia indietro nel tempo – letteralmente – fino al momento esatto in cui l’hanno ascoltata. Per lei questa è un’opportunità per cambiare il passato e prevenire l’incidente che ha ucciso il suo ragazzo; tuttavia, a questo puzzle manca un pezzo: si tratta di una canzone che Harriet non riesce a ricordare e che potrebbe essere la chiave di tutto. Questa condizione, naturalmente, porta ad Harriet ancora più problemi perché, se sente una canzone condivisa con Max per strada, perde il controllo di ciò che fa e può svenire. Per questo motivo indossa grosse cuffie che annullano tutti i rumori esterni, trasformandola in una persona a metà tra il distante e il figo, a seconda di come la si guarda e se si sa o meno il perché del suo comportamento.
Harriet frequenta anche un gruppo di sostegno per persone che subiscono lutti simili, ma lì preferisce non parlare dei suoi sentimenti o della sua rara condizione, almeno finché non si presenta David (Justin H. Min), un giovane in lutto per la morte dei genitori, che entra subito in sintonia con lei. Inizia così un tentativo di relazione che sarà complicato dagli impedimenti di Harriet nel superare la sua precedente relazione e dai problemi (psichiatrici o fantastici che dir si voglia) che ne derivano e dalla convinzione che, ricordando quella canzone che ascoltava con Max, potrà fare qualcosa per cambiare il passato.
Il fantastico supera la coerenza
![I protagonisti del film The Greatest Hits](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/the-greatest-hits-1024x576.jpg)
La premessa di The Greatest Hits è molto interessante, perché gioca con la comprensione del dolore “ordinario” e allo stesso tempo lo trasforma in un elemento fantastico. Tuttavia, non riesce a rendere bene l’idea, cadendo nei classici cliché del genere, oltre a complicarsi eccessivamente. Prova ne è che il viaggio della protagonista nel passato non è mai qualcosa di controllato nè controllabile: parte anche dal semplice sentire una canzone per strada e scopriamo che è la sua coscienza a essere trasportata.
Le interpretazioni di The Greatest Hits sono disomogenee quanto la sua trama, incarnata dai suoi tre protagonisti principali. Innanzitutto c’è Harriet, interpretata da Lucy Boynton, che fa un’ottimo lavoro in mezzo a tutta l’accozzaglia di idee: la sua Harriet trasmette davvero il dolore per la perdita di una persona cara e quanto sia difficile lasciare andare quel dolore. È lei a portare tutto il peso dell’opera, mentre il resto del cast si perde nella complessità – e al tempo stesso superficialità – della sua trama. C’è anche David Corenswet (il futuro Superman del DCU) nel ruolo di Max, il fidanzato morto di Harriet, che ha una buona chimica con la protagonista ma, dato che tutto si svolge in flashback, non vengono mai approfonditi troppo gli aspetti della loro relazione.
Infine c’è il David di Justin H. Min, configurato nella storia come un personaggio assolutamente monodimensionale. Qualcuno da amare, impeccabile ed estremamente gentile, tanto da risultare fastidioso a un certo punto della storia: addirittura, la perdita subita viene messa in secondo piano, sembra perdere di importanza, a fianco di un personaggio così positivo e con una grande capacità di lasciar scorrere le cose; una rotta narrativa non molto credibile.
Un film sulla musica, ma che non trova i giusti accordi
![Lucy Boynton in The Greatest Hits](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/lucy-boynton-the-greatest-hits-1024x576.jpg)
Combinando elementi di romanticismo, fantascienza e commedia, The Greatest Hits è soprattutto una lettera d’amore alla musica. Il potere evocativo delle canzoni lo attraversa ad ogni livello, dalla trama e dalla colonna sonora alle esperienze personali del regista catturate in ogni scena. Nel corso della narrazione, Harriet ripete più volte il suo rituale: sceglie una canzone, mette un disco in vinile sul suo giradischi e viene immediatamente trasportata indietro nel tempo al momento specifico con il suo ragazzo in cui quella canzone stava suonando. Non sorprende quindi che la spina dorsale del film sia costituita da una manciata di canzoni di ieri e di oggi, accuratamente selezionate dal regista, appassionato di musica. Nonostante ciò, il film sembra incapace di trovare la giusta melodia per sviluppare un forte legame tra i personaggi e il pubblico.
The Greatest Hits fallisce nel tentativo di offrire una storia d’amore avvincente. Sebbene ci si aspetti un certo livello di sospensione dell’incredulità in una premessa così fantastica, il film non riesce a sfruttare efficacemente questa opportunità. Invece di distinguersi per la sua originalità, si ritrova in un’amalgama di cliché presi in prestito da altre storie romantiche di maggior successo, con il risultato di una narrazione priva di coesione e freschezza.
La recensione in breve
Tra tutte le tracce che costellano la narrazione di The Greatest Hits, il film finisce per offrici una canzone senza personalità né melodia, simile a tante, ma scontata e dimenticabile.
Pro
- Una convincente Lucy Boynton
- L'atmosfera fantastica che circonda la narrazione
Contro
- Troppe complessità e ambiguità narrative (senza motivo)
- Personaggi poco caratterizzati
- Una trama che ripiega su clichè triti e ritriti
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Voto CinemaSerieTv